I lavori, dopo la parentesi del consolidamento antisismico della cupola nel 2002, sono iniziati nel novembre del 2004 e a distanza di quattro anni, restituiscono alla diocesi e alla città un monumento di cui, al di sotto dello strato di fumi polveri e lesioni, era persino difficile intuire l’apparato decorativo.
La cattedrale di Reggio Emilia – dedicata all’Assunta, come le altre cattedrali emiliane, che costituiscono una straordinaria sequenza nel panorama della grande stagione del romanico italiano – è stata oggetto di una radicale attività di restauro che ha coinvolto l’edificio in tutti i suoi aspetti, storici, strutturali, artistici e più propriamente legati all’uso liturgico.
Questo approccio “totale” nella strategia conservativa del monumento è oggi abbastanza raro – anche per l’impegno che comporta – e si motiva con la quasi completa assenza di interventi di restauro sugli interni dell’edificio a partire dalla fine dell’Ottocento.
Il lento e progressivo degrado, combinato con l’azione devastante di impianti di riscaldamento a gasolio pesante e con i danni causati da recenti fenomeni sismici (1996 e 2000), hanno reso indispensabile un intervento che coinvolgesse l’edificio in tutte le sue componenti, con un restauro che diventa quindi il punto di partenza per una futura azione di costante cura e manutenzione.
L’obiettivo per l’interno della chiesa, era quello di conservare la totalità delle stratificazioni che si sono sovrapposte sul monumento, la cui veste attuale è un gradevole accostamento di più interventi di tono “classicista”, messi in atto a partire dalla fine del sec XVI e fino all’ottocento per sostituire progressivamente le strutture d’epoca medievale, che il restauro stesso ha tuttavia indagato e restituito con dovizia di reperti, senza alterare la lettura complessiva dell’edificio.
GLI ATTORI
Il complesso progetto di recupero della Cattedrale di Santa Maria Assunta è il frutto della sinergia tra la Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, il Comitato per il restauro (che riunisce le principali realtà imprenditoriali ed istituzionali reggiane), il Ministero per i beni e le attività culturali – attraverso l’intervento della Direzione Regionale e di tre Soprintendenze regionali di settore: beni archeologici, beni achitettonici, beni artistici e storici – e gli enti locali, con il sostegno di numerose realtà private che hanno contribuito al finanziamento del progetto.
I lavori hanno permesso di restuire al pieno splendore un tesoro dall’inestimabile valore religioso, storico, culturale e artistico e al contempo hanno fornito una straordinaria opportunità per indagare in modo approfondito su oltre mille anni di storia non solo della “domus episcopalis”, ma della stessa città.
Il radicale restauro è stato concepito anche con lo scopo di adeguare la cattedrale alle nuove istante liturgiche del Concilio Vaticano II.
GLI INTERVENTI
Il cantiere del Duomo è aperto di fatto dal 2002, quando furono utilizzati i ponteggi realizzati per il consolidamento antisismico della cupola per il restauro dell’apparato ornamentale interno.
Il vero e proprio progetto di restauro, redatto dall’architetto Mauro Severi (in collaborazione con l’architetto Giancarlo Grassi) e attuato a partire dal novembre 2004 ha coinvolto le seguenti categorie di lavori: indagini archeologiche, consolidamento strutturale (con la collaborazione di Piero Gasparini e di Giovanni Gualerzi e la consulenza del professor Claudio Modena), rifacimento completo degli impianti di illuminazione e di sicurezza e speciali, impianto di riscaldamento, restauro di tutti i pavimenti, i paramenti murari, ancone, arredi, tele, stucchi e del cospicuo patrimonio di sculture e monumenti sepolcrali cinquecenteschi.
Fra queste, grazie alla stretta collaborazione con la Soprintendenza per i beni storici e artistici, brillano di rinnovato splendore le opere di Bartolomeo e Prospero Clementi, figure di spicco della scultura emiliana cinquecentesca, e pitture di grandi maestri come Guercino, Federico Zuccari, Palma il Giovane, Carlo Bononi, oltre a Passignano e al Pomarancio, e alle due enormi tele di un pittore reggiano di grande qualità come Orazio Talami.
I lavori hanno portato già alla fine del 2006 alla completa restituzione all’uso di culto della navata centrale e al completamento del restauro dei paramenti murari del transetto sud, il tutto secondo le metodologie e i tempi previsti nel programma delle opere.
