Si sono svolte oggi a Reggio Emilia le celebrazioni per il 211° anniversario del Primo Tricolore, nato nella città emiliana il 7 gennaio 1797, e del 60° anniversario della Costituzione della Repubblica. Ospite d’onore delle manifestazioni, il presidente del Senato Franco Marini.
Dopo l’alzabandiera e gli onori militari sulle note dell’Inno nazionale, eseguito dalla Banda militare dell’Esercito, in piazza Prampolini, in Sala del Tricolore è stata consegnata copia del primo vessillo nazionale ai familiari del partigiani che il 24 aprile 1945 entrarono nella città liberata e issarono sui balconi del Municipio e della Prefettura la bandiera italiana, segno della riconquistata libertà.
Alla cerimonia hanno partecipato, con lo stesso presidente del Senato, il sindaco di Reggio Graziano Delrio, la presidente della Provincia Sonia Marini, il presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani, il prefetto di Reggio Bruno Pezzuto, il generale Domenico Rossi comandante della Regione militare Centro e il presidente dell’associazione nazionale Comitato Primo Tricolore, Otello Montanari.
In rappresentanza delle altre città che fecero parte della Repubblica Cispadana erano presenti il sindaco di Modena Giorgio Pighi e l’assessore Libero Mancuso del Comune di Bologna.
“Abbiamo previsto – ha detto il sindaco Delrio – questo momento solenne, in Sala del Tricolore, che ci permette – nell’anno del 60° anniversario della promulgazione della Costituzione – di unire anche con un gesto simbolico la nascita della nostra bandiera nazionale, che avvenne qui a Reggio Emilia 211 anni fa, il 7 gennaio 1797, riunendo le città della Repubblica Cispadana (Reggio Emilia, Modena, Bologna e Ferrara), con il momento in cui il vessillo tornò a rappresentare, e in modo ancora più sferzante, i suoi valori di libertà, uguaglianza e fraternità.
E cioè quando un gruppo di giovani partigiani lo riportò a sventolare dalle finestre e dai balconi del Municipio e della Prefettura di Reggio Emilia, il 24 aprile 1945, dopo che quei resistenti – al fianco della popolazione civile – avevano detto basta ai Comuni sciolti, alle cooperative di consumo incendiate, alle sedi di partito e giornali devastati, agli assassinii, alle condanne del tribunale speciale, ai confinati e agli internati e avevano iniziato la loro stagione di Resistenza. E dopo che quella stagione aveva finalmente avuto ragione del nemico della democrazia”.
“Abbiamo, di quel giorno felice del 1945 – ha proseguito Delrio – le parole tratte dal diario di Giorgio Morelli, “il Solitario”, che in bicicletta percorse la città con il Tricolore: ‘Ho gridato con tutta la mia voce la prima parola di Libertà dopo tanti anni di schiavitù. Ho visto questo popolo reggiano uscire in massa dalle porte, sbucare di corsa nelle vie, aprire tutte le finestre, gettare mazzi di fiori. Ho visto i volti di questa gente dischiudersi in un sorriso indimenticabile, ho udito una marea di voci, di evviva, di grida, di sensazioni indicibili. Ed ho pianto, perché l’ora che ho vissuto oggi è la sola che abbiamo atteso da tempo con ansia infrenata: che è rimasta chiusa, soffocata, imprigionata in noi durante le ore della nostra lotta clandestina, che è straziata da tutte le torture incise sui corpi dei martiri, che è imporporata dal sangue dei nostri caduti; ma è un’ora che è sbocciata nella più rivoluzionaria purificazione a ridare al popolo fiducia nella pace, nella giustizia, nella libertà”.
“Riconsegnando oggi il Primo Tricolore ai famigliari di quei giovani – ha concluso il sindaco Delrio – sentiamo più che mai vere le parole di Calamandrei – che Reggio Emilia medaglia d’oro della Resistenza ha fatto sue – quando dice ai giovani: se volete vedere dove è nata la Costituzione, andate nei luoghi dove hanno combattuto e sono caduti i partigiani. Avevano vent’anni, venivano da storie e da famiglie diverse, ma seppero lottare insieme per un bene comune, che guardava all’Italia e all’Europa.
