Il Piano strutturale comunale (Psc) è il nuovo strumento di governo del territorio, previsto dalla normativa regionale che, assieme al Piano operativo comunale (Poc) ed al Regolamento urbanistico edilizio (Rue), sostituisce il Piano regolatore generale (Prg), a livello comunale.
La proposta dell’Amministrazione comunale, contenuta nel documento preliminare del Psc, intende avviare “una nuova stagione urbanistica”, orientata a delineare scelte strategiche di medio-lungo periodo da sviluppare nei prossimi 15 anni ed un’idea di città capace di attrarre investimenti, progetti, persone, idee, talenti.
Il documento preliminare del Psc viene presentato oggi nell’Aula Magna dell’Università di Modena e Reggio Emilia, in occasione dell’avvio dei lavori della Conferenza di pianificazione, alla presenza del sindaco di Reggio Graziano Delrio. A questa prima sessione della Conferenza, presieduta dal vicesindaco di Reggio, Franco Ferretti, partecipano l’assessore all’Urbanistica Ugo Ferrari e Franca Olivetti Manoukian dello Studio Aps di Milano, consulente del Piano per i percorsi di partecipazione; il professor Giandomenico Amendola, docente alla facoltà di Architettura dell’Università di Firenze; l’urbanista Giuseppe Campos Venuti, professore emerito al Politecnico di Milano e consulente generale del Piano; l’architetto Rudi Fallaci, di Tecnicoop di Bologna, consulente urbanistico del Piano; l’ingegnere Maria Sergio, dirigente del servizio Pianificazione e qualità urbana del Comune di Reggio.
Il sindaco Delrio: “Una città di spazi pubblici, per le persone, di qualità”
Nella premessa al piano da parte del sindaco Graziano Delrio, vengono indicate alcune parole chiave che danno il titolo alla prima parte del documento preliminare.
“Lo scenario che si apre ora con il Psc, il punto di vista da cui abbiamo l’intenzione di partire ancora una volta è quello delle persone che abitano la città, cioè lo sguardo che ogni persona – che vive la città – rivolge verso i luoghi del suo quotidiano.
Questi nuovi sguardi, cambiati nel corso del tempo perché abbiamo difficoltà differenti rispetto ad anni fa, ci richiedono nuovi orizzonti.
La domanda, a cui siamo chiamati a rispondere, è quella di accrescere la qualità di vita delle persone, delle famiglie che è anche la qualità dei luoghi che abitano.
Una qualità urbana che favorisca le relazioni interpersonali, la conoscenza tra vecchi e nuovi cittadini, l’equilibrio tra la dimensione privata e quella di comunità. Questa stessa richiesta crescente di qualità, è anche una richiesta crescente di sicurezza nella nostra città.
Oggi cresce il senso di sradicamento dalla propria identità e crescono le paure.
E allora, nel prospettare il futuro della città, come dei centri delle frazioni e dei quartieri, continuiamo a indicare non la fuga verso gli spazi privati, ma la centralità degli spazi pubblici. Indichiamo l’occupazione cordiale del territorio come risposta al senso di sradicamento dalla propria identità. Il diritto a vivere liberamente, questo territorio, e a goderlo interamente. Indichiamo la prospettiva di un’urbanistica che aiuti non semplicemente il ritorno verso spazi privati, ma che aiuti il godimento degli spazi pubblici intesi come a disposizione di tutti per la crescita di ognuno”.
“Un progetto per la sostenibilità, la qualità e la coesione sociale”
L’idea di città e il disegno di città
(primo quaderno del Documento preliminare del Psc).
Il Piano si fonda su un’idea di città e un disegno della città per la sostenibilità, la qualità e la coesione sociale, illustrati nel primo quaderno del Documento preliminare che viene presentato oggi alla Conferenza di pianificazione: a partire da questi orientamenti il Piano articola 6 strategie e 15 azioni, descritti nel secondo quaderno, che raccoglie anche oltre i contenuti disciplinari del Psc e gli indirizzi specifici per ciascun ambito da sviluppare nel Rue e nel Poc.
L’idea di città e il disegno di città su cui si fondano il Psc sono descritte nel primo quaderno del Documento preliminare, che definisce il piano all’interno di “Un progetto per la sostenibilità, la qualità e la coesione sociale”.
Reggio viene inquadrata nella prospettiva di città che deve essere sempre più europea, all’interno dell’area vasta, in dialogo con il Ptr e che ha già avviato il percorso verso il nuovo piano con diversi piani settoriali, dal Piano della mobilità al Piano del centro storico al Piano del verde, così come riflessioni su ambiti d’eccellenza quale le Reggiane.
