L’avventura era iniziata poco più di un anno fa, quando l’Amministrazione comunale di Reggio promosse un bando, in vista di una pubblicazione, per riflettere sulla costruzione reale della città e del territorio negli ultimi 20 anni. Un progetto rilevante, che ha sondato quanto è presente sul campo urbano e su quello che i sociologi chiamano la “non città” o campagna urbanizzata, in termini di opere costruite, progetti avviati e attori coinvolti.
Al bando del 2006 hanno risposto decine di progettisti: architetti, ingegneri, geometri, paesaggisti, agronomi, che hanno consegnato 200 lavori. L’architetto Luca Molinari, docente di Storia dell’architettura all’Università di Napoli, ha compiuto una selezione e curato la pubblicazione del volume Reggio Emilia – Scenari di qualità urbana, edito da Skira. Tutte le opere proposte confluiranno in un “archivio della memoria” creativa, di cui Reggio intende dotarsi, grazie alla collaborazione – oggi confermata – degli Ordini dei professionisti che si occupano di progettazione.
Il libro è stato presentato oggi alla stampa dagli assessori alla Città storica Mimmo Spadoni e all’Urbanistica Ugo Ferrari, dall’architetto Massimo Magnani dirigente dell’Unità di progetto Città storica. Erano presenti anche i presidenti degli Ordini professionali Walter Baricchi (Architetti); Piero Antonio Gasparini (Ingegneri) e Giancarlo Bellei (consigliere e coordinatore del settore culturale dei Geometri).
“Questa pubblicazione – ha detto l’assessore Spadoni – ha il pregio di evidenziare buona parte della progettazione e delle realizzazioni architettoniche di qualità, che possono sfuggire, ma sono pur presenti a Reggio e nel suo territorio. D’altro canto, il lavoro sottolinea implicitamente e invita a una riflessione sulle criticità, che negli anni si sono stratificate in tema di produzione architettonica. Il volume non è quindi un catalogo di quanto fatto, ma un invito a riflettere, a confrontarsi sull’idea di città, è un passaggio significativo verso una nuova idea di città, storica e moderna, che stiamo realizzando. L’architettura è una disciplina e uno strumento determinate per ricreare, rigenerare. Ciò è però possibile soltanto in presenza di una progettazione di qualità: la qualità deve poter disegnare i luoghi del quotidiano, pubblici e privati, e il tempo della vita di una comunità. La qualità è tale quando resiste al tempo. Reggio è città indubbiamente ricca, che ora è chiamata a investire con sempre maggiore consapevolezza nella qualità. E i professionisti reggiani dimostrano che tale qualità esiste e può affermarsi”.
“Fra i progettisti pubblicati – ha concluso Spadoni – tanti sono giovani. Ciò è motivo di speranza e ragione di investimento, non solo economico ma anche culturale, in una progettazione all’altezza del ruolo che Reggio ricopre a livello nazionale ed europeo”.
“E’ evidente fra noi – ha detto l’assessore Ferrari – il sovrapporsi di stili senz’anima. Ma altrettanto evidente è la presenza di una progettazione eccellente e questo volume ne rende conto puntualmente. Vi è qualità nelle forme progettuali proposte, nei nuovi materiali utilizzati, nel dialogo fra esperienze di modernità e radici storiche e culturali reinterpretati nelle linee della contemporaneità. La qualità architettonica è fra gli obiettivi indicati dai nuovi strumenti strategici e urbanistici di cui l’Amministrazione comunale si dota, come il Piano strutturale comunale. Qualità architettonica è sinonimo di qualità della vita e della relazionalità sociale. Dopo 15 anni di crescita quantitativa, è tempo per Reggio di crescere nella qualità progettuale, di cui esistono tracce evidenti”.
Il volume curato da Molinari – presentato al pubblico il prossimo 24 ottobre alle 18 all’Officina delle arti nell’ambito di “Visioni di città” – contiene una selezione di oltre 80 fra opere realizzate e progetti, suddivisi nei capitoli dedicati all’abitare, ai restauri conservativi e alle scommesse innovative in centro storico, agli edifici del lavoro e del consumo, agli spazi dell’incontrarsi, dell’ educare e assistere; e ancora gli spazi aperti e la campagna urbanizzata, le infrastrutture, i concorsi europei. Sono fra l’altro presenti, nel volume, i più significativi interventi pubblici dell’Amministrazione comunale, dal Centro Gerra ai ponti di Calatrava, dalle piazze della Vittoria e Martiri del 7 Luglio al Mercato coperto. In appendice al volume, dialoghi con creativi, artisti, progettisti; contributi di intellettuali come Pierre Donadieu e Luc Gwiazdzinski, Anna Barbara e Andrea Branzi, Pippo Ciorra e Patrick Le Galès; e un colloquio con il sindaco di Reggio, Graziano Delrio.
Il libro è uno strumento conoscitivo che può suscitare l’interesse non solo degli “addetti ai lavori”, ma anche di coloro che vogliono “leggere” – attraverso schede, immagini e brevi saggi – i luoghi pubblici e privati di progettazione, riqualificazione o restauro conservativo d’eccellenza, in cui trascorre la loro quotidianità urbana.
L’obbiettivo della ricerca e della pubblicazione è stato infatti quello di offrire il quadro più vasto e completo possibile dei progetti pubblici e privati, su grande e piccola scala, che testimonino al meglio i processi di trasformazione profonda di una città che sta cambiando, ridefinendo una identità nuova per il futuro.
Il filtro che ha vagliato i progetti presentati è stato la “capacità di interpretare e rendere evidente il segno di un cambiamento in atto, oppure di segnare una identità forte, capace di resistere ai mutamenti o rappresentare una delle caratteristiche estetiche, sociali, economiche della città di Reggio Emilia”. La selezione ha puntato a evidenziare i casi esemplari e rappresentativi avvenuti nella costruzione della città contemporanea.
Per il reperimento dei materiali utili alla costruzione della ricerca e insieme per moltiplicare le occasioni di dialogo e comprensione dei fenomeni in corso sono stati appunto coinvolti gli Ordini dei professionisti che intervengono progettualmente e culturalmente nella costruzione e trasformazione della città e del territorio.
I materiali prodotti riguardano opere costruite o in avanzato stadio di realizzazione tra il 1985 e il 2006 nel Comune e nel territorio dell’Area vasta di Reggio, definito dai comuni confinanti di Bagnolo in Piano, Cadelbosco di Sopra, Campegine,Sant’Ilario d’Enza, Montecchio Emilia, Cavriago, Bibbiano, Quattro Castella, Albinea, Scandiano, Casalgrande, Rubiera, San Martino in Rio, Correggio. La scelta dell’Area vasta cerca di spostare la lettura della crescita di Reggio Emilia al di fuori dei suoi semplici limiti amministrativi provando invece a individuare un territorio urbano più diffuso, complesso e in forte simbiosi con lo sviluppo dell’area metropolitana futura.