Il sindaco di Reggio Emilia e vicepresidente dell’Anci con delega al Welfare, Graziano Delrio, è intervenuto oggi all’assemblea nazionale dell’Associazione dei comuni italiani sul tema ‘Comuni e sussidiarietà, per un federalismo dei cittadini’, in corso a Trieste. Alle quattro giornate di lavoro ha preso parte il ministro Roberto Calderoli.
Il sindaco Delrio ha illustrato nella giornata odierna, dedicata a ‘Sussidiarietà orizzontale. Il welfare tra pubblico e privato’, le proposte dei primi cittadini e amministratori italiani al governo.
“In Italia – dice Delrio – si spende molto in ambito previdenziale e poco e male per l’assistenza sociale rivolta a famiglie, minori e anziani. Le uniche risorse disponibili sono create attraverso i trasferimenti monetari dallo stato centrale e non con una politica volta allo sviluppo della rete dei servizi sul territorio. Invece di sostenere la realizzazione di servizi per l’infanzia, come gli asili o lo sviluppo dei servizi domiciliari, si preferisce il trasferimento di denari, attraverso strumenti come la Social card, senza rendere possibile un reale accompagnamento dei soggetti che ne avrebbero bisogno, ed escludendo i Comuni dagli interventi. L’obiettivo, più difficile, ma più urgente, deve essere una riorganizzazione del welfare e una redistribuzione delle risorse, per non trovarci di fronte a un cambiamento che ci precede, più veloce della nostra capacità di dare risposte”.
“La proposta dell’Anci – prosegue il sindaco Delrio – è di seguire un’altra strada. Proponiamo la creazione di piani pluriennali, come già avviene in Germania e Spagna, per implementare i servizi sul territorio. In tal modo è possibile costruire strategie e azioni concrete in favore dell’occupazione femminile e della tenuta delle famiglie, che non possono essere lasciate sole di fronte a temi come l’aiuto a persone anziane non autosufficienti o la nascita di un figlio”.
“Purtroppo – conclude Delrio – constatiamo che il governo va in altra direzione. Per il 2009 è previsto il taglio dei fondi per le politiche sociali e fondi collegati, mentre si rimanda al federalismo la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali, continuando così a mantenere squilibri fortissimi tra regioni e regioni, tra zone diverse del Paese. Servono piuttosto risorse nuove da immettere nel sistema di welfare, risorse che sono moltiplicano l’economia e le possibilità del Paese di risollevarsi”.