Una crescita lenta, che nel secondo semestre 2007 non ha superato il punto percentuale, più positive invece le previsioni per il 2008, anche per l’artigianato. Lo rileva la nona Indagine congiunturale sull’artigianato e la piccola impresa in Emilia-Romagna, condotta da Confartigianato-Federimprese tra il 26 novembre e il 7 dicembre su un campione di 900 imprese della regione analizzando fatturato, ordini, occupazione e investimenti.
Ferrara, Forlì-Cesena e Modena hanno avuto un 2007 negativo e difficilmente potranno vedere miglioramenti nell’immediato; Parma e Reggio Emilia nel 2008 dovrebbero invece registrare segnali di miglioramento (più marcati per Parma, già in ripresa nel 2007); Bologna, Piacenza, Ravenna e Rimini avranno una certa stabilità (a parte il capoluogo regionale, le altre tre hanno già vissuto vistosi cali dei parametri nel 2007).
“Come sempre – dichiara il Presidente di Confartigianato Emilia Romagna, Giampaolo Palazzi – il confronto diretto con imprenditori e artigiani rivela sempre alcune sorprese, stupisce infatti che nonostante la situazione sia di stallo o di lieve miglioramento buona parte degli intervistati abbia espresso la volontà di investire sulla propria attività. Purtroppo l’attuale incertezza politica e l’arrivo delle elezioni non potranno che contribuire in negativo al quadro generale in cui si muovono le aziende, una situazione in cui diventerà ancora più importante la capacità di aiutare le imprese da parte della istituzioni locali”.
“Negli ultimi anni Confartigianato Emilia Romagna ha salutato i timidi segnali positivi che venivano dal mondo degli artigiani e dei piccoli imprenditori come l’uscita dalla crisi, ora però siamo costretti a vestire i panni del pessimismo e ridimensionare le nostre speranze. Non sarà un periodo facile se sarà confermata una crescita della nostra economia al di sotto dell’1%, inferiore a quella di qualunque altro paese europeo, e senza contare la spada di Damocle rappresentata dal costo del petrolio. Confartigianato continua a credere che si debba avere anche una maggiore decisione nel rivedere la contrattazione del lavoro che deve evolversi tenendo ben presenti i cambiamenti che hanno caratterizzato l’andamento dei mercati in cui le aziende operano. Una riflessione che faccio ricordando che gli unici indici a crescere sempre sono quelli occupazionali, confermando come i nostri artigiani e piccoli imprenditori mantengono la capacità di assordire le fuori uscite dalla grande industria, sempre meno grande dalle nostre parti”.
“L’Emilia Romagna – conclude il Presidente di Confartigianato Emilia Romagna Giampaolo Palazzi – è uno dei motori del Paese ma per restarlo dobbiamo avere il coraggio di innovare il nostro sistema rendendolo più competitivo, puntando al miglioramento delle infrastrutture e del sistema di trasporto per favorire la mobilità interna e quella esterna che attraversa la Regione”.