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Racket caro estinto: 41 arresti a Milano

Fino a 10mila euro mensili: è questo l’incasso al mese che ogni infermiere compiacente poteva guadagnare nella truffa al ‘caro estinto’ smascherata all’alba di oggi dalla Polizia di Milano.

L’indagine, ribattezzata ‘Caronte’, ha permesso di smascherare una vera e propria associazione a delinquere che si era creata tra infermieri e dipendenti di diverse imprese funebri di Milano. In totale sono 41 le persone colpite da ordinanza di custodia cautelare perché responsabili di un’attività di corruzione e rivelazione di segreti d’ufficio.

In manette sono finite 5 persone tutte titolari o collaboratori di imprese funebri; altre 36 persone sono invece finite ai domiciliari, si tratta di 23 infermieri, un dipendente di struttura sanitaria e 12 rappresentanti legali o dipendenti di imprese funerarie. Complessivamente sono 48 i soggetti indagati e 81 le perquisizioni messe a segno da oltre 300 agenti. Dicianove le imprese funebri coinvolte. Otto invece gli ospedali.
Secondo l’accusa nelle tasche degli infermieri finiva il 5-10% del servizio garantito dall’impresa funebre, così che gli operatori sanitari più ‘attivi’ e ‘spregiudicati’ riuscivano a intascare dai 5 ai 10mila euro mensili come corrispettivo della corruzione. In alcuni casi gli infermieri segnalavano alle imprese la presenza dei familiari del defunto nella camera mortuaria, in altri casi rivelavano i dati necessari per contattare direttamente i parenti del defunto o ancora erano loro stessi ad indirizzarli verso una determinata impresa.
Dalle conversazioni telefoniche è emerso un vero e proprio tariffario. Secondo l’accusa “una serrata e rigida organizzazione interna consentiva di assicurare l’esercizio di attività di pompe funebri in via esclusiva a un numero ristretto di imprese coinvolte, sfruttando la mediazione retribuita degli infermieri che attivavano, secondo turni rigorosamente prestabiliti, l’una o l’altra di esse”.

Nell’inchiesta emergerebbero veri e propri promotori con il compito di stilare un calendario dei turni e un elenco dei contatti delle persone a cui rivolgersi per agevolare l’impresa favorita. Dalle intercettazioni emerge che coloro che ‘sgarravano’ (gli infermieri che segnalavano i decessi a imprese diverse da quelle di ‘turno’) venivano emarginati o, se possibile, allontanati dalle camere mortuarie.

Fonte: Adnkronos

















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