Le politiche trasversali, strategiche, assunte nell’idea di città come elemento di orientamento di fondo per l’intero lavoro di elaborazione del piano sono:
1. Reggio città della sostenibilità ambientale; ovvero la città dell’equilibrio ambientale, che si pone il tema del limite dello sviluppo come ricerca di equilibrio tra consumi e risorse disponibili
2. Reggio capitale sociale; nell’ottica del welfare di comunità, il Psc dovrà recepire le emergenze sociali più marcate, per mantenere alti i livelli di solidarietà; promuovere quindi soluzioni abitative per fasce medie con problemi economici, consolidare centralità territoriali per facilitare la coesione;
3. Reggio città della conoscenza e dell’innovazione; affiancare al saper fare reggiano, un modello di crescita fondato sui saperi, le conoscenze, la solidarietà, promuovendo l’innovazione in tutti gli ambiti, puntando sulla creatività e i talenti e sui centri di innovazione già presenti a Reggio: il sistema universitario, la produzione culturale, il Malaguzzi.
4. Reggio città pubblica. Il piano parte da un’idea di città pubblica come luogo del confronto e dello scambio. La direzione assunta per il centro storico va diffusa nei quartieri e nelle frazioni, ricucendo gli spazi per dare valore alle relazioni.
Il disegno di città articola in scelte progettuali le linee strategiche, alla ricerca di una qualità urbana fondata sulla riscoperta delle vocazioni delle varie componenti della città. Si articola secondo tre linee.
–Città dei significati nuovi
E’ la città da inventare nell’immagine simbolica e nelle funzioni attraverso la trasformazione dell’impianto esistente; di luoghi che saranno valorizzati come poli di eccellenza per divenire i capisaldi del progetto della struttura territoriale:
– la città storica;
– il sistema delle Ville Ducali;
– il polo universitario del San Lazzaro;
– via Emilia. Il polo della cultura e del lavoro – museo Maramotti, sede del Consorzio Parmigiano Reggiano e i grandi ambiti di riqualificazione circostanti;
– ex Officine Reggiane;
– il polo del tempo libero e dei servizi: il Giglio;
le nuove porte di accesso alla città – la Stazione mediopadana della AV-AC, il parco progetti di Calatrava e il casello autostradale – e le aree limitrofe.
– Città dei significati da ritrovare
E’ la città da recuperare nell’immaginario collettivo; è la città che rischia di perdersi, la componente più fragile del sistema che richiede interventi di riqualificazione che riguardanti:
– l’ambito urbano della via Emilia;
– la zona nord;
– le frazioni;
– la campagna.
–Città dei significati da rigenerare
E’ la città diffusa, densa, ormai definita sia a livello spaziale che a livello funzionale, formatasi attorno ai borghi storici divenuti quartieri, da ammodernare attraverso azioni leggere di gestione e manutenzione qualitativa dei tessuti esistenti senza introdurre destinazioni e volumetrie atte ad aumentare il carico urbanistico e a compromettere la qualità ambientale.
Il tema trainante è quello di una nuova specializzazione. Di fatto siamo di fronte al corpo principale della città del ‘900, la cosiddetta periferia, cui è stato riconosciuto il valore di tessuto da riconnettere e riqualificare, ma a cui non è stata ancora attribuita una specifica competenza nella città a rete.
I contenuti: le grandi strategie e le 15 linee di azione
(secondo quaderno del Documento preliminare del Psc).
Da questa idea di città discende la proposta di PSC, che consta di sei grandi strategie cui fanno riferimento 15 distinte linee d’azione:
1. la città non si amplia, si trasforma
2. la città si trasforma e si rinnova
3. la città si riqualifica
4. la città si ammoderna
5. la città pubblica si rafforza
6. il territorio riconosce e valorizza le sue risorse.
1 – La città non si amplia, si trasforma. Per quanto riguarda la prima strategia, il Psc orienta il governo del territorio verso il contenimento dell’espansione edilizia a vantaggio delle riqualificazioni e verso la prassi di maggior tutela della qualità ambientale e residenziale e delle fasce socialmente più in difficoltà rispetto al tema dell’abitare.
Nello specifico, il piano non prevede nuove grandi aree di espansione, evita la formazione di ulteriori addensamenti nelle zone già edificate, contrasta la dispersione urbana, incrementa la quota di edilizia residenziale sociale e opera a favore di un’edilizia a basso impatto territoriale (dal punto di vista della sostenibilità ambientale) per la tutela di varchi agricoli, ambientali e paesaggistici.
Il piano, teso a incentivare opere di riqualificazione dell’esistente piuttosto che a favorire nuovi insediamenti, fissa a 12mila il numero di alloggi che potranno essere costruiti nei prossimi 15 anni (circa 800 alloggi all’anno, contro i 1.700 degli anni 2001-2005) di cui il 20% di edilizia residenziale sociale.
