L’effetto dell’indulto del 2006 è ”stato solo provvisorio” e le carceri italiane sono nuovamente sovraffollate. E’ quanto afferma il ministro della Giustizia Angelino Alfano, intervenendo alla cerimonia per la celebrazione del 191esimo anniversario del Corpo di Polizia penitenziaria, alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Per il Guardasigilli quella del sovraffolamento è, insieme alla ”vetustà delle strutture”, uno dei punti critici del sistema carcerario.In particolare, sottolinea il ministro, ”rispetto alla capienza ‘regolamentare’ fissata in 43.262 posti, la popolazione carceraria è attualmente di 57.187 detenuti”. In dettaglio: 8.500 cittadini italiani, 3.400 cittadini Ue e 12mila extracomunitari.
Proprio a quest’ultimo proposito, il ministro della Giustizia rileva “l’aumento delle criminalità dei cittadini stranieri, con una percentuale sempre crescente di cittadini provenienti da altri Stati facenti parte dell’Unione europea, con i connessi problemi di gestione di gruppi di detenuti dalle più varie etnie, ulteriormente acuiti dal numero dei detenuti stranieri passati a 21.366 unità”.
”Ovviamente -osserva Alfano- lo stress da sovraffollamento colpisce non soltanto i detenuti ma anche il personale della Polizia penitenziaria”, che attualmente comprende circa 41 mila addetti, di cui 3.500 donne.Il ministro della Giustizia ricorda che “il governo intende percorrere la strada degli accordi bilaterali per ottenere che i detenuti stranieri condannati a pene detentive brevi possano scontare la pena nei paesi d’origine, con la certezza che non ritornino in Italia”.
Infine, Alfano conferma “la linea di intervento del controllo tecnologico a distanza dei detenuti a più bassa pericolosità”. Mentre nei confronti di tutti i detenuti, mafiosi o terroristi, sottoposti al regime di custodia speciale previsto dal 41 bis dell’ordinamento penitenziario, “è vitale l’interruzione dei flussi di comunicazione con l’esterno, in modo da limitarne e, se possibile azzerarne la pericolosita’ anche durante i periodi di detenzione”, ha concluso il ministro.
Alla cerimonia presente anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che invita ad “affrontare adeguatamente la sfida connessa all’auspicato ripensamento del sistema sanzionatorio”.
“Le nuove scelte organizzative dei circuiti penitenziari e lo sviluppo dei sistemi di controllo anche esterni agli istituti -prosegue Napolitano- chiamano il Corpo di Polizia penitenziaria a fornire un supporto ancora più ampio e puntuale all’attività giudiziaria, quale parte integrante delle altre forze di polizia e nel rispetto delle specifiche competenze che la legge attribuisce a ognuna di esse”. Il Capo dello Stato esprime a nome della nazione i suoi “sentimenti di stima e gratitudine per le donne e per gli uomini che con professionalità e quotidiana dedizione svolgono il complesso e peculiare compito di garantire l’ordine e la sicurezza degli istituti e di concorrere nel contempo al perseguimento del fine rieducativo della pena in attuazione del dettato della Carta Costituzionale”.
Un apprezzamento “particolarmente sentito, perché so -sottolinea Napolitano- quanto il vostro lavoro sia reso ancora più difficile e prezioso dall’incremento della popolazione penitenziaria e dalla presenza in essa di detenuti di etnie e di culture diverse, con i quali siete chiamati a confrontarvi quotidianamente”.
Fonte: Adnkronos