Dal comunicato stampa emanato dall’Amministrazione all’indomani del Consiglio Comunale che ha portato in approvazione il Piano Casa, secondo le Norme Regionali 6-2009, sembrerebbe tutto nel pieno rispetto degli indirizzi emanati dal Governo Centrale del Centrodestra ma, nella realtà dei fatti non è assolutamente vero tanto che le restrizioni e i balzelli di norme aggiunte dalla Regione e poi da Comune, lo rendono addirittura controproducente.
Il mio intervento, di seguito, al Consiglio Comunale non vuole essere solo una critica ma anche un suggerimento al modo di fare sempre più isolato in un contesto nazionale.
“Se la legge del governo centrale, del centrodestra, voleva essere un indirizzo di intenzioni per agevolare una ripresa economica, non solo nel campo dell’edilizia, il regolamento comunale che ci apprestiamo ad approvare sembra essere un rimedio per evitare di rinnegare con evidenza gli interessanti indirizzi del governo centrale salvaguardando le intenzioni regionali per una gestione capillare dell’edilizia e della crescita demografica.
I contenuti della normativa possono in parte essere condivisi, contengono degli indirizzi certamente interessanti e mirati ad un miglioramento complessivo del parco edilizio e del settore, ma nel complessivo risultano essere troppo vincolanti, limitativi e di poco interesse per chi potrebbe avere le intenzione di usufruirne.
Giusta la limitazione nei centri storici e di pregio o di interesse architettonico ma, a queste, dovrebbero fare da controaltare agevolazioni nella periferia o nell’edilizia recuperabile, nel comparto agricolo e in quelle strutture riconvertibili che potrebbero veramente essere di interesse e di aiuto per una ripresa del settore.
Voglio ricordare che il settore edilizio per noi, parlo del territorio, è doppiamente critico, se alla crisi del comparto operativo, dalla manavolanza impiegata a quella gestionale, aggiungiamo il comparto industriale e artigianale su cui si riflette, il cosiddetto indotto che, da noi, vuol dire anche crisi nel settore ceramico.
Giusto quindi porre dei vincoli, dei miglioramenti e delle regole ma, a nostro parere, si dovrebbero salvaguardare quelle possibilità che potrebbero fare a piccoli passi la differenza in un comparto che si sta trascinando da mesi in una crisi che non sembra avere sbocchi.
Sarebbero attenzioni rivolte alla crisi economica che ci attanaglia visto che di questa crisi ci riempiamo la bocca tutti, con iniziative di vario genere, pagliativi, che servono soltanto a strumentalizzare l’opinione pubblica. Servono interventi decisivi e mirati per sbloccare situazioni critiche prima che diventino irreversibili.
Il governo centrale aveva emanato una legge che andava in questa direzione ma poi alcune ragioni l’hanno stravolta, peccato, poteva essere un’occasione che forse presto rimpiangeremo.
Un inciso, agevolare l’utilizzo della legge del governo centrale, di centrodestra, voleva dire entrate tributarie che, mi sembra, ci servano ma di cui preferiamo far senza!
A proposito siamo stati invitati ad un seminario di presentazione e approfondimento della legge regionale il 28 Settembre, non vi sembra un pochino tardi, a meno che l’urgenza di approvare oggi non sia una bufala o un’urgenza di qualcuno.
Questa pianificazione di approvazione prima del dibattito si presta a dubbie interpretazioni che lascio a voi pensare.
A proposito dell’argomento in approvazione, vorrei ricordare che in Abbruzzo le prime case sono state consegnate a distanza di 5 mesi dal sisma con un governo centrale di centrodestra.
Forse negli indirizzi del governo centrale, di centrodestra, qualcosa di buono era contenuto ma evidentemente non piacevano a tutti e qualcuno ci ha voluto mettere la ciliegina sopra”.