Economia provinciale in deciso recupero nel 2006-2010 rispetto al quinquennio precedente. Sono le rosee previsioni del dossier che il Centro di
icerche economiche Prometeia ha messo a punto per la Provincia di Modena e che è stato presentato a Comuni, associazioni imprenditoriali, professionali e di categoria. Le analisi mostrano un sistema produttivo in espansione per valore aggiunto e occupazione, essenzialmente trainato dalle esportazioni per effetto anche della ristrutturazione e riqualificazione dell’apparato produttivo.
I tassi di variazione medi annui nel 2006-2010 dei tre principali indicatori economici sono tutti positivi: più 2,9 per cento per l’export, più 1,9 per cento per valore aggiunto e più 1 per cento per unità di lavoro. L’espansione del mercato del lavoro, attestato da tassi di attività e occupazione in crescita, porterà nel 2010, secondo Prometeia, a un tasso di disoccupazione dell’1,9 per cento, addirittura al di sotto di quel 3 per cento circa considerato dagli analisti come “valore frizionale”.
«Il nostro sistema produttivo negli anni del rallentamento economico 2001-2005 ha saputo intraprendere la strada della ristrutturazione e riqualificazione – sottolinea Palma Costi, assessore provinciale agli Interventi economici – arrivando, dal 2006 in poi, a crescere sul piano dell’export, del valore aggiunto e dell’occupazione, mantenendo al contempo la centralità del manifatturiero e accelerando l’espansione dei servizi. Dobbiamo però registrare – aggiunge l’assessore – anche il permanere di alcune criticità come la scarsa vivacità della domanda di occupazione nel 2007 da parte delle imprese del terziario di piccole dimensioni, rispetto alle performance regionali e nazionali, e soprattutto la difficoltà nel reperimento di forza lavoro che riguarda quasi quattro assunzioni su dieci. A queste problematiche dobbiamo dare riposte attraverso politiche di incentivazione dell’innovazione e dell’acceso al credito, ma anche di rafforzamento della istruzione secondaria e post secondaria e della formazione continua, che costituiscono elementi centrali per lo sviluppo di un sistema produttivo fondato sulla conoscenza».
A invertire la rotta è stata soprattutto la manifattura il cui valore aggiunto da una variazione negativa del meno 2,2 per cento annuo nei primi anni del 2000 è passato a un aumento dell’1,9 per cento nel periodo 2006 –2010 e la cui contrazione sul piano occupazionale (meno 1,9 per cento annuo) si è fermata e ribaltata in una crescita dello 0,5 per cento per anno.
I settori produttivi in forte crecita
Se il manifatturiero ha ribaltato le tendenze (registrando dal 2006 variazioni annue del più 1,9 per cento per valore aggiunto e più 0,5 per cento per unità di lavoro), ugualmente i servizi hanno ripreso a crescere a ritmi sostenuti sia nel valore aggiunto (più 2,1 per cento annuo nel 2006-2010) che nell’occupazione (più 1,5 per cento), mostrandosi il settore con le migliori performance per entrambi gli indicatori. In agricoltura se da un lato permane la fuoriuscita di lavoratori, dall’altro lato si è interrotta la tendenza al ribasso del valore aggiunto che ha abbandonato i tassi di variazione negativi del meno 3 per cento annui dei primi anni del 2000, per attestarsi su variazioni del più 1,9 per cento dal 2006 in poi.
A conferma di una netta virata del trend di crescita dell’economia locale, il settore delle costruzioni, dopo un periodo di forte espansione nel 2001-2005, è soggetto a una decelerazione del trend di crescita degli occupati e soprattutto a un brusco calo del valore aggiunto, previsto in diminuzione di un punto percentuale l’anno rispetto alla crescita di quattro punti annui nel periodo 2001-2005.
Un confronto con la realtà regionale e nazionale vede primeggiare Modena per valore dell’export sul valore aggiunto totale. Tale indicatore manterrà nel 2010, così com’era nel 2005, valori superiori al 45 per cento, distaccando di oltre dieci punti percentuali l’indicatore regionale e di venti punti percentuali quello nazionale.
