A conclusione del Progetto Equal Palms – Percorsi di avviamento al lavoro per minori stranieri non accompagnati – del Comune di Bologna, martedì 30
ottobre, dalle 9 alle 17, all’Urban Center, Voltone del Podestà 1/I, Palazzo Re Enzo, si svolgerà un seminario di riflessione sul tema.
Apriranno i lavori Adriana Scaramuzzino,vicesindaco di Bologna e Matteo
Piantedosi,viceprefetto vicario di Bologna.
La giornata è articolata in 2 tavole rotonde: la prima sul tema “Minori stranieri e inclusione sociale. Vita di strada e strategie di aggancio”, la
seconda sul tema “Minori stranieri e integrazione sociale. Accesso al lavoro tra accoglienza e comunità” . L’obiettivo è quello di stimolare il confronto tra tutti i soggetti che in questi due anni sono stati coinvolti
nelle attività sperimentate grazie al progetto.
L’iniziativa Comunitaria Equal Palms, cofinanaziata dal Fondo Sociale Europeo, mira ad innovare gli approcci e le politiche finalizzate a contrastare il fenomeno della discriminazione e della disuguaglianza nel
contesto del mercato del lavoro, ponendosi come laboratorio per sperimentazioni su base transnazionale.
Il progetto Palms – Accompagnamento al lavoro di minori stranieri non accompagnati – si è occupato di contrastare il rischio di esclusione
sociale e di discriminazione al quale i minori stranieri non accompagnati risultano essere esposti.
Il Comune di Bologna, con l’aiuto dei partner di progetto, enti pubblici e società che operano nel settore sociale, ha portato avanti nel biennio
2005/2007 questa iniziativa sperimentando modelli di inclusione nella società e nei luoghi della città, per combattere i fenomeni della
discriminazione dell’isolamento e della disuguaglianza.
Il tema dei minori non accompagnati è sempre più attuale nella nostra società anche a causa degli sconvolgimenti e dei conflitti che interessano parti del mondo apparentemente lontane dal nostro paese. Un momento
particolarmente delicato per questi ragazzi è rappresentato dal passaggio alla maggiore età: i minori stranieri non accompagnati, infatti, possono ottenere un permesso di soggiorno e restare regolarmente in Italia al compimento dei 18 anni solo se dimostrano di avere una sistemazione abitativa e un contratto di lavoro o di star frequentando un corso di
studio; inoltre, devono essere in grado di attestare la frequenza per almeno due anni di un “progetto di integrazione sociale e civile” gestito da un ente pubblico o privato registrato, ovvero di aver ricevuto un
provvedimento di “non luogo a procedere al rimpatrio” da parte del Comitato per i minori stranieri. Ove non soddisfino tali requisiti, questi ragazzi perdono il permesso di soggiorno al compimento della maggiore età e diventano clandestini, con conseguente elevata probabilità di esclusione sociale e rischio di coinvolgimento in attività devianti.
Alla luce di tutto ciò il Progetto Palms si è posto diversi obiettivi (sperimentazione di percorsi di inserimento e integrazione nel Paese ospitante o di rimpatrio assistito, analizzare il fenomeno, promuovere procedure uniformi sul territorio nazionale relative alla rappresentanza legale del minore e alla sua regolarizzazione …) che poi sono stati
declinati nelle realtà locali coinvolte.