E’ stata ricollocata sul ciglio di via Tassoni (all’altezza del civico 20) la lapide in memoria Enzo Lazzaretti, il partigiano Bagnoli delle Brigate Garibaldi, che sacrificò la propria vita a Cà di Rocco (San Pellegrino), il 24 aprile 1945, vigilia della Liberazione.
La lapide – recentemente rinvenuta dopo che per lungo tempo era andata smarrita a seguito dell’abbattimento della casa di via Tassoni su cui era stata collocata all’indomani della Liberazione – è ora accanto al cippo che ricorda un altro partigiano caduto, Bruno Bonicelli, nome di battaglia ‘Grappino’, delle Fiamme Verdi, morto in combattimento nello stesso punto.
Stamattina si sono riuniti a Cà di Rocco la sorella di Enzo, Maria Lazzaretti, la nipote Enza, altri familiari fra cui una pronipote. Erano presenti il sindaco di Reggio, Graziano Delrio; vari ex partigiani, reduci della guerra di Liberazione, dell’Anpi e dell’Alpi; i presidenti della quarta Circoscrizione, Paolo Rozzi e della quinta Circoscrizione Giordano Biancolini; il parroco di San Pellegrino, don Giuseppe Dossetti.
“Il sacrificio di questi giovani combattenti – ha detto il sindaco Delrio – avvenne qui, a pochi passi dalla canonica di San Pellegrino, dove si riunì il Comitato di liberazione nazionale. Un luogo più che mai simbolico, denso di ricordi e significati, di valori sempre attuali per noi. Alla vita dei partigiani dobbiamo il nostro progresso, lo sviluppo del nostro Paese nella democrazia e nella libertà. Abbiamo deciso di dedicare ogni tratto delle nuove tangenziali di Reggio alla memoria di un partigiano. E’ una scelta simbolica importante: come queste nuove strade intorno a Reggio, così quei partigiani circondarono e avvolsero, come per proteggere, la nostra città, fisicamente e idealmente”.
“Il prossimo 25 aprile – ha ricordato Delrio – durante le celebrazioni a cui prenderà parte l’onorevole Luciano Violante, consegneremo il Primo Tricolore ai giovani delle cooperative sociali della Locride, che oggi lottano per liberarsi dall’oppressione della ‘ndrangheta, per la mancanza di libertà, per il diritto al lavoro, alla libertà, all’uguaglianza. Gli stessi ideali accomunano i giovani di oggi e quelli della guerra di Liberazione. I ragazzi della Locride sono i resistenti di oggi”.
Fra i partigiani riuniti stamattina, i presidenti dell’Anpi, Giacomo Notari e dell’Alpi-Apc Romolo Fioroni; l’onorevole Danilo Morini; Primo Aniceti, il partigiano Fosco, fra i testimoni oculari del sacrificio di Lazzaretti e Bonicelli.
“Noi la Liberazione l’abbiamo vissuta – ha detto Notari – Nel senso che abbiamo vissuto il dopo, fino ad oggi. Abbiamo potuto vivere e vedere la libertà, la democrazia, mandare a scuola i nostri figli, vederli crescere, lavorare… A questi nostri cari, che ricordiamo oggi, non è stato possibile, pur avendo lottato fino a dare la vita, all’Alba della libertà. Non dimentichiamo, mai. C’è chi vuole ancora oggi cancellare il 25 Aprile. È segno che il nemico è ancora in giro”.
“Oggi è un giorno per il ricordo. La memoria è fondamentale, non c’è futuro senza memoria. Di questa memoria, del ricordo di queste persone dobbiamo fare tesoro per l’oggi e il domani”, ha detto don Dossetti che invitato a una preghiera di suffragio, anche per il militare tedesco, che morì nel combattimento di Cà di Rocco nell’aprile ’45, dall’altra parte del Crostolo.