Nel corso del Consiglio comunale di Carpi di giovedì 14 febbraio scorso è stato discusso un ordine del giorno presentato dal capogruppo dei Popolari-Liberali verso il popolo della Libertà Luca Ghelfi.
Nel testo del documento si ricordava che “il Comune di Modena ha promosso un’iniziativa a livello cittadino, in collaborazione con le associazioni di categoria degli esercenti e dei panificatori, che blocca a 2,50 euro a kg il prezzo del pane comune (in particolare il formato bauletto è quello scelto a Modena) da dicembre 2007 a maggio 2008; che l’iniziativa è stata presa in risposta ai rincari generalizzati dell’ultimo periodo ed alle difficoltà dei cittadini consumatori, specie quelli con famiglie numerose a carico e con reddito basso, a far fronte all’aumento del costo dei generi alimentari di prima necessità; che la stessa categoria dei panificatori ha aderito numerosa all’iniziativa certa di beneficiare, a compenso dello sforzo produttivo, di una campagna promozionale mirata e di un riscontro positivo presso tutti i cittadini. Posto questo chiedo che anche l’amministrazione carpigiana, nei ruoli e nelle persone degli assessori competenti, promuova un’iniziativa simile di concerto con le associazioni di categoria locali, fissando un prezzo di vendita medio-basso per un unica tipologia di pane, da mantenere stabile in tutti gli esercizi aderenti fino al mese di maggio 2008, e anche oltre. La stessa amministrazione garantisca, per i punti vendita aderenti all’iniziativa, un’attività promozionale che dia evidenza alla scelta intrapresa”.
Il Consiglio comunale ha visto schierarsi a favore su questo documento oltre a Ghelfi anche Leganord, An, Fi, LtC, astenersi Rc, Sd, Pdci e il consigliere Borghi del Pd, votare contro Pd e Verdi.
Nel corso del dibattito è intervenuto in primis il consigliere Christian Terenziani (Pd), che ha definito demagogico l’ordine del giorno, “visto che la possibilità di un prezzo fisso per il pane è stata abolita nel 1986, che le nostre specialità non si prestano e i singoli panifici artigiani hanno piuttosto il problema di combattere sul mercato contro la grande distribuzione”.
Roberto Andreoli (capogruppo di Forza Italia) ha ricordato come il documento di Ghelfi non obblighi ma inviti su base volontaria: “in provincia è aumentata la superficie coltivata a frumento nell’ultimo anno del 30% e i prezzi del 100%: la Coop – ha detto – ha diminuito i prezzi di oltre 4000 prodotti ma è lo stesso meno conveniente di Esselunga e lo dimostra una indagine annuale pagata anche dal nostro Comune. Il pane che acquistiamo comunque la sera è immangiabile, una volta era sicuramente migliore…”.
Il capogruppo di Rifondazione comunista Massimo Valentini ha chiesto dal canto suo in aula come mai a Carpi non si possa avviare una esperienza come quella fatta altrove di recupero e redistribuzione degli alimenti quasi scaduti o esteticamente poco gradevoli: l’assessore alle Politiche sociali Cinzia Caruso gli ha risposto ricordando la sperimentazione avviata in città assieme a Conad, Nazareno e Porta Aperta nel 2007 e denominata Last minute market.
L’assessore al Commercio Lella Rizzi ha poi rammentato come una passata sperimentazione di un prezzo fisso per il pane, alimento di cui continua a calare il consumo e aumentare il costo al dettaglio, dopo sei mesi venne sospesa.
“Pagnotte a prezzo fisso simile a quello che si pratica a Modena – ha spiegato – sono comunque in vendita nelle nostre strutture distributive: sono quelle di grossa pezzatura, oppure il Pane di Verica venduto da Coop e Conad ad un euro al chilo. Ringrazio il consigliere Andreoli per avere citato l’indagine di Federconsumatori, visto che ogni anno contesta il contributo comunale di 1032 euro, indagine che mostra sì che Esselunga è più conveniente ma solo nel comparto supermercati”.
“Mi spiace sentire che non voterete questo odg – ha concluso in sede di replica Ghelfi – mi sembrava una bella idea quella del pane a prezzo fisso, che potesse incontrare un favore generalizzato. Le vostre sono solo motivazioni ideologiche”.