2 – La città si trasforma e si rinnova. Per quanto concerne la seconda strategia il Psc individua 6 poli di eccellenza che, sia per potenzialità di sviluppo che per l’alto valore simbolico che incarnano, diventano fulcri della Reggio futura, grandi poli di riferimento della cultura, della socialità e dell’economia cittadina.
Il piano prevede quindi complessi interventi di riqualificazione e rifunzionalizazzione che hanno per oggetto: il centro storico, il sistema delle ville Ducali, il polo universitario del San Lazzaro, l’area delle ex officine Reggiane, il parco dello sport e del tempo libero del Giglio, le nuove porte di accesso alla città (la stazione medio-padana, i ponti di Calatrava e il casello autostradale) e le aree ad esse limitrofe (la fiera, i centri direzionali e commerciali).
I poli, le cui riqualificazioni saranno orientate da criteri di elevata qualità architettonica ed ambientale, saranno al centro di importanti interventi di potenziamento delle infrastrutture di collegamento e di dialogo con territorio. Essi non saranno infatti ‘monadi’ isolate ma entreranno a far parte di una comune rete di relazioni con la città.
3 – La città si riqualifica. La terza strategia persegue obiettivi di riqualificazione urbana estesa, riguardanti la via Emilia, la zona nord della città, il polo produttivo di Mancasale, le frazioni, i corsi d’acqua del Modolena, Rodano e Crostolo e il paesaggio in cui sono inseriti.
Il Psc – che opera sulla base di un’indagine effettuata su tutto il territorio comunale dal punto di vista morfologico, ambientale, di infrastrutture e servizi – prevede azioni di diffusa manutenzione degli spazi pubblici e delle reti (viarie, idriche, fognarie), di incremento degli spazi di verde e dei parcheggi di vicinato, di tutela degli edifici di interesse storico tipologico, di miglioramento dell’accessibilità, di incentivazione alla costruzione di edifici di alta efficienza energetica.
Per favorire lo sviluppo di strategie mirate, il territorio comunale esterno al centro storico è stato diviso in ambiti omogenei per tipologie e caratteristiche di insediamento, funzioni, paesaggio, servizi che permetteranno di differenziare le azioni d’intervento.
Tra gli interventi previsti, il miglioramento del sistema viario, sia all’interno delle frazioni, sia su più ampia scala con l’alleggerimento dei carichi di traffico sulla via Emilia e la costruzione della via Emilia-bis.
Le frazioni in particolare saranno oggetto di interventi tesi alla valorizzazione delle piazze e dei luoghi d’incontro e del patrimonio e delle identità del territorio.
4 – La città si ammoderna. Per quanto riguarda la quarta strategia il Psc individua azioni orientate a migliorare il sistema della mobilità, sia cittadina sia in un’ottica di area vasta, e a riorganizzare le aree produttive e commerciali.
Per quanto riguarda la mobilità, il piano prevede – attraverso il Pum, ma anche attraverso la pianificazione territoriale ed urbanistica di area vasta e la riorganizzazione del trasporto ferroviario – l’estensione delle reti ciclabili, il potenziamento del trasporto collettivo, il completamento dell’anello delle tangenziali, la risoluzione dei nodi di inefficienza della viabilità urbana, piani di moderazione del traffico.
Si dispone inoltre che la pianificazione di nuova residenza possa avvenire solo in prossimità del trasporto collettivo e che le nuove attività industriali e commerciali possano essere progettate solo in corrispondenza dei nodi tra le grandi infrastrutture.
Per quanto riguarda il riordino delle aree produttive e commerciali, le strategie messe in campo si indirizzano verso il contenimento di insediamenti dispersivi e il potenziamento, la diversificazione e la qualificazione della rete commerciale, a cominciare dal centro storico.
Per quanto riguarda nello specifico, il sistema commerciale sono tre le azioni-ambiti di intervento: per il centro storico si prevede di potenziare la sua capacità attrattiva, rafforzando il commercio e l’artigianato di servizio; per l’area nord di localizzare le strutture di vendita più complesse e capaci di esercitare attrazione sui scala provinciale e regionale; per l’area sud di rafforzare le strutture di vendita, per arricchire l’offerta della zona.
5 – La città pubblica si rafforza. La quinta strategia intende perseguire obiettivi di forte sviluppo delle politiche per la residenza sociale, come già si è iniziato a fare con l’approvazione del Piano pluriennale di attuazione (Ppa) 2006-2010, prevedendo di poter raggiungere l’entità di 2400 alloggi (20% dell’intero dimensionamento del piano), di cui 1200 attraverso l’indice aggiuntivo di 0,05 mq/mq e 1200 sulla base delle nuove norme del Piano strutturale comunale da rendere operative con il Piano operativo comunale (Poc). Queste azioni sono accompagnate da interventi di recupero e riqualificazione del patrimonio Erp esistente (Compagnoni, Ma scagni, Foscato, Stranieri) e da contributi per l’affitto a vantaggio delle fasce più deboli.
