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Scuola e università, la protesta non si placa: 60mila in piazza a Firenze

Continua in tutta Italia la protesta contro i tagli alla scuola e alle università. In 60.000, secondo fonti sindacali, hanno sfilato oggi per le vie del centro di Firenze. Per i sindacati si tratta della più grande manifestazione del settore scuola che mai sia stata fatta nel capoluogo toscano”, cui ha dato il suo sostegno il Partito democratico della Toscana. A sfilare, accanto agli universitari, anche gli studenti medi.

La manifestazione regionale dei lavoratori dell’Università, degli enti di ricerca e dell’Afam è stata indetta dalle organizzazioni sindacali della Toscana FLC Cgil, Cisl Università, FIR Cisl e UIL PA UR e organizzata insieme alle rappresentanze degli studenti universitari. Studenti, dottorandi e ricercatori dell’Università ‘La Sapienza’ di Roma in mobilitazione hanno consegnato una lettera-appello al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, giunto all’ateneo romano per presenziare alla cerimonia in Rettorato in ricordo dello storico Giuliano Procacci, in cui esortano il capo dello Stato a prendere posizione. “Ci auguriamo – si legge – che anche lei decida da che parte stare e non abbandoni a se stessi la scuola, l’università, la ricerca pubblica”.

Riteniamo di voler rispondere alle sue parole della scorsa settimana – scrivono gli studenti universitari con riferimento al discorso pronunciato da Napolitano nella tenuta di Castel Porziano – parole che con estrema facilità il governo ha utilizzato, a legittimazione del continuo ricorso al voto di fiducia che di fatto esautora il Parlamento e comprime il dissenso democratico nel Paese”. Gli studenti sottolineano che “è l’università in quanto tale che si sta mobilitando: minimizzare questo elemento significa avere poco a cuore la democrazia. Venerdì – ricordano al presidente della Repubblica – ci ha segnalato che non si può soltanto respingere il cambiamento e che una riforma è necessaria”. Ma, osservano gli studenti, “l’università dovrà subire un nuovo processo riformistico di cui si capiscono poco le linee guida, se non il desiderio del governo di ridurre il numero degli atenei e le risorse. Scuola e università sembrano essere solo un fardello costoso e insopportabile, mai un’occasione di crescita e di sviluppo; una spesa, mai un investimento”.

Intanto la riforma Gelmini va avanti. Il voto finale del Senato sulla parte della riforma contenuta nel decreto legge del governo è previsto nella mattinata di mercoledì 29. Lo ha annunciato il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, al termine della conferenza dei capigruppo che ha fissato il calendario dei lavori dell’Aula di Palazzo Madama.

Fonte: Adnkronos

















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