“Cosa potrei dire di Camillo Prampolini a un ragazzino di oggi? Era un uomo capace di coinvolgere gli altri nel costruire vite eguali a beneficio dei diseguali, cioè di chi sta fuori, degli esclusi”. Lo ha detto oggi il ministro dell’Interno, Giuliano Amato, che ha partecipato, quale presidente onorario, all’insediamento del Comitato nazionale per le celebrazioni dei 150 anni dalla nascita di Camillo Prampolini, padre del movimento cooperativo, tra i fondatori del partito socialista e fra le massime espressioni del socialismo riformista italiano.
La cerimonia si è svolta a Reggio Emilia, città natale di Prampolini, nella Sala del Tricolore, dove nacque 211 anni fa la bandiera nazionale, in un clima di rinnovamento sociale e politico che portò alla fondazione della prima Repubblica italiana, quella Cispadana, preludio del Risorgimento. Con il ministro Amato sono intervenuti il sottosegretario Elena Montecchi, delegato del ministro per i Beni e le attività culturali all’insediamento del Comitato; il sindaco di Reggio Graziano Delrio; la presidente della Provincia, Sonia Masini e il presidente della Lega delle cooperative di Reggio, Ildo Cigarini. Da oggi Delrio e Masini sono alla presidenza del Comitato e Cigarini ne sarà tesoriere. Il Comitato resterà in vita tre anni: questo, il 2009 anno del 150° della nascita, è il 2010. Il Comitato ha ricevuto dal ministero un primo contributo di 120 milioni di euro.
La lezione di Prampolini, ha aggiunto Amato, è modello di ‘inclusione sociale’ sempre valido per le giovani generazioni, ma anche per quelle che sono oggi le fasce sociali più deboli: gli immigrati. “Cioè quelle migliaia di persone che sono entrate nelle nostre vite e continueranno a farlo nei prossimi anni – ha detto il ministro – Oggi essi vivono le esperienze di ‘differenza di classe’ vissute dai nostri nonni e che noi possiamo, sulla base di quel modello, integrare e rendere uguali”. Altra dote attuale di Prampolini era, per Amato, “saper convincere gli altri in tempi di incertezza. All’epoca si diceva apostolo, oggi si direbbe ‘leader condition’”, sul modello di quel che è oggi Barack Obama: “Sono gli Obama che servono in questi momenti di incertezza. Prampolini, come Obama oggi, spingeva a credere, anche se questo non è un tratto del socialismo riformista delle origini, ma un carisma personale”.
“Gli esiti del riformismo internazionale – ha aggiunto Amato – sono le ricadute ‘locali’, ad esempio nel mondo del lavoro, nel miglioramento della condizione dei lavoratori., nella sicurezza sociale. Oggi occorre individuare il filo comune del riformismo, che lega l’oggi all’allora, quel filo comune che dà senso comune ai diversi livelli di governo, in una unità di visione etica, civile e politica”.
Il sottosegretario Montecchi ha sottolineato la grande occasione scientifica e culturale dell’avvenimento. “I comitati si compongono su presupposti scientifici, non politici”, ha detto il sottosegretario, evidenziando la natura degli intenti, appunto scientifici, dell’iniziativa. Da domani, i soggetti promotori coinvolgeranno personalità e luoghi, in cui si è dispiegata l’attività di Prampolini. “L’ipotesi di un centro di consultazione permanente, di una biografia aggiornata e di un’ampia convegnistica sono un asse progettuale e culturale molto positivo. Questa è una bellissima impresa e è una bellissima occasione per Reggio Emilia”.
