Cattive notizie, per tutti, consumatori e piccoli e medi imprenditori, sul fronte dell’andamento dei prezzi nel mese di gennaio: l’inflazione, come si temeva e, in più occasioni, Confesercenti Modena aveva evidenziato, accelera.
A trainare verso l’alto le percentuali prima di tutto i trasporti, con un incremento, su base annua, del 5,8 per cento. Un aumento che, inevitabilmente si spalma sulla maggior parte delle voci censite, a partire dagli alimentari che fanno segnare un più 4,2 per cento. Pesa, inoltre, come costo che interessa tutti, l’incremento del 3,1 per cento, sempre su base annua, per le voci acqua, elettricità, combustibili, abitazione. Sono questi per Confesercenti alcuni dei dati più significativi e preoccupanti diffusi oggi dall’Osservatorio prezzi del Comune di Modena che riportano all’attenzione dell’opinione pubblica il tema del caro vita.
Il quadro che ne scaturisce è preoccupante e rischia di avere l’effetto di incidere negativamente sull’andamento dei consumi, già piuttosto ridotti, anche a causa di una drastica riduzione del potere d’acquisto. Per questa ragione Confesercenti Modena sottolinea che per affrontare le criticità che stanno emergendo in modo sempre più marcato serve, da parte di tutti, una seria assunzione di responsabilità. Confesercenti con determinazione, continuerà ad operare per dare il proprio contributo prima di tutto assicurando, per quanto compete all’associazione, la massima trasparenza rispetto alle dinamiche che portano alla determinazione del prezzo finale; allo stesso modo ci auguriamo che con il contributo delle Istituzioni e delle associazioni dei consumatori, si possa uscire dalla contrapposizione, per mettere finalmente in campo azioni e misure virtuose tese a difendere davvero il potere di acquisto dei consumatori modenesi.
Con particolare riguardo ai prodotti alimentari certamente l’attenzione deve essere alta, ma occorre anche chiedersi perché gli aumenti si verificano anche in un territorio, come quello modenese, in cui vi è una rete diffusa di piccoli esercizi, supermercati ed ipermercati che garantiscono ampie possibilità di scelta da parte del consumatore. Se il problema fosse legato solo ad alcuni operatori, sarebbe lo stesso consumatore a punire i furbi, andando, giustamente, nel negozio del concorrente. La realtà invece è diversa e, escludendo che possa esserci un cartello tra operatori profondamente diversi tra loro, per dimensioni e spesso anche per tipologia dei prodotti offerti, viene da pensare che ci sia qualcosa che trasversalmente attraversa e colpisce la distribuzione nel suo complesso. Per questa ragione, conclude Confesercenti, fondamentale è il confronto costruttivo tra produttori, associazioni imprenditoriali e dei consumatori e amministratori pubblici per individuare possibili correttivi.