Assica – che rappresenta a livello confindustriale le imprese di macellazione e trasformazione della carne – vuole precisare alcuni punti per fare chiarezza sulle voci che in maniera indiscriminata stanno circolando in questi giorni. Si tratta di dati incontrovertibili e ampiamente dimostrabili.
In particolare abbiamo evidenziato che:
– i prezzi alla produzione del settore suinicolo sono, in genere, diminuiti, addirittura la carne suina all’ingrosso, nel 2007, è diminuita del 4% rispetto al 2006.
– I prezzi al consumo sono aumentati nel 2007 molto meno dell’inflazione e, per alcuni importanti prodotti, addirittura diminuiti: a fronte di un indice generale del 2.6% i salumi sono cresciuti dell’1,9% mentre la carne suina è cresciuta solo dell’1,1%. Addirittura, nel 2007, il costo medio al consumo di un importante prodotto come il Prosciutto di Parma ha subito un calo dell’1,2%.
– Nel 2007 i consumi di carne suina e salumi non sono diminuiti ma sono aumentati di circa il 2%
– Un altro punto che riteniamo importante è che non si può confrontare il prezzo di un animale vivo con quello della braciola o, addirittura con quello del prosciutto. Affermare, coma fa Coldiretti, che “il prezzo del maiale si moltiplica per cinque se si acquista la braciola” non ha, infatti, alcun significato economico. A parte il fatto che non si considerano i costi di trasporto e macellazione, occorre ricordare che la parte pregiata dei tagli di un suino (come il lombo da cui si ricavano le braciole o la coscia da cui si produce il prosciutto) rappresenta meno della metà del peso dell’animale vivo.
Periodico quotidiano Sassuolo2000.it
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