“L’insediamento di questo comitato organizzativo – ha detto il sindaco di Reggio, Delrio – è un primo passo, per avere cognizione e mettere a punto i meccanismi formali, in vista di un più ampio coinvolgimento nell’approfondimento della figura e dei temi legati a Camillo Prampolini. L’insediamento del Comitato a Reggio, città natale di Prampolini, ci riempie di orgoglio, in questa Sala del Tricolore che rappresenta valori di libertà, uguaglianza e fraternità. La Reggio di oggi, animata dalla cultura riformista, in cui si propongono modelli come le Scuole d’infanzia comunali e la cooperazione, è sede ideale per celebrare questo suo figlio. Questa città, una ‘comunità etica’ come l’ha definita Howard Gardner, uno dei massimi studiosi di scienze cognitive e psicologiche, affonda le proprie radici in quella realtà politica e sociale dei primi del Novecento, nella predicazione e azione degli apostoli del socialismo, di Prampolini. La provincia reggiana, all’epoca, mutò radicalmente, divenendo un luogo sempre più ospitale, nel quale vivere con dignità e orgoglio. In primo luogo, in virtù di quell’ulteriore elemento di modernità che coincise, all’interno della transizione di fine Ottocento, con la vicenda cooperativistica, sindacale e mutualistica sostenuta da Prampolini con estremo vigore e convincimento. Il movimento cooperativistico, che si affermò grazie al suo fondamentale contributo progettuale e politico, rappresentò un formidabile strumento di integrazione e coesione sociale”.
La presidente della Provincia, Masini ha a sua volta sottolineato “l’impegno e l’utilità del conoscere, favorire la riflessione e restituire alle giovani generazioni il pensiero di Camillo Prampolini. Di figure come queste, di riferimenti di questo livello, in tempi di incertezza e mutamenti profondo, abbiamo indubbiamente bisogno”.
“Del pensiero e dell’insegnamento di Prampolini – ha aggiunto Masini – è oggi più che mai prezioso il non distinguere mai l’economia dalla coesione sociale. Credo che Reggio e tutta l’Emilia Romagna siano oggi testimonianza di come ciò sia possibile, sia realizzabile”.
Il Comitato – di cui sono capofila il Comune e la Provincia di Reggio Emilia e la Lega provinciale delle cooperative – inizierà da qui ai prossimi mesi a definire il ricco calendario delle iniziative dedicate a “Camillo Prampolini. Il senso di una storia” che nel triennio 2008-2010 proporranno alcune riflessioni pubbliche sull’attualità della lezione di Prampolini. Il centocinquantenario sarà infatti occasione per interrogarsi sull’eredità del leader del socialismo italiano e su come il suo pensiero ha contribuito a creare l’attuale realtà emiliana dal punto di vista della partecipazione sociale, del civismo, dell’equità sociale e del sistema economico. Tema centrale delle iniziative saranno lo sviluppo dei principi prampoliniani – la solidarietà, la cooperazione, la giustizia, la centralità delle persone – e la loro applicazione nella società contemporanea, in quanto valori e strumenti adatti per affrontare le sfide della postmodernità.
Tra le iniziative in programma per indagare questo tema, la costituzione di un Centro permanente di documentazione su Camillo Prampolini presso la biblioteca Panizzi e riordino, catalogazione, digitalizzazione e costruzione di un data-base dei diversi materiali legati alla sua figura (lettere, scritti, discorsi politici, immagini, giornali d’epoca, saggi); la pubblicazione dell’ “opera omnia” di Camillo Prampolini e la creazione di un sito web dedicato; l’organizzazione delle Prampolini Lectures, ciclo di conferenze su temi legati alla vita del politico reggiano, che si terranno a Reggio, Bologna, Palermo, Roma, Firenze, Milano, Zurigo; la realizzazione di una grande mostra documentaria “Conquistare la modernità. La Reggio prampoliniana come laboratorio di trasformazione”; percorsi didattici per ragazzi e spettacoli teatrali.
Del Comitato per le celebrazioni fanno parte numerose istituzioni ed esponenti del mondo della cultura e dell’economia, tra cui i Presidenti della Regione Emilia-Romagna e Lombardia, le Province di Bologna, Milano, i sindaci di Bologna e Milano, la Lega nazionale delle cooperative, la Fondazione Turati, docenti universitari quali Alberto Melloni, Paolo Pombeni, Fulvio Cammarano, Guido Formigoni.