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Reggio: Mercati degli agricoltori, dalla campagna alla tavola

“C’è sempre più richiesta di prodotti alimentari freschi e di qualità da parte dei cittadini, per gli agricoltori la vendita diretta dei propri prodotti è dunque una pratica non solo utile, ma necessaria”. E’ quanto afferma l’assessore provinciale all’Agricoltura e Sviluppo rurale Roberta Rivi, che oggi ha presentato ai sindaci della nostra provincia l’opportunità di sviluppare i Farmer’s market, ovvero i Mercati degli agricoltori. “Nati ufficialmente in California negli anni Ottanta –ha spiegato l’assessore- per quanto riguarda la realtà italiana, come un po’ tutto il meglio del nostro sistema agroalimentare, si tratta di riprendere sostanzialmente una tradizione, quella dei mercatini rionali, ed aggiornarla alla realtà ed alle esigenze del consumo attuale”.


“Accanto alla classica modalità di vendita diretta presso l’azienda agricola – ha aggiunto Rivi- si stanno diffondendo nuove forme d’incontro tra produttore e consumatore, spesso mutuate da altri paesi, tutte accomunate dall’unico obiettivo di evitare i costi d’intermediazione, realizzando quindi l’accorciamento delle “filiere”, valorizzando al contempo i requisiti organolettici del prodotto “fresco” e il suo legame col territorio d’origine. I Farmer’s market dunque consentono di rispondere ad una domanda crescente del cittadino che chiede più qualità ad un prezzo contenuto, ma al contempo permette agli agricoltori di ampliare la vendita diretta: e questo è particolarmente importante se si considera che mediamente solo il 20% circa del prezzo dei prodotti agroalimentari resta nelle loro tasche, mentre quasi l’80% va a compensare i costi dei vari passaggi ed i soggetti che proseguono la catena fino al consumatore”.
“Non pensiamo che la nascita dei Mercati degli agricoltori possa risolvere ogni problema in un terreno minato come quello dei prezzi, oggi soggetti a variabili che hanno origine nei mercati mondiali e nelle operazioni di Borsa – ha comunque sottolineato l’assessore provinciale – Neppure riteniamo che questi mercati possano danneggiare le reti di vendita esistenti e consolidate; semplicemente ci sembra utile creare un’ulteriore opportunità a favore di chi consuma i beni agricoli, anche perché chi ricorre alla vendita diretta lo fa non solo per cercare di risparmiare, ma anche per soddisfare una domanda di contatto diretto con la campagna e con il produttore. E’ per questo che il vantaggio economico deve essere unito alla qualità dell’ambiente, e l’immagine del territorio agricolo deve essere all’altezza dei suoi prodotti”.

Da qui, l’illustrazione da parte della Provincia ai sindaci – alcuni dei quali già stanno attivando le procedure per aprire i primi Farmer’s market – di tutte le informazioni ma anche della disponibilità ad assisterli nel far nascere questi mercati, che rappresentano un’occasione davvero unica anche per i territori interessati dopo che lo scorso anno – in seguito alla cosiddetta Legge di orientamento in agricoltura del 2001 – il Ministero per le Politiche agricole ha emanato le linee guida sulle modalità di vendita dei prodotti agricoli e nello stesso tempo ha fornito indicazioni alle amministrazioni competenti per l’autorizzazione alla vendita.
Per promuovere lo sviluppo di mercati che abbiano un diretto legame con il territorio di produzione, il Decreto dello scorso novembre prevede l’impegno a rispettare determinati requisiti di qualità e di trasparenza amministrativa nell’esercizio dell’attività. I mercati agricoli potranno essere costituiti su area pubblica, in locali aperti al pubblico o su aree di proprietà privata. I soggetti ammessi alla vendita sono gli imprenditori agricoli iscritti nel registro delle imprese presso la Camera di commercio, a condizione che l’ubicazione dell’azienda agricola sia nell’ambito territoriale amministrativo della regione o negli ambiti definiti dalle singole amministrazioni competenti. La vendita deve riguardare prodotti agricoli provenienti dalla propria azienda o dall’azienda dei soci imprenditori agricoli se si tratta di cooperative, anche ottenuti a seguito di attività di manipolazione o trasformazione, o anche prodotti agricoli ottenuti nell’ambito territoriale. L’esercizio dell’attività di vendita all’interno dei mercati agricoli – che non è assoggettato alla disciplina sul commercio- prevede anche attività di trasformazione dei prodotti agricoli da parte degli imprenditori agricoli nel rispetto delle norme igienico-sanitarie. Inoltre, all’interno dei mercati potranno essere realizzate attività culturali, didattiche e dimostrative legate ai prodotti alimentari, tradizionali ed artigianali del territorio rurale di riferimento. I mercati agricoli saranno poi istituiti o autorizzati sulla base di un disciplinare di mercato che regoli le modalità di vendita, finalizzato alla valorizzazione della tipicità e della provenienza dei prodotti medesimi.
“Con l’istituzione e la diffusione dei mercati ‘contadini’ – conclude l’assessore Rivi – la Provincia e i Comuni intendono dunque sviluppare, in accordo con organizzazioni di categoria e sindacali, i fattori che stanno alla base dello scambio tra agricoltori, consumatori e comunità, per rafforzare l’economia agroalimentare locale, facendo leva sul valore aggiunto rappresentato da questa importante nicchia di mercato”.

















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