5A – Nell’ambito della quinta strategia si inserisce il Piano dei Servizi. Il PSC intende costruire una città più vicina ai bisogni dei cittadini, supportando un nuovo welfare, capace di favorire una più elevata coesione sociale. Questo l’obiettivo del Piano dei servizi, uno strumento che affronta questioni decisive come l’equità territoriale, l’identità dei luoghi, il livello di benessere sociale, l’efficacia e l’accessibilità ai servizi.
Nelle ville e nelle frazioni di Reggio risiede il 36% della popolazione, a metà degli anni ’90 ci abitava solo il 18%; gli stranieri sono raddoppiati fra il 2001 e il 2005 attestandosi oltre il 10% dei residenti sino a superare il 20% in alcuni ambiti. Sono arrivati migliaia di studenti universitari in città, gli alloggi sono aumentati di 8.500 fra il 2001 e il 2005, così come aumentano considerevolmente famiglie e residenti. Ci sono più anziani e più bambini di 120 nazionalità diverse. Cambiano gli stili di vita, la percezione del futuro, si affievolisce il senso di appartenenza.
Il Piano dei Servizi diventa quindi strategico e va ben oltre la qualificazione di una nuova ed efficiente rete di servizi per candidarsi quale strumento in grado di occuparsi della qualità urbana diffusa, il benessere dei cittadini e un rafforzato senso di comunità.. Con questo Piano si riparte dai quartieri, le periferie, le ville e le frazioni, senza per questo rinunciare ad un progetto unitario di città. Il risultato raggiunto è una sintesi delle prime due fasi di analisi e interpretazione, alle quali segue la fase progettuale e le scelte di prospettiva per ognuno dei 57 ambiti in cui è stato suddiviso il territorio comunale. Il Piano dei servizi prende forma con il contributo delle Circoscrizioni e dei cittadini. Alle prime due fasi hanno lavorato una trentina di gruppi di lavoro con i quali si è costruita una prima mappa critica del territorio. Con gli stessi interlocutori (anche in forme diverse) si giunge alla rappresentazione di un progetto urbano condiviso di ognuno degli ambiti. I cittadini contribuiscono alla costruzione del progetto di città, ma soprattutto devono potersi riconoscere nel progetto della propria frazione, del proprio quartiere, mettendo nel conto la necessaria gradualità nella sua realizzazione ma anche la certezza degli obiettivi e delle previsioni di medio periodo.
Capire come i cittadini percepiscono il proprio contesto di vita, i problemi sociali e demografici intervenuti, le reti di relazioni, le identità e le centralità da rafforzare o ricostruire, la dotazione di servizi (anche privati) e infrastrutture da potenziare o qualificare, sono gli obiettivi ambiziosi e innovativi, il punto di arrivo del Piano dei servizi.
6 – Il territorio riconosce e valorizza le sue risorse. La sesta strategia ha come obiettivo diffondere e ricostruire “qualità” territoriale, sia in ambito cittadino che rurale.
La strategia riguarda infatti al contempo il paesaggio e la salvaguardia del terreno agricolo, il patrimonio edilizio storico e il potenziamento della rete ecologica e della biodiversità.
Per ciò che riguarda il paesaggio e le aree di valore naturale e ambientale, vengono individuati, in base alla normativa regionale, dei macroambiti di intervento: il parco del Crostolo e le Ville Estensi, la zona del Rodano-Acque Chiare e del canale di Secchia, la collina, il Ghiardo, le corti e le Bonifiche Benedettine, ma anche “sistemi di paesaggio” suddivisi in sistemi dei nuclei storici, come sulla via Emilia.
Per ciò che concerne il territorio agricolo e la sua salvaguardia le norme e le modalità di applicazione urbanistica ed edilizia usate sinora vengono ripensate in un’ottica di differenziazione degli interventi in relazione alle tipologie dei beni, di contenimento insediativo e di tutela paesaggistica e del territorio.
Obiettivo centrale della strategia indicata è inoltre il potenziamento della rete ecologica e della bio-diversità. Le azioni conseguenti riguardano in primo luogo i due corridoi fluviali primari collina-pianura, in secondo luogo l’area dei fontanili occidentali in continuità con la Riserva Naturale dei Fontanili di Valle Re; le casse di espansione del Crostolo presso Rivalta; le vasche presso il cavo Tassarola; l’oasi di Marmirolo.