Famiglie strangolate dai mutui a tasso variabile o in difficoltà a pagare l’affitto. Il caro-casa è un fenomeno con gravi effetti sociali che
interessa anche la nostra provincia. La Cgil, insieme al sindacato inquilini Sunia e a Federconsumatori, affronta il tema in una tavola
rotonda mercoledì 21 maggio alle ore 15.30 presso la sede della Camera del Lavoro in piazza Cittadella.
A dibattere insieme a Mauro Zanini presidente di Federconsumtori e Antonietta Mencarelli segretaria SUNIA, sono invitati anche Donata Monti responsabile ABI dei rapporti con le associazioni di consumatori, il notaio
Emanuela Lo Buono della Commissione regionale notarile, l’assessore provinciale Maurizio Maletti e Nicoletta Rocchi segretaria Cgil nazionale.
Coordina la tavola rotonda Eugenio Tangerini direttore del quotidiano L’Informazione di Modena. Presenta l’iniziativa Domenico D’Anna della segreteria Cgil Modena.
Secondo le stime di Federconsumatori, 1 famiglia circa su 5 in provincia di Modena ha un mutuo, contratto nella grande maggioranza dei casi a tasso variabile, con rate che dai 500-600 euro iniziali sono lievitate in qualche anno sino a 800-900 euro, arrivando a coprire anche il 60% del reddito familiare.
Se si considera che negli ultimi anni sono aumentati esponenzialmente sia l’importo dei mutui (157.866 euro l’importo medio a Modena città, contro i 135.000 della media italiana) che la loro durata (25 anni contro 15 anni), che si è accentuata la tendenza a concedere mutui sino al 70-80% del valore dell’immobile (e anche del 100%), e che circa il 10% di titolari sono
immigrati, si stima che nella nostra provincia circa 10.000 famiglie siano in sofferenza, con posizioni debitorie verso le stesse banche.
Federconsumatori è in prima linea insieme alle altre associazioni, nel difendere famiglie e cittadini consigliando innanzitutto la rinegoziazione del mutuo con la propria banca (prevista dalla Finanziaria 2007). Se ciò
non fosse possibile, si può tentare di trasferire il proprio debito ad un’altra banca che offra condizioni migliori. Ma la cosiddetta portabilità gratuita del mutuo introdotta dalla Legge Bersani è di fatto negata. Molte banche la ostacolano, imponendo il pagamento di spese ingiustificate per il trasferimento.
Dall’altro lato l’ABI (Associazione Bancaria Italiana) prevede la procedura snella per la portabilità che dovrebbe entrare in vigore entro il 31 maggio. Una risposta molto attesa dalle stesse Associazioni dei consumatori
affinché si avvii una vera concorrenza fra banche a beneficio dei cittadini, che incentiverebbe le banche stesse ad abbassare lo spread e i tassi di interessi dei mutui.
Federconsumatori propone dunque di sperimentare anche a Modena un accordo
sul modello bolognese fra Associazioni dei consumatori, banche, Consiglio notarile per far funzionare la portabilità, mentre chiede che sia realizzi anche il regolamento previsto dalla Finanziaria 2008 per la temporanea sospensione di 6 mesi del pagamento delle rate per chi è in difficoltà (malattia, disoccupazione, ecc…).
Situazione poco rosea anche sul versante affitti. A fronte di una situazione che vede una generale scarsità di alloggi disponibili per
l’affitto, le famiglie modenesi si trovano a fare i conti con canoni di libero mercato che si mangiano sino al 40/50% dello stipendio (più le spese condominiali), in una realtà che vede l’80% degli sfratti per morosità.
Mentre è diffuso il mercato dell’affitto in nero, stentano a decollare gli affitti a canone concordato (o convenzionale) previsti dalla legge 431/98 (a livello nazionale solo il 15% dei contratti) che potrebbe calmierare il mercato e aiutare quella fascia grigia di famiglie non così povera per accedere all’alloggio popolare, né così ricca per permettersi un canone libero. A Modena per un appartamento di 80 mq, l’affitto medio si aggira su 600-700 euro, contro i 400-500 euro a canone concordato.
L’iniziativa delle Associazioni degli Inquilini punta quindi a riaprire il confronto con le Associazioni dei Proprietari su nuovi patti territoriali per rinnovare i contratti convenzionali. Occorrono a questo scopo
agevolazioni fiscali più forti sia a livello nazionale (Irpef) che locale (Ici) che compensino le minori entrate dei canoni per i proprietari. Di
pari passo devono aumentare le detrazioni fiscali per gli inquilini, me.
È necessario affrontare il mercato degli affitti in nero sia con maggiori controlli, ma anche introducendo la tracciabilità dei pagamenti tramite
bonifico/assegno (finché prospera indisturbato questo mercato anche le agevolazioni fiscali saranno sempre meno appetibili).
I Sindacati Inquilini chiedono anche un deciso rifinanziamento del Fondo per l’affitto, che oggi per il tramite dei Comuni eroga agli inquilini
contributi troppo esigui per poter essere considerati un reale aiuto: a Modena il contributo medio annuale era nel 2007 di 677 euro, contro i 1.899 euro del 2000 a fronte di un raddoppio in 7 anni delle domande che evidenzia un consistente numero di famiglie povere.
Esiste poi un problema di caro-affitto anche nelle case popolari (6.049 a Modena e provincia) dopo l’aumento del canone deciso unilateralmente dall’Acer: aumenti del 20% che portano un canone medio da 127 a 153 euro.
Il Sindacato pretende la ripresa del tavolo negoziale in sede di Conferenza degli Enti Locali per chiedere la rimodulazione più equa del sistema di calcolo dei canoni in base alle condizioni economiche e sociali degli assegnatari e alle tipologie di alloggio. Inoltre, considerato il buon stato di salute finanziaria dell’Acer, si chiede che gli utili di bilancio siano impegnati per migliorare il patrimonio Erp esistente, recuperare alloggi fatiscenti con attività di manutenzione più adeguata e tempestiva,
e costruzione di nuove abitazioni.
Il Sunia sollecita anche un nuovo piano di edilizia residenziale pubblica in sinergia con i soggetti economici privati e le cooperative, le
fondazioni bancarie, gli enti previdenziali.