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Formigine riscopre gli artisti del suo passato

calendarioSi intitola “Formigine: emozioni artistiche del passato” la retrospettiva sul pittore Umberto Pollastri organizzata dal Circolo culturale La Torre, che con le sue numerose attività consente di riscoprire opere e personalità formiginesi. La mostra rimarrà aperta fino a domenica 20 settembre presso la Sala Loggia di Formigine (piazza Repubblica 5), con i seguenti orari di apertura: dal lunedì al giovedì dalle 18 alle 20; venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 18 alle 22.Umberto Pollastri, detto “Berto”, nasce a Formigine in via Montegrappa (anticamente chiamata in dialetto “Cuntreda ed sata”) nel 1904 da una famiglia molto umile. Imbianchino e decoratore di professione divenne pittore e “strimpellatore di chitarra” per passione.

La tecnica dell’artista è semplice e sincera, lo dimostrano omini goffi e rigidi come pupazzi e prospettive disegnate con ingenuità. Il suo modo di operare è stato quello che contraddistingue i bambini quando a scuola disegnano liberamente il sole, l’albero, la casa. Così Berto dipingeva: “La Cuntreda ed Minghin”, “Al Foren Vec”, “I Lavador” (piazza de Gasperi), “Via dal Cunvintèn” (via San Francesco). I temi trattati dall’artista rappresentano per lo più scorci di Formigine, diventando calde testimonianze di luoghi resi quasi irriconoscibili dallo scorrere del tempo. Lodevole rimane dunque il tentativo di raccontare Formigine ai suoi compaesani, sia per l’aspetto geografico-documentale, sia per le atmosfere, i suoni, le temperature, gli odori da lui stesso vissuti, sperimentati in gioventù; tutto ciò avvalendosi, molto spesso, del solo ausilio della memoria, senza l’aiuto d’immagini fotografiche.

Ricorda il nipote Massimo Pedrazzi, che ha seguito le orme del nonno divenendo un artista assai stimato: “La caratteristica dominante di mio nonno, nella vita come nella pittura, era la semplicità e la purezza d’animo. La sua sensibilità gli consentiva di beneficiare del piacere che scaturisce dalla bellezza quand’è percepita. Per lui, bellezza, era soprattutto nutrimento della passione, emozione di un ricordo”.

















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