Previsto in netta crescita il valore aggiunto per occupato che da 44 mila euro nel 2005, supererà quota 50 mila euro nel 2010, sopravanzando il dato regionale (di poco superiore a 48 mila euro) e quello nazionale (al di sotto dei 47 mila euro).
Cresce l’occupazione
Basandosi sui dati dell’indagine Excelsior 2007, Prometeia mostra come la percentuale delle imprese modenesi che hanno previsto assunzioni nel 2007, pari a 28,8 per cento del totale) sia superiore al dato regionale del 28,3 per cento e alla media italiana, pari al 26,5 per cento. In particolare, rispetto alla realtà regionale e nazionale, è l’industria più che i servizi ad aver previsto assunzioni nel 2007. Il 35,5 per cento delle imprese dell’industria e delle costruzioni modenesi hanno segnalato nuove assunzioni, rispetto al 32,6 per cento di quelle regionali e al 30,7 per cento di quelle nazionali.
La caratterizzazione manifatturiera della realtà provinciale emerge anche dalla dinamica di crescita delle assunzioni del 2007 rispetto al 2006. Se infatti l’incremento previsto dell’occupazione nell’industria è allineato a quello regionale e nazionale, nei servizi le imprese modenesi prevedono tassi di crescita delle assunzioni notevolmente inferiori a quelle delle imprese regionali e nazionali. Per di più, mentre nei servizi sono le imprese medio grandi ad avere performance occupazionali migliori, nell’industria la variazione occupazionale è inversamente proporzionale alla dimensione d’impresa, per cui le micro imprese registrano previsioni di crescita occupazionale notevolmente superiori a quelle espresse dalle imprese con oltre 50 addetti.
Assunzioni complicate
La richiesta di lavoratori stagionali da parte delle imprese modenesi nel 2007 è pari a 2.390 unità (l’8,1 per cento del totale regionale) e viene soprattutto dalle micro imprese e a livello settoriale dai servizi diversi dal turismo. Nel 2007 le assunzioni previste di lavoratori stranieri sono numericamente consistenti (4.820 unità), anche in rapporto al totale regionale di cui costituiscono il 14,7 per cento e sono per la stragrande maggioranza assunzioni stabili. Il peso della componente stagionale sul totale è difatti molto contenuto, soprattutto rispetto al dato dell’Emilia Romagna e dell’Italia. Ad assumere lavoratori immigrati stabili a Modena nel 2007 è soprattutto la medio -grande dimensione d’impresa.
Gli imprenditori dichiarano poi che il 39 per cento (circa 4 su 10) delle nuove assunzioni del 2007 è di difficile reperimento perché non si trovano i profili professionali richiesti, un dato superiore a quello regionale del 35,8 per cento e nazionale del 29,6 per cento. Inoltre, il 27 per cento circa dei nuovi assunti necessita, secondo gli imprenditori della provincia, di ulteriore formazione.
Un’analisi dell’occupazione per genere mostra come nel 2006 a Modena erano 136 mila le donne occupate, il 44 per cento del totale degli occupati, rispetto al 43,4 per cento regionale e 39,4 per cento nazionale. Dal 1993 al 2006 il tasso di attività femminile e il tasso di occupazione femminile sono cresciuti per tutte e tre le aree geografiche, pur mantenendo Modena un forte primato. Anche il tasso di disoccupazione femminile è calato nel tempo registrando valori inferiori al dato regionale e distaccando di molto quello nazionale.
Dall’indagine emerge, infine, la rilevanza su piano produttivo del sistema di istruzione secondaria e post secondaria. I dati relativi alle assunzioni per titolo di studio mostrano una forte incidenza della domanda di diplomati con istruzione secondaria o post secondaria: 35 su 100 assunti richiesti nel 2007, rispetto a 18 con qualifica professionale e nove con titolo universitario.
In generale, il livello di istruzione richiesto dalle aziende modenesi è più elevato della media nazionale. Questo orientamento è compatibile con la propensione verso le attività innovative e la ricerca, attestata da un trend di crescita tra il 1999 e il 2005 del numero di brevetti sul valore aggiunto migliore per la provincia rispetto a Regione Emilia Romagna e Italia.