Il 2007 per l’economia dell’Emilia-Romagna si è chiuso con un bilancio positivo. Nell’ultimo trimestre, la produzione manifatturiera regionale è aumentata tendenzialmente dell’1,7 per cento, risultando anzi in leggera accelerazione riguardo al trimestre precedente. Complessivamente, il 2007 ha registrato un incremento annuo della produzione del 2,1 per cento, in leggero rallentamento rispetto alla crescita del 2,3 per cento riscontrata nel 2006.
In Italia è stata registrata una situazione analoga, ma caratterizzata da un tasso di crescita medio annuo più contenuto pari all’1,2 per cento. Sono alcune delle indicazioni che emergono dall’indagine congiunturale relativa al quarto trimestre 2007 sull’industria manifatturiera dell’Emilia-Romagna, realizzata in collaborazione tra Unioncamere Emilia-Romagna, Confindustria Emilia-Romagna e Carisbo e presentata questa mattina alla stampa. La crescita del quarto trimestre ha interessato la grande maggioranza dei comparti produttivi, con la meccanica a fare da traino. Ogni dimensione aziendale è apparsa in aumento, sia pure con diversa intensità: per le imprese fino a nove dipendenti e da 10 a 49 dipendenti la produzione è salita dello 0,7 per cento, mentre la grande dimensione da 50 a 500 dipendenti ha beneficiato di un incremento molto piu’ significativo (+2,8 per cento). Il fatturato è cresciuto tendenzialmente nel quarto trimestre dell’1,8 per cento.
Nell’andamento dell’economia dell’Emilia Romagna importante è stato il ruolo svolto dal commercio con l’estero. Su base annua le esportazioni sono aumentate del 3,5 per cento, uguagliando nella sostanza il risultato del 2006. Secondo i dati Istat, nei primi nove mesi del 2007 le esportazioni di prodotti manifatturieri sono aumentate di oltre il 12 per cento. La forza dell’euro rispetto al dollaro ha penalizzato le esportazioni verso gli Stati Uniti, rimaste sostanzialmente uguali rispetto al 2006, tuttavia e’ cresciuto notevolmente il mercato europeo, in particolare quello centro-orientale.
“Potremmo dire – ha oservato Andrea Zanlari, Presidente di Unioncamere Emilia-Romagna – che il 2007 è stato un anno di crescita, soprattutto per quelle imprese che hanno saputo fare dell’innovazione e della qualità un differenziale competitivo.
Per molte di queste aziende, ciò è stato possibile grazie al fatto di essere inseriti in un contesto di filiera, appartenere ad un gruppo o avere una forte rete di committenza-subfornitura. Questo appare essere il vero fattore di competitivita’. E’ da qui – ha concluso Zanlari – che occorre ripartire per affrontare le difficolta’ congiunturali che sembrano prospettarsi per il 2008. Puntare su innovazione, qualita’, formazione del capitale umano, fare rete: dalla nostra capacita’ di muoverci verso questa direzione dipenderanno i risultati futuri”.
“Mentre in Italia c’è qualche segnale di rallentamento nella crescita degli impieghi, in Emilia- Romagna – ha dichiarato dal canto suo Filippo Cavazzuti, presidente di Carisbo – la dinamica dei prestiti alle imprese e alle famiglie si e’ mantenuta vivace e allontana i timori di un possibile credit crunch. Il credito pare non avere ancora risentito dell’indebolimento del ciclo congiunturale, prevalentemente originato dal rallentamento dell’economia americana che gli analisti valutano fra l’1,3 e il 2% del Pil statunitense per il 2008.” “Continua ad essere buono il tasso di crescita dei finanziamenti alle imprese, soprattutto nel breve termine, nelle aziende medio-grandi, negli investimenti in macchinari e attrezzature – prosegue Cavazzuti -. In particolare, i finanziamenti alle aziende manifatturiere sono saliti dell’11,1%, una crescita a due cifre che non si vedeva da alcuni anni. Le turbolenze sui mercati finanziari internazionali spingeranno tuttavia le banche, nel corso del 2008, a valutare con maggior attenzione i rischi associati ai finanziamenti erogati a famiglie e imprese”.
Infine, “la complessità e l’incertezza del quadro internazionale – ha osservato Anna Maria Artoni, presidente di Confindustria Emilia-Romagna – condizionano le previsioni 2008 per l’economia dell’Emilia-Romagna. Le aspettative degli imprenditori sono più caute rispetto ai mesi precedenti, pur in un clima ancora positivo: il 49% degli imprenditori, secondo la rilevazione previsionale di Confindustria su circa 700 imprese che integra l’indagine Unioncamere, prevede per il semestre in corso la stabilita’ dei livelli produttivi, il 39% si aspetta un aumento della produzione, sia per effetto della domanda estera sia per quella interna, e il 12% una diminuzione. Le imprese di medie e grandi dimensioni mostrano prospettive piu’ favorevoli: il 48% si attende una crescita produttiva, mentre per le piccole solo il 32% prevede un aumento”.