Da molti mesi segnaliamo quello che, a partire dalle promesse elettorali, anche i partiti della nuova compagine governativa hanno segnalato come una priorità: sostenere il potere d’acquisto delle pensioni e delle retribuzioni da lavoro dipendente. Se ne sono accorti in ritardo e adesso non ne parlano più o ne parlano
proponendo ricette del tutto insufficienti.
Nella conferenza socioeconomica provinciale riunitasi su richiesta unitaria di Cgil, Cisle e Uil nei giorni scorsi lo abbiamo ribadito: negli ultimi anni la produttività prodotta è andata soprattutto al lavoro autonomo (+ 14% dal 2002, come evidenzia uno studio della Banca d’Italia) mentre i salari e le pensioni stanno soffrendo il rincaro – mai controllato dal momento dell’introduzione dell’euro – dei prezzi dei beni al consumo e delle tariffe, rincaro ulteriormente peggiorato dall’incremento del costo del petrolio e delle materie prime.
Per Cgil, Cisle e Uil il tema degli interventi per ridurre il peso degli incrementi di prezzi e tariffe è un pezzo importante della piattaforma
nazionale sul fisco, ma riteniamo che molto possa e debba essere fatto anche in sede locale, con la piena assunzione di responsabilità in modo particolare del sistema delle imprese, oltre che delle Istituzioni.
Così nella riunione in Provincia, convocata sulla questione dei prezzi in Provincia di Modena, la Cgil ha evidenziato alcune cose:
– devono essere fatti interventi per ridurre le tariffe e deve essere generalizzata la tariffa sociale (oggi concordata solo sull’acqua ) anche a
luce e gas e sui rifiuti per sostenere le famiglie a basso reddito;
– occorre aprire un confronto sulla possibilità di istituire un paniere di beni di prima necessità a prezzi calmierati, oltre che agevolare,
all’interno dei negozi della grande distribuzione, attraverso appositi corner, l’accesso ai prodotti primo prezzo;
– occorre Istituire gli Osservatori sui prezzi in tutti i Comuni Capidistretto e soprattutto cominciare a preferire il metodo comparativo
nella analisi che gli stessi effettuano, in modo da monitorare non solo l’andamento dei prezzi, per verificare eventuali anomalie, ma anche
consentire una analisi differenziata;
– sul tema dei prezzi è poi opportuno promuovere ogni iniziativa utile all’aumento delle opportunità di acquisto, dai mercati dei produttori, alle azioni di incentivazione dei gruppi di acquisto, all’ampliamento
dell’apertura al pubblico dei mercati all’ingrosso, alla possibilità di agevolazioni per fasce determinate di consumatori, quelli più colpiti dalla perdita del potere d’acquisto, a cominciare dai pensionati e dalle famiglie
monoreddito.
Qualche Comune, quello di Modena su tutti, ha attivato alcune iniziative: occorre però un forte coordinamento provinciale nelle iniziative messe in campo, in modo che le opportunità di riduzione dei prezzi e di ampliamento delle opportunità possano essere fruite in tutti i distretti.
Sarebbe poi importante, anche per una valutazione che ci possa aiutare nelle scelte sui futuri piani commerciali, riflettere sullo sviluppo della rete commerciale che si è registrato in questa provincia, sulla sua capacità competitiva, sui bisogni che ancora non hanno trovato risposta.
Abbiamo messo in campo, nelle piattaforme sindacali, molte proposte concrete: se il caro-vita è una priorità, occorre partire da qui.
Tania Scacchetti, responsabile welfare segreteria CGIL Modena