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Prezzi: Coldiretti, aumenti in controtendenza rispetto alle materie prime

L’aumento dei prezzi nei prodotti alimentari del 5,8 al commercio è in netta controtendenza rispetto all’andamento delle materie prime agricole che sono calate del 6,5 per cento e non possono certo essere assunte come alibi per i rincari. E’ quanto emerge da una elaborazione Coldiretti sui dai Istat/Ismea relativi al mese di settembre che conferma le distorsioni e i troppi passaggi esistenti nel percorso dei prodotti dal campo alla tavola durante il quale i prezzi moltiplicano e i centesimi si trasformano in euro.


Se le moltiplicazioni dei prezzi dal campo alla tavola e i margini della distribuzione commerciale possono essere facilmente verificati sul sito Sosconsumatori del Ministero delle Politiche Agricole, le inefficienze della filiera sono state evidenziate recentemente anche dalla Banca d’Italia nel settore ortofrutticolo, dove i prezzi aumentano mediamente del 200 per cento dalla produzione al consumo, ma con ricarichi che variano dal 77 per cento nel caso di filiera cortissima (acquisto diretto dal produttore da parte del distributore al dettaglio) al 103 per cento nel caso di un intermediario, al 290 per cento nel caso di due intermediari, al 294 per cento per la filiera lunga (presenza di 3 o 4 intermediari tra produttore e distributore finale).

Per questo – continua la Coldiretti – secondo l’ultima indagine dell’Antitrust infatti “i prezzi al consumo attualmente praticati dalla grande distribuzione nel comparto ortofrutticolo” “non sono inferiori a quelli praticati dalle altre tipologie di vendita e, in particolare, risultano sensibilmente superiori a quelli praticati dai mercati rionali e dagli ambulanti” che per questo registrano una crescita.

Per la grande maggioranza degli italiani (48 per cento) gli aumenti dei prezzi – precisa la Coldiretti – sono imputabili ai passaggi intermedi dal produttore al consumatore, ma sotto accusa sono i ricarichi dei commercianti e le speculazioni sulla base dei risultati della indagine sulle abitudini alimentari degli italiani Swg/Coldiretti.

Per questo ha preso il via la prima rete italiana per l’acquisto diretto dagli agricoltori (i cosiddetti farmers market) con l’apertura dei mercati di campagna, dove sarà possibile acquistare a prezzi calmierati inferiori di almeno il 30 per cento, grazie all’accordo tra Coldiretti e le Associazioni di consumatori. Si tratta di una risposta alle attese dei cittadini che, secondo l’indagine SWG – Coldiretti sulle abitudini alimentari degli italiani nel tempo della crisi economica, hanno indicato che la migliore soluzione per frenare l’aumento dei prezzi è proprio quella di favorire gli acquisti direttamente dal produttore (38 per cento) perché tagliano le intermediazioni, garantiscono la qualità, la genuinità, la sicurezza, la convenienza e rispettano tutte le vigenti normative igenico-sanitarie e fiscali.

L’apertura dei mercati di campagna amica – precisa la Coldiretti – potrà riguardare solo una fetta limitata del mercato che però, grazie alla maggiore concorrenza, è in grado di svolgere una importante funzione calmieratrice e per questo va diffusa e sostenuta. Una iniziativa che è stata accolta dovunque con grande interesse dai consumatori che non deve spaventare i commercianti perchè – conclude la Coldiretti – rappresenta un contributo concreto alla trasparenza e alla concorrenza di cui il Paese ha certamente bisogno.

















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