Ieri, domenica 24 ottobre, nella Riserva Regionale delle Salse di Nirano, in concomitanza con la Spanuceda, è stata inaugurata Ca’ Rossa. Alla cerimonia del taglio del nastro erano presenti il sindaco del Comune di Fiorano Modenese Claudio Pistoni, l’assessore alle politiche ambientali Marco Busani, l’assessore provinciale all’ambiente Stefano Vaccari, l’assessore provinciale ai lavori pubblici Egidio Pagani e il presidente del Consiglio Regionale Matteo Richetti.
A Vincenzo Leonardi e Gianfranco Facchini è stato consegnato un attestato per avere donato gli attrezzi della civiltà contadina, che rimarranno in esposizione a Ca’ Rossa. Risparmiata dal cattivo tempo, il programma della giornata si è svolto integralmente e con grande partecipazione di pubblico, grazie al lavoro di Gefi, Comitato dei Residenti delle Salse, Amici del Castello, Associazione Fiera San Rocco e gruppo di Fiorano dell’Ana.
Dalle 10 alle 11 si è svolto l’annuale appuntamento con la Spanuceda, che domenica avrà luogo nella splendide cornice dell’agriturismo Pra’ Rosso, che ha riaperto con una nuova gestione; poi l’inaugurazione con il ‘Laboratorio dei sensi’ e la prima spremitura dell’olio delle colline fioranesi. Poi aperitivo a base di prodotti enogastronomici tradizionali e, alle 13, pranzo gratuito a base di polenta presso il ristorante birreria Arnold’s. Sono state distribuite più di 400 razioni.
Nel pomeriggio, dopo la benedizione da parte del parroco di Nirano Don Paolo Orlandi, è stato aperto il percorso del vino con produzione ed assaggi di saba, soghi e savor, vin brulè, caldarroste e benson; sono ripresi i laboratori sull’avifauna stanziale della Riserva, con la realizzazione di mangiatoie da materiali di recupero,la smielatura con l’azienda agricola Chiletti Apicoltura e la produzione di candele con cera d’api curato dalla Coop, oltre all’annullo filatelico e alla mostra di francobolli da collezione di Melchiorre Gibellini e al mercatino di oggetti ed arredi dal passato.
Il primo stralcio dei lavori a Ca’ Rossa hanno consentito il recupero statico dell’edificio, il suo risanamento e l’allestimento del piano inferiore, con l’obiettivo di creare un centro di documentazione e accoglienza turistica, con annessi uffici ad uso del personale del Parco e piccola foresteria per ospitare visitatori e studiosi. L’edificio, classificato come “edificio di valore storico-architettonico culturale e testimoniale” è un significativo esempio di manufatto agricolo a “porta morta” di origine ottocentesca, la più tipica delle case rurali della campagna reggiano-modenese. Essa prevedeva per i vari ambienti un’organizzazione molto semplice e funzionale. La parte rustica, contenente la stalla, il fienile ed ambienti di servizio, era unita all’abitazione con un lungo portico coperto, denominato ‘porta morta’, perché in origine era chiuso al suo termine sul lato opposto.
Il progetto di restauro, dell’edificio, oltre a rispettare la tipologia e la distribuzione degli spazi di questo complesso rurale, si è basato sui più recenti indirizzi di bioarchitettura per il contenimento dei consumi energetici e per la produzione, mediante sistemi ad energia rinnovabile, di buona parte dell’energia consumata all’interno dell’edificio stesso.
Cà Rossa diventa un ecomuseo, il luogo fisico dove rievocare le tradizioni, partecipare alla tutela della riserva, promuovere i prodotti tipici locali, accogliere i visitatori ed educare e sensibilizzare al rispetto dell’ambiente.
Nell’Ecomuseo si individua “un patto con cui una comunità si prende cura del territorio”. Un patto non scritto ma percepito e condiviso come una bussola dello sviluppo locale, dove storia, territorio vivente e comunità locali sono risorse per obiettivi di crescita in una visione di sviluppo sostenibile. L’oggetto dell’Ecomuseo è dunque il territorio, inteso non solo in senso fisico, ma anche come storia della popolazione residente e dei sedimenti materiali e immateriali lasciati da coloro che lo hanno abitato in passato. Un intreccio tematico che va dalla storia naturale (flora, fauna, assetto geologico e mineralogico, ecc.) alla cultura materiale, via via fino alla peculiarità storica locale.
L’educazione al futuro, il processo partecipativo e lo sviluppo locale sono alcuni degli obiettivi che l’educazione ambientale si pone e che molto hanno a che fare con l’Ecomuseo.
Infatti, l’educazione è uno strumento primario per sensibilizzare la popolazione verso lo sviluppo sostenibile e per rendere partecipi tutti i cittadini, soprattutto i più giovani, a una gestione del territorio più consapevole. Gli insegnanti, gli alunni ma anche gli abitanti e i visitatori, possono trovare, in Ca’ Rossa un luogo di formazione permanente con proposte e attività di varia natura, con laboratori dei sensi, con percorsi guidati alla riscoperta degli attrezzi, delle immagini e delle tradizioni del mondo contadino dove la sostenibilità dei comportamenti di vita era una necessità ed un patto tacito verso la natura ed il territorio sentiti fortemente come parte di sé.