Sesso ‘Speedy Gonzales’ per tre italiani su dieci. Circa il 20-30%, infatti, corre troppo sotto le lenzuola, costretto a fare i conti con l’incubo eiaculazione precoce. Ma i connazionali alle prese con questo problema, in realtà, potrebbero essere molti di più.
La percentuale, assicurano gli andrologi riuniti a Roma in occasione del congresso nazionale della Sia (Società italiana di andrologia), è infatti sottostimata. A nascondere il problema, secondo gli addetti ai lavori, non sono solo i pregiudizi che spesso hanno la meglio sul desiderio di risolvere la situazione, ma anche i tempi lunghi con cui l’uomo si decide a rivolgersi al medico. Con il risultato che in otto casi su dieci i pazienti preferiscono l’astinenza. E quel 20% di popolazione maschile che va dallo specialista, lo fa in media dopo due anni dall’inizio dei disturbi.
Eppure l’eiaculazione precoce, ricordano gli andrologi, è un problema di salute come tanti altri, che si può affrontare e risolvere con successo. Il primo passo importante è la diagnosi: non si parla di eiaculazione precoce quando l’episodio è isolato ed è legato a una particolare situazione. Se invece ‘l’incidente’ avviene spesso o sempre, allora è il caso di andare da un medico. In questi casi infatti “l’uomo raggiunge l’orgasmo in tempi accelerati rispetto al suo desiderio reale – spiega Giuseppe La Pera, consigliere Sia e andrologo dell’Azienda ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma -. Uno studio internazionale del 2007 ha dimostrato che la media in questi pazienti è sotto i tre minuti. Ci sono però casi gravi nei quali l’eiaculazione si manifesta ancora prima della penetrazione, oppure pochi secondi dopo. In tutti i casi, il rapporto risulta evidentemente insoddisfacente sia per l’uomo sia per la sua compagna”.
Per la corretta diagnosi, ora i medici possono contare anche su un questionario ad hoc, ovvero il ‘Prdt – Premature Ejaculation Diagnostic Tool’, che aiuta a identificare gli uomini che possono avere problemi con una eiaculazione troppo precoce durante l’attività sessuale. Si tratta di 5 domande con risposta multipla; a ciascuna risposta è assegnato un punteggio, e il punteggio totale rivela se si tratta di un uomo con eiaculazione precoce certa, probabile o assente. Le cause del problema possono essere molteplici. Si è sempre pensato che nella maggior parte dei casi alla base ci fosse un problema psicologico, ad esempio uno stato di stress continuo. Un’altra paura piuttosto diffusa è l’ansia da prestazione, tipica degli adolescenti ai loro primi incontri sessuali. Il disturbo può essere anche il segnale di un problema di coppia, ma in realtà oggi gli specialisti danno molta importanza alle cause organiche.
“Le infezioni o le infiammazioni dell’apparato genitale giocano un ruolo importante – spiega Vincenzo Gentile, presidente Sia – Tra queste la prostatite e la vescicolite sono le maggiori responsabili. Inoltre, sebbene non vi sia ancora certezza scientifica, alcuni studi recenti hanno dimostrato che un’altra causa può essere l’ipertiroidismo.”Ma ci sono circostanze in cui la causa va rintracciata nell’ignoranza e nella cattiva informazione – avverte La Pera – Gli uomini con eiaculazione precoce non sanno che devono trattenere l’eiaculazione attivando i muscoli che ne regolano il controllo, con la contrazione della muscolatura perineale e perianale. Non si tratta perciò di un problema psicologico, ma di un problema di informazione o di incapacità a muovere proprio quei muscoli. Questo dato – conclude – ribadisce l’importanza dell’educazione alla salute sessuale tra gli adolescenti”.
Fonte: Adnkronos