Confcommercio denuncia oggi sugli organi d’informazione la propria preoccupazione per il calo dei consumi, l’allarme stagnazione e il rischio
di una crisi strutturale per il nostro Paese. Un calo dei consumi che è innegabilmente legato al progressivo calo del potere d’acquisto di retribuzioni e pensioni, unitamente al carovita e
all’aumento dei prezzi (solo in parte dovuto al caro petrolio).
Perciò il tema della ripresa economica e della crescita deve essere subito affrontato con le misure indicate da Cgil, Cisle e Uil nella piattaforma unitaria “Per valorizzare il lavoro e far crescere il paese”, a cominciare dalla riduzione immediata delle tasse sui redditi da lavoro e pensioni, la riduzione Iva sui prodotti energetici per il riscaldamento, il ripristino
del blocco dell’Iva sugli aumenti dei prodotti petroliferi, l’adeguamento delle pensioni sino a 1.300 euro, unitamente al rinnovo alla naturale
scadenza dei contratti del lavoro dipendente e all’immediata e positiva chiusura di quelli aperti (edili, tessili, commercio, trasporti e pubblico
impiego).
Un tema, quello dei rinnovi contrattuali, che chiama in causa direttamente la responsabilità di Confcommercio che da mesi impedisce il rinnovo del contratto di settore (scaduto il 31.12.06) che interessa circa 1 milione e mezzo di addetti a livello nazionale, oltre 20.000 nella nostra provincia, togliendo così potere d’acquisto a migliaia di lavoratrici e lavoratori del settore.
Anziché piangere lacrime di coccodrillo l’Associazione dovrebbe dare il suo contributo al rilancio dei consumi, affrontando il rinnovo del contratto del commercio che, oltre a rispondere ai bisogni dei lavoratori, darebbe risposte anche a quelli dei propri associati.
(Segreteria CGIL Modena)