In particolare questi ultimi lavori hanno permesso di scoprire importanti lacerti di affreschi e di elementi architettonici in cotto risalenti al secolo XVI, che costituivano l’originaria struttura di entrata dell’attuale cappella Rangone.
Altre scoperte hanno riguardato il rinvenimento dei capitelli dei vari pilastri, dei capitelli dei matronei e di due finestre di epoca romanica, una delle quali è stata lasciata in vista, nella parte ovest del transetto, in accordo con la competente Soprintendenza ai beni archittetonici. Altri lavori hanno riguardato il completamento degli impianti di riscaldamento nelle cappelle Rangone e del Santissimo.
In seguito è stato effettuato un accurato lavoro di smontaggio della pavimentazione del transetto, per permettere la posa dell’impianto a pannelli riscaldanti, inserito sotto l’attuale pavimento marmoreo, opportunamente restaurato e rimontato in modo identico all’esistente.
All’inizio del 2007 è stato completato il restauro dei paramenti murari del presbiterio e si è avviato il restauro della navata nord, l’ultima da sistemare.
LE INDAGINI ARCHEOLOGICHE
Sul fronte delle indagini archeologiche, effettuate sotto la direzione scientifica della Soprintendenza per i beni archeologici dell’Emilia-Romagna, in un primo tempo gli scavi hanno interessato l’interno della cattedrale e, in particolare, la navata centrale e le due laterali; dal 2007 le indagini hanno riguardato il sagrato e la cripta.
Gli scavi nella cripta hanno restituito i resti di un mosaico di età tardoantica, strutture di epoca successiva ed elementi architettonici collegati alle fasi più antiche della cattedrale, tra cui gli accessi alla cripta già individuati all’interno della navata centrale.
Le indagini archeologiche sul sagrato hanno riportato in luce il fronte esterno con porta di accesso della struttura circolare altomedievale già rinvenuta all’interno della Cattedrale e numerose sepolture riferibili a vari periodi storici.
LA CRIPTA
Nel frattempo, grazie ad una convenzione fra il Comitato per il Restauro e il Ministero, hanno avuto inizio, nel settembre 2007 i lavori di restauro della cripta, che si estende sotto al transetto e alle cappelle presbiterali.
Il progetto di restauro prevede un percorso analogo a quello dell’interno della chiesa, comprendente scavi archeologici, restauri dei paramenti murari decorati e degli elementi lapidei, smontaggio e restauro del coro ligneo cinquecentesco, degli arredi serramenti e pavimenti, oltre ai necessari adeguamenti degli impianti. I lavori in cripta saranno completati entro il 2010.
I COSTI E LE INIZIATIVE
Il cantiere nella chiesa superiore si è di fatto chiuso all’inizio dell’estate 2008. Negli ultimi mesi la cattedrale è stata chiusa al culto per i lavori di rifinitura (pulizie, sistemazione dell’impianto di illuminazione, etc.) in vista della piena riconsegna prevista con le celebrazioni del 15 e del 16 novembre 2008.
Delle opere totali previste, per un valore complessivo di oltre 10 milioni di euro, sono già state eseguite e pagate la gran parte, secondo un programma rispettato nei tempi. La parte rimanente, circa 1 milione di euro, sarà coperta grazie all’impegno dei soci fondatori del Comitato per il restauro, ai finanziamenti pubblici e alle iniziative di raccolta fondi coordinate dal Comitato, sotto le insegne della Fabbrica del Duomo di Reggio Emilia.
La Fabbrica del Duomo è appunto il simbolo di un cantiere sempre in movimento, sotto le cui insegne si identificano i progetti e le azioni del Comitato finalizzate a sensibilizzare fedeli, cittadini e tutti gli attori locali sulla centralità della Cattedrale e a sostenere il finanziamento dell’opera di restauro. L’opera del Comitato per il Restauro della Cattedrale è infatti improntata al diffondere la straordinaria importanza di questo tesoro, fortificando il ruolo del Duomo di caposaldo dei valori cristiani e della vita diocesana e, al tempo stesso, di fulcro della valorizzazione del territorio, insieme agli altri tesori della comunità reggiana: le chiese, i teatri, i musei, le nuove grandi opere architettoniche e le altre eccellenze della terra reggiana.