E’ morto Vittorio Foa, aveva 98 anni. Politico, scrittore e giornalista, per oltre 70 anni – dagli esordi in ‘Giustizia e libertà’ negli anni ’30, passando per la Resistenza, la militanza nel Psi, nella Cgil, nel Psiup, fino alla vicinanza al Pci come indendente – ha attraversato la storia del movimento operaio e della sinistra italiana.
Militante antifascista, arrestato e condannato dal Tribunale speciale del regime di Mussolini, dirigente della Resistenza, leader del Partito d’Azione, deputato dell’Assemblea Costituente, padre della Costituzione repubblicana, figura storica della Fiom e della Cgil, deputato del Psi e del Psiup, poi dirigente di gruppi minoritari di sinistra come Pdup e di Dp e infine senatore della Sinistra indipendente: tutto questo è stato Vittorio Foa.
Coscienza critica della sinistra italiana, mai comunista, fautore di un socialismo liberale e per decenni teorico dell’autonomia operaia maturata nel movimento sindacale, Foa è stato dal 1989 ad oggi il ”grande e saggio vecchio” che più di altri ha sostenuto il cammino di trasformazione degli ex comunisti fino allo sbocco nel Pd. Vittorio Foa è padre del giornalista Renzo Foa, già direttore dell’Unità, e della storica Anna Foa.
Nato il 18 settembre 1910 a Torino da una famiglia di origine ebraica, nel 1931 si laurea in Giurisprudenza e due anni dopo entra nel movimento di ‘Giustizia e libertà’. Inizia così per lui un periodo di attiva cospirazione e di forte impegno politico contro il regime fascista. Il 15 maggio 1935, all’età di 25 anni, viene arrestato su segnalazione di un confidente dell’Ovra (lo scrittore Pitigrilli, pseudonimo di Dino Segre) e denunciato al Tribunale Speciale Fascista che lo condannerà a 15 anni di reclusione, nel carcere di Civitavecchia. Suoi compagni di cella saranno Ernesto Rossi, Riccardo Bauer e Massimo Mila. L’antifascismo sarà sempre per Foa un modo di pensare, di agire, di vivere.
Del decesso ne ha dato notizia, d’intesa con la famiglia, il segretario del Partito democratico Walter Veltroni. ”E’ un immenso dolore per noi, per il popolo italiano, è un immenso dolore per gli italiani che credono nei valori di democrazia e libertà, per l’Italia che lavora, per il sindacato – commenta il leader democratico – a cui Vittorio Foa ha dedicato la parte più importante della sua vita. E’ un dolore per me personalmente perché Vittorio Foa incarnava ai miei occhi il modello del militante della democrazia, un uomo con una meravigliosa storia di sofferenza, di lotta e di speranza, un uomo della sinistra e della democrazia, mosso da un ottimismo contagioso e da un elevatissimo disinteresse personale. A Sesa, ai figli ci stringiamo con affetto. Penso che tutto il Paese senta Vittorio Foa come uno dei suoi figli migliori”.
Fonte: Adnkronos