Gli italiani amano il prodotto ittico fresco (e vorrebbero consumarne di più) anche se la maggioranza non ne conosce le caratteristiche e lo vuole già pronto al consumo. Sono alcuni dei dati che emergono da una ricerca – duemila interviste personalizzate fatte da gennaio a maggio 2008 campione rappresentativo della popolazione italiana – presentata oggi al Meeting di Rimini.
E’ stata commissionata dall’assessorato alle Attività Produttive della Regione Emilia Romagna e realizzata dal docente universitario, e grande studioso di consumi alimentari, Daniele Tirelli. La presentazione è avvenuta nel corso del convegno sul tema “Super food all’italiana: alla scoperta del patrimonio ittico certificato Alto Adriatico” coordinato dall’assessore regionale alle Attività Produttive Duccio Campagnoli. Questa iniziativa si inserisce in una campagna di valorizzazione e diffusione del marchio di qualità “Occhio al marchio – Prodotto Certificato dell’Alto Adriatico” un marchio collettivo predisposto dalla Regione Emilia Romagna che, dal 2007, lo ha registrato a garanzia della qualità certificata Alto Adriatico e viene rilasciato alle imprese della filiera ittica regionale. Questo progetto di qualità ha fatto nascere un Consorzio prodotti ittici dell’Alto Adriatico che raggruppa 33 imprese che rappresentano circa l’80% del fatturato di vendita del prodotto ittico della regione.
Alcuni dati della ricerca
Durante le interviste è stata fatta vedere una fotografia di branzino fresco e un’altra immagine di un branzino pescato da quattro giorni; lo stesso è stato fatto per una sogliola.
Il risultato è stato sorprendente perché il 65% del campione intervistato (nel caso del branzino) e il 47% (per la sogliola) ha indicato come prodotto fresco l’immagine di questi pesci pescati da quattro giorni.
Sempre attraverso una visualizzazione per immagini le cozze (92% del campione) e le mazzancolle (83%) sono le specie ittiche più conosciute mentre agli ultimi posti come riconoscimento, con percentuali molto basse (sotto il 30%), troviamo cefali, mormore e orate.
Il consumatore preferisce poi (tra chi si dice “molto d’accordo” e chi “abbastanza d’accordo” si raggiunge l’81%) acquistare pesce nei negozi dove viene eviscerato al momento perché il 71% detesta pulirlo.
E’ poi data molta importanza alla presenza di etichette sul pesce fresco (nel complesso l’82% legge molto o abbastanza attentamente le etichette).
La carne di pesce è migliore se fresca di pescheria per il 91% del campione (e ci si fida all’84% del consiglio del negoziante).
Per quanto riguarda i consumi il 47% degli italiani mangia pesce almeno una volta alla settimana e, ogni mese, il 34% acquista meno di un chilo di pesce, il 37% tra uno e due chili, il 21% 2-3 chili, l’8% più di tre chili.
Altri dati relativi ai consumi indicano che il 68% compra pesce fresco già pulito, il 48% pesce surgelato non panato, il 44% pesce fresco da pulire, il 30% surgelato e panato, l’11% pesce fresco panato pronto da cucinare.
Progetto “Occhio al marchio-Prodotto certificato dell’Alto Adriatico”
In base ai dati e le tendenze in atto c’è una grande possibilità di sviluppo del consumo del pesce dell’alto Adriatico e il progetto di qualità regionale “Occhio al marchio-Prodotto certificato dell’Alto Adriatico” va in questa direzione. C’è infatti una tendenza verso un aumento dell’utilizzo del prodotto ittico che a livello nazionale (e questo trend si rispecchia anche a in Emilia Romagna) è passato dai 21 chilogrammi pro capite del 2004 ai 30 chili pro capite del 2007.
I consumatori possono riconoscere questo prodotto ittico certificato dal fatto che le aziende che aderiscono al progetto espongono il logo “Occhio al marchio-Prodotto certificato dell’Alto Adriatico” nel banco di distribuzione assieme ad una etichetta con il numero di riferimento dell’azienda certificata, la data di pesca, la barca che lo ha pescato e l’allevamento da dove provengono i mitili, la località di provenienza.
Il pesce venduto con il logo “Occhio al marchio” – è stato precisato durante il convegno svolto al Meeting di Rimini – ha una qualità garantita senza problemi dal punto di vista delle patologie sanitarie e nutrizionale.
“Questi dati – afferma l’assessore regionale alle Attività Produttive dell’Emilia Romagna Duccio Campagnoli – confermano la validità della strategia che abbiamo messo a punto dal 2007 con il progetto ‘Occhio al marchio-Prodotto certificato dell’Alto Adriatico’ e, dall’altro, offrono utili indicazioni a tutta la filiera delle imprese di pesca per avviare interventi non solo sulla strada di una sempre maggiore qualità ma di razionalizzazione e modifica di comportamenti produttivi in grado di rispondere alla crescente e ‘moderna’ domanda di pesce fresco. Le indicazioni emerse da questa ricerca saranno poi di orientamento per gli interventi di programmazione del Fondo europeo della pesca 2007-2013”.