Per superare le incertezze di oggi, le paure liquide, occorre ritrovare quello spirito di comunità dei padri Costituenti. Lo ha detto il sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio, citando Giuseppe Dossetti oggi al Teatro Ariosto, dove, in occasione del 7 gennaio, è stata donata copia della Costituzione agli studenti delle scuole superiori.
Dopo aver letto il messaggio del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano inviato alla città di Reggio Emilia, il sindaco ha iniziato il suo discorso: “Ricordare questo evento del passato, significa fare memoria di chi siamo, di quali sono i valori su cui si fonda la nostra democrazia e che ci debbono sorreggere, oggi e domani. Abbiamo voluto leggere insieme gli eventi che rievochiamo oggi – la nascita del Tricolore come liberazione di un popolo e quindi la nascita la Repubblica Cispadana, la guerra di Liberazione che abbiamo ricordato poco fa in Sala del Tricolore, e la promulgazione della Costituzione – perché tra di loro c’è un filo comune: sono eventi fondanti per la nostra storia di cittadini reggiani, italiani ed europei, sono eventi fondanti per la conoscenza dei nostri diritti e dei nostri doveri. Per questo, ragazzi, vorremmo che li conosceste. Perché i principi che animarono giovani come voi nelle giornate del 1797, poi in quelle del 1943-1945, le parole scritte dai nostri Costituenti nel 1948, non sono lettera morta. Nello spirito della Costituzione e della democrazia repubblicana, nella perpetuazione della nostra comunità nazionale, della pace e della convivenza civile, nei valori di libertà, uguaglianza e fraternità, le generazioni più giovani possono trovare ancora il senso della partecipazione a un’impresa collettiva, a dispetto delle molte delusioni riservate a tutti noi da un individualismo esasperato che portandoci a pensare solo a noi stessi finisce per lasciarci tutti sempre più soli ed isolati”.
Tutti i diciottenni reggiani riceveranno la Costituzione edita dal Comune di Reggio e accompagnata dalle parole dei tre Costituenti reggiani, Giuseppe Dossetti, Nilde Iotti, Meuccio Ruini. “Leggete quelle parole. Vi illumineranno – ha detto il sindaco Delrio rivolto al giovane pubblico – Come ricorda Dossetti, la Costituzione italiana è stata ispirata da un grande fatto globale, i sei anni di guerra mondiale. I Costituenti che si accingevano a scrivere la Carta fondamentale avevano davanti a sé le decine di milioni di morti nei combattimenti, nei lager, nelle città bombardate, le torture, la fame e gli stenti, il mondo che cambiava davanti ai loro occhi, le divisioni profonde e laceranti lasciate dal clima di sospetto e vendetta, la contrapposizione ideologica, la dissoluzione delle regole di convivenza che aveva trasformato ogni vicino in un potenziale nemico. Furono eventi così immani e presenti da spingere i Costituenti al superamento delle idee di parte per operare comunemente alla rinascita del paese, con la speranza di un’esistenza di pace e di opportunità nuove per i suoi cittadini: così la Costituzione italiana – che afferma il valore inviolabile di ogni persona umana, gli uguali diritti e uguali doveri, senza distinzione di sesso, lingua, opinioni politiche, posizioni personali e sociali – è diventata per il nostro paese un passaggio fondamentale di riconciliazione, una grande opera di ri-partenza”.
“Oggi avete a che fare con altre guerre – ha ripreso il sindaco – altre paure e altre incertezze, c’è chi le definisce “liquide”, perché più virtuali e più infide. Incertezze che riguardano il lavoro, la realizzazione personale e famigliare, ma anche paure che si insinuano tra persona e persona a suggerire diffidenza reciproca. Oggi, perché voi possiate trovare nella vostra stessa città le chiavi per superare queste paure “liquide”, ciò avverrà se l’incontro con l’altro sarà in un’attitudine di ascolto reciproco.
E’ sotto questo segno che nascono le iniziative dell’Amministrazione alle quali molti di voi partecipano: come la Leva giovani, che dà la possibilità a voi di impegnarvi in un’attività a favore della Comunità, alla Comunità di investire nel senso civico di ragazzi e ragazze di Reggio.
Così come quando l’Amministrazione organizza i servizi rivolti agli anziani e ai bambini, alle famiglie, ma anche quando ristruttura una piazza, realizza un ciclopedonale, progetta il recupero di una frazione, noi pensiamo sempre a rafforzare i legami di comunità, a creare opportunità per l’incontro e la relazione tra le persone. Pensiamo ad una vita di comunità come a un luogo dove stare bene insieme agli altri, dove intraprendere relazioni positive ed amicali, abbracciare imprese comuni, cooperare a iniziative condivise.
E’ proprio di un fervore di questo tipo e di questa dimensione spirituale di comunità, che è fatta la nostra Costituzione. Giuseppe Dossetti lo ricordò a Cavriago, quando gli fu conferita la cittadinanza onoraria, riconoscendo la centralità della dimensione comunitaria appresa nella città della sua giovinezza. “Proprio quello che ho appreso qui – disse – la vita di comunità, l’impegno di solidarietà, la lealtà assoluta reciproca, l’esercizio di funzioni che siano funzioni esercitate veramente con distacco personale… Questo rinnovamento dell’uomo, della sua coscienza, della sua lealtà, del suo senso di solidarietà, della sua dimensione spirituale, umana, comunitaria è ancora più urgente delle riforme istituzionali.
Con lo stesso ardore dei costituenti, fatto di solidarietà, intelligenza e spirito di comunità, si può affrontare il villaggio globale. Non c’è da avere paura se si accoglie un uomo come un fratello, non ne verrà che del bene, diceva ancora Dossetti. “Niente paura, niente paura – canta Ligabue – ci pensa la vita”, se tenete la Costituzione come una luce che, nel buio, illumina un cammino. Una luce che rischiara il volto di chi abbiamo vicino e lo rende più amico”.
