La quasi totalità delle 270 mila imprese turistiche esistenti in Italia ha già effettuato o ha in corso un ricambio di gestione, compiuto all’interno del medesimo nucleo familiare. È questo il risultato saliente che emerge da un’indagine commissionata dalla Confturismo-Confcommercio e svolta su un campione di strutture delle principali Regioni dagli studenti del Master in Economia e Gestione del Turismo del CISET (Centro Internazionale di Studi sull’Economia Turistica) in collaborazione con l’Università Cà Foscari di Venezia.
Lo studio è stato presentato oggi a Rimini nel corso del convegno dal titolo “Di padre in figlio: il ricambio generazionale nelle imprese turistiche” in TTG Incontri, in svolgimento nei padiglioni dell’Ente Fiera.
Inoltre la spinta innovativa che le giovani generazioni portano all’interno dell’azienda familiare è fortemente orientata ad un rinnovamento tecnologico, affiancato ad una ottimizzazione del modo di comunicare l’attività svolta.
“Un impegno – commenta il Presidente di Confturismo-Confcommercio, Bernabò Bocca – completamente orientato da un lato a potenziare l’attività dell’impresa e dall’altro ad incrementarne l’operatività”.
“Per un lavoro continuo e duraturo nel tempo – aggiunge Mara Manente, Direttore del CISET – che si tramanda di padre in figlio”.
In Europa, tra la fine degli anni ‘90 ed il 2010 più del 33% delle piccole-medie imprese (PMI), turistiche e non, hanno affrontato o affronteranno la sfida del cambio di generazione.
In Italia si stima che entro il 2010 saranno il 40% le aziende che dovranno affrontare la questione della trasmissione del business.
Anche perchè gli imprenditori con più di 60 anni sono il 43% del totale e dunque in teoria prossimi a cedere il testimone.
GLI ALBERGHI – La propensione al mantenimento dell’attività all’interno del nucleo familiare è fortemente radicata.
La generazione attualmente al comando è la prima nel 42% dei casi, la seconda nel 36%, la terza nel 21% ed ogni generazione rimane alla guida dell’impresa per circa 20 anni.
Quanto al sesso viene “premiata” la componente maschile che rappresenta il 73%, mentre i successori di sesso femminile rappresentano solo il 27%.
L’età media dei successori é di 35 anni, particolarmente consistente la percentuale di inserimenti in azienda da giovani, ben il 37% prima dei 20 anni, l’87% entro i 30 anni.
I ruoli prevalentemente ricoperti dai successori nel settore alberghiero sono quelli di direttore amministrativo (65%) e capo ricevimento (14%).
Tra le innovazioni previste in azienda più informatizzazione e razionalizzazione del marketing.
I RISTORANTI – La generazione attualmente al comando è in maggioranza la seconda e le unità gestite dalle imprese sono prevalentemente singole.
Il legame con la tradizione si dimostra forte, così come la percezione del valore dell’attività anche per le generazioni future. Ben pochi ristoratori manifestano infatti la volontà di cedere l’impresa.
I successori hanno in media un’età compresa tra i 26 e i 43 anni e quasi il 70% supera i 35 anni.
I ruoli prevalentemente ricoperti dai successori sono: lo chef, la direzione di sala (che comprende spesso anche la cura della cantina) e l’amministrazione.
Tra le innovazioni previste nei ristoranti si rileva: l’eventuale possibilità di introdurre un sistema di booking on line, l’ntensificarsi della promozione (selezionando canali di maggior rilievo) e la rilettura in chiave moderna dei classici piatti locali.
I CAMPEGGI – I cambiamenti nel comportamento della domanda, uniti alle caratteristiche strutturali di questo settore, rendono ancor più complessa la gestione delle strutture all’aria aperta, che sono prevalentemente anch’esse imprese a gestione familiare.
Quella attualmente al comando è, nella quasi totalità dei casi, la seconda generazione, ossia quella dei figli dei fondatori. Solo in qualche caso è già al timone la terza generazione.
I successori sono i figli o le figlie dei titolari (il numero di maschi e femmine è pressoché identico).
In azienda non ricoprono un ruolo specifico in genere, ma tendono piuttosto ad essere un po’ il jolly.
Gli imprenditori sottolineano come il livello di complessità raggiunto dalle loro aziende sia pari o superiore a quello di un’impresa alberghiera e come organizzarne e coordinarne le attività richieda specifiche capacità manageriali.
LE AGENZIE DI VIAGGI – Anche le agenzie di viaggi sono fortemente caratterizzate da una gestione familiare.
La sfida ormai intrapresa da oltre un decennio, anticipando in questo gli altri comparti del settore, è quella tecnologica.
L’avvento di Internet ha “obbligato” i genitori a dare spazio sempre più in azienda ai figli, maggiormente reattivi e propensi ad avvicinarsi al mezzo informatico.
Di conseguenza ciò ha comportato un abbinamento gestionale tra prima e seconda generazione che nella stragrande maggioranza dei casi è diventato l’elemento chiave per la gestione dell’agenzia.