Occorre evitare soluzioni semplicistiche e demagogiche che, se da un lato contribuiscono a favorire alcuni segmenti della filiera, dall’altro finiscono per indebolirne altri creando allarme su diversi versanti.
Che la filiera italiana sia “sterminata“ e fattore di moltiplicazione artificiosa dei prezzi è un dato ormai evidente a tutti; non è tuttavia l’unico fattore di lievitazione abnorme dei prezzi.
A cominciare dall’aumento dei costi a livello internazionale delle materie prime (grano e petrolio in primis) che condizionano pesantemente i diversi quadri locali, per finire con gli aumenti dei costi energetici, dei trasporti e della tariffazione locale, che incidono pesantemente sulla vita delle famiglie e delle imprese. Aumenti che in molti casi sono più alti del dato inflattivo, basti pensare solo per restare a Modena all’incremento della TIA: si aggira intorno al +6% per le imprese contro un dato inflattivo medio del +2,9%.
Per questa ragione, Confesercenti ritiene, che l’enfasi posta a livello locale sulla diffusione dei cosiddetti mercati dei produttori agricoli come la panacea in grado di risolvere il problema del caro-prezzi sia una risposta più elettorale che tecnica.
Per altro si colloca in un contesto commerciale che vede la grande distribuzione controllare l’80% del settore alimentare, senza che ciò di per sé, abbia prodotto nella realtà modenese un andamento migliore di quello nazionale, lo dimostra il dato inflazionistico.
Confesercenti non ritiene che l’ulteriore polverizzazione della rete di per sé generi quel canale virtuoso in grado di abbattere la crescita inflazionistica nel settore alimentare, ma al contrario pensa che il processo lasciato alla spontaneità dei singoli, possa produrre sacche di sofferenza in settori della filiera.
Secondo la normativa vigente in materia, i cosiddetti mercati degli agricoltori devono essere istituiti o autorizzati “sulla base di un disciplinare di mercato che regoli le modalità di vendita, finalizzato alla valorizzazione della tipicità e della provenienza dei prodotti”.
A questo proposito Confesercenti evidenzia la necessità di una chiara regolamentazione: pertanto chiede che sia la Provincia di Modena ad assumersi al più presto un ruolo di coordinamento teso ad approvare- in collaborazione con le associazioni degli agricoltori e quelle dei commercianti- un regolamento che disciplini i 47 Comuni modenesi. Un intervento atto a dare omogeneità alla applicazione della normativa istitutiva dei mercati degli agricoltori, così da realizzare un’integrazione sinergica, e non già un’inutile sovrapposizione dei mercati stessi con l’articolata rete distributiva modenese.