Ecco, un’Italia, una città, più fiduciosa ha bisogno di credere di più in se stessa, di essere illuminata da una visione del bene comune. Ha bisogno di riforme istituzionali – per operare meglio, e per decidere in modo più efficace – ha bisogno di una rinnovata e condivisa cultura politica, ma ha bisogno anche, specialmente, di cittadini attenti, coinvolti e responsabili. Nulla viene da solo; un mondo migliore ha bisogno dell’impegno di tutti e di ciascuno, nessuno escluso. Bisogna crederci, cari giovani, e rischiare, come fecero gli uomini e le donne che ci hanno regalato il primo Tricolore, in quel 7 gennaio 1797. Allora come oggi, davanti a un destino incerto per continuare a seminare libertà, uguaglianza e fraternità, abbiamo bisogno non di eroi, ma di voi, cittadine e cittadini responsabili”.
Riguardo le accuse di declino al paese Italia, Delrio aveva affermato: “Noi non crediamo a un declino. Il presidente Napolitano e il presidente del Consiglio Romano Prodi ci invitano a un atteggiamento operoso e di fiducia. Crediamo anche noi che nell’epoca delle cosiddette “passioni tristi” – vuote, grigie, prive di speranza – si debba rispondere con un sovrappiù d’anima. E’ così che fecero i rivoluzionari della Repubblica Cispadana del 1797, così fecero i giovani partigiani e le staffette durante la Resistenza, così fecero i “rivoluzionari” padri costituenti– da Dossetti a Calamandrei, da Togliatti a Nenni, Nilde Iotti e Meuccio Ruini – con la Carta costituzionale nel 1948, deposito di valori altissimi e sempre attuali, che hanno reso forte ed eminente l’Italia repubblicana”.
Di Reggio il sindaco ha parlato quando ha ricordato che la ricorrenza del 7 gennaio rappresenta sempre un’occasione per fare bilanci e riflettere sull’evoluzione di Reggio: Reggio è molte cose, fatti e idee eccellenti, ha detto, ha una storia speciale, tradizioni democratiche sono nutrite di sogni socialisti, di municipalismo riformatore, di cooperativismo forte e autorevole e di un cattolicesimo sociale capace al tempo stesso di produrre visioni e opere.
“Una città la cui identità coincide con l’aspirazione a essere un laboratorio e un luogo nel quale si sperimenta una pluralità di forme del vivere e del convivere, all’insegna di uno spirito di progresso e di miglioramento delle condizioni esistenziali di tutti, nessuno escluso, cittadini storici e nuovi cittadini. Tutti reggiani e reggiane, non per diritto di suolo, ma per condivisione di valori e di un senso della comunità. Una città aperta e di frontiera, che cerca di progettare il nuovo, innestandolo con la sua visione umanistica, lo spirito di servizio dell’interesse generale e la promozione della giustizia sociale.
Ma anche a Reggio Emilia “la globalizzazione soffia oggi con forza e anche nei suoi aspetti negativi. Anche la comunità reggiana, portatrice di un civismo esemplare, vive contraddizioni e difficoltà”.
Ai giovani il sindaco ha rivolto diversi appelli.
“Reggio è e vuole essere una città dei talenti e una città multiculturale: “Vorrei, vorremmo, nella nostra Reggio e nella nostra Italia, che i giovani si adoperassero per combattere il pregiudizio etnico e culturale, perché nelle loro esistenze quotidiane la “differenza di paesi d’origine”, non costituisce più un problema, né tanto meno una sorpresa.
Vorrei, vorremmo che, come molti di loro fanno, studiando all’estero o cooperando nei paesi più poveri, molti altri potessero spendere le esperienze fatte a sostegno di un’idea di città accogliente e comunitaria, e dove tutti forniscono il proprio contributo al bene comune, rispettando regole condivise. Vorremmo che i giovani costruissero la città multiculturale avendo memoria viva delle loro radici, della loro storia e della loro cultura e una curiosità vivace verso la storia, la cultura di tanti altri giovani come loro, con una passione di pace.
Vorrei, vorremmo che portassero innovazione e cambiamento, la loro intelligenza e la loro creatività. Ecco perché, con varie iniziative – dalla riqualificazione degli spazi delle ex Officine Reggiane al progetto per giovani imprenditori al progetto del wi-fi gratuito– l’Amministrazione comunale si sta adoperando per dare vita a un contesto cittadino che favorisca e allarghi gli spazi e il ruolo dell’economia del sapere e della conoscenza e, in tal modo, valorizzi le giovani forze e intelligenze, quelle locali e quelle, estremamente benvenute, che vorranno venire e aggiungersi ai reggiani. I ponti dell’architetto spagnolo Santiago Calatrava, sui quali tanto si è dibattuto, e di cui tanto ancora si discute sono precisamente, e plasticamente, l’espressione del nostro desiderio di modernità, intelligente e accogliente, e mai a dispetto della centralità della dimensione sociale.
Vorrei, vorremmo che i giovani si facessero portatori di una radicalità e di una capacità di inventarsi il futuro che rappresenta la migliore risposta alle litanie sul declino dell’Italia. Vorrei, vorremmo, che fossero protagonisti della loro epoca contrastando il dilagare della sfiducia, della remissività, della paura.
Vorrei, vorremmo che i giovani riscoprissero la politica, come strumento, democratico, per cambiare le cose, tornare a credere e realizzare una società migliore, più giusta e solidale, partendo anche dalla lettura della meravigliosa Costituzione della Repubblica italiana.