La loro lotta fu anche attraversata da eventi laceranti, fatti che non possono essere sottaciuti, ma che non possono alimentare un revisionismo interessato o appiattito sulle cronache politiche dei nostri tempi, e tantomeno possono cambiare un giudizio che la storia ha già pronunciato: e cioè che le varie tradizioni culturali e politiche del nostro Paese, attraverso la lotta di Liberazione e l’incontro fecondo della Costituente hanno scritto un patto di convivenza civile e di riconciliazione, i cui valori condivisi hanno dato forma alla Repubblica italiana”.
Quindi la consegna del Primo Tricolore:
per il partigiano Ideo Bondavalli (nome di battaglia ‘Tris’) alla moglie Loredana Ferrari e al figlio Corrado;
per il partigiano Enrico Cherubini (‘Cesare’) ai figli Damiano, Daniele e Mario;
per il partigiano Ivano Curti alla nuora Lidia Mariotti e al nipote Alessandro Curti;
per il partigiano Luigi Ferrari ai figli Domenico e Luciano;
per il partigiano Gemello Ferretti (‘Jim’) alla moglie Giuseppina Ferrari e al figlio Federico;
per il partigiano Enrico Giaroni ai figli Ferruccio, Edgardo e Neda;
per il partigiano Giorgio Morelli (‘il Solitario’) alla nipote Chiara Morelli;
per il partigiano Enzo Zanetti (‘Orlando’) alle figlie Lorenza e Simona.
Conclusa la manifestazione in Sala del Tricolore, la giornata è proseguita al teatro Ariosto, con gli interventi dedicati al tema La Costituzione parla ai giovani, svolti dallo stesso presidente Marini, dal sindaco Delrio (vedere nota allegata sul suo intervento), dalla presidente della Provincia Masini e dal presidente della Regione, Errani.
Nel teatro, gremito di studenti, si è poi svolta la cerimonia di consegna di una copia della Costituzione italiana agli studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori.
Ogni scuola era rappresentata da una delegazione composta da due studenti e un insegnate o preside.
Questo l’elenco delle scuole che hanno ricevuto stamani il testo della Costituzione dal presidente Marini e dal sindaco Delrio: liceo scientifico Aldo Moro, Istituto agrario Zanelli, Istituto d’arte Chierici, Istituto tecnico commerciale Filippo Re, Istituto tecnico per geometri Angelo Secchi, Istituto tecnico industriale Nobili, Istituto professionale don Zeffirino Jodi, Istituto professionale Galvani-Sidoli, Istituto professionale Motti, Ipsia Lombardini, Istituto Godetti.
Quest’anno la Carta costituzionale, con scritti introduttivi di Meuccio Ruini, Giuseppe Dossetti e Nilde Iotti, verrà distribuita nelle scuole in 1.800 copie. Altre copie verranno consegnate ai giovani lavoratori che quest’anno compiono la maggiore età.
A conclusione dell’incontro all’Ariosto, il sindaco Delrio ha donato il Primo Tricolore al presidente Marini.
Nel pomeriggio al Albinea, il presidente del Senato Marini ha commemorato i partigiani Giorgio Morelli (nome di battaglia ‘Il Solitario’) e don Domenico Orlandini (detto ‘Carlo’) rispettivamente nel sessantesimo e trentesimo anniversario della morte. La commemorazione, promossa dalle associazioni Alpi-Apc e Anpi, si è tenuta nella Sala ‘Giulia Maramotti’ in via Don Sturzo ad Albinea.
Attraverso un collegamento televisivo, il sindaco Delrio parteciperà in serata a un evento celebrativo previsto a Firenze, durante il quale il Primo Tricolore verrà consegnato al sindaco e presidente nazionale dell’Anci, Leonardo Domenici.
A partire dalle 18 di oggi, nell’ambito del progetto Rebox, nei quartieri cittadini verranno illuminati 40 light box dedicati a Le parole della Costituzione, pannelli dedicati ai 12 Principi fondamentali della Costituzione, omaggio e testimonianza di adesione ai principi fondamentali della Carta, e riconoscimento delle qualità espressive di un testo capace, come una grande opera letteraria, di parlare “per tutte e a tutte le coscienze”.
Le celebrazioni si concluderanno alle 20.30 al teatro Municipale Romolo Valli con il concerto dei Cameristi della Scala, che eseguiranno musiche di Beethoven e Schumann. La direzione è di Antonello Manacorda, Andrea Lucchesini al pianoforte, Francesco Manara al violino e Massimo Polidori al violoncello. In sala saranno ospiti tra il pubblico gli studenti del Peri.