Ieri pomeriggio, venerdì 26 novembre, al Castello di Spezzano si è svolto il secondo woorkshop-laboratorio de ‘La Fabbrica delle idee’ organizzata dal Comune di Fiorano Modenese. per contribuire al rilancio del distretto ceramico, con la partecipazione di oltre 60 fra imprenditori, manager, tecnici, rappresentanti di associazioni di categorie e di associazioni impegnate nel volontariato, amministratori pubblici.
Ieri sono stati affrontati sei gruppi tematici: ‘Green energy’, ‘Logistica e mobilità merci persone’, ‘Welfare e volontariato’, ‘Formazione e saperi, ricerca innovazione’, ‘Governance di distretto’, ‘Riqualificazione territoriale e sostenibilità’. I lavori si sono conclusi con l’intervento del presidente del Consiglio Regionale dell’Emilia-Romagna Matteo Richetti, che ha garantito l’attenzione della Regione all’esperienza della Fabbrica delle Idee, apprezzando ‘l’ostinazione’ con cui questo progetto persegue idee concrete. “Nella mia esperienza in Regione – ha detto Richetti – vedo che talvolta i nostri provvedimenti non risultano adeguati alla complessità del territorio e alle immediate esigenze di chi ci vive e lavora. L’idea è quella di creare percorsi comuni, ma siamo di fronte a zone con motivazioni e difficoltà diverse. Credo che ora, con riferimento in particolare in a questa Fabbrica delle Idee, il ruolo della Regione non debba essere di “accompagnamento normativo”, ma piuttosto di sostegno alla progettualità concreta. Vedo che qualche progetto ha già gambe. Ne basterebbe anche uno solo per gruppo, o anche meno, per diventare una opportunità di concreto rilancio e su questo assicuro che la Regione è interessata a mettersi in gioco in modo diretto. Si può fare un patto: quello che la crisi e l’evoluzione del sistema economico finisce per “liberare” lo reinvestiamo nei progetti della “Fabbrica delle idee”, riconvertendolo positivamente”.
L’altro punto toccato da Richetti riguarda appunto la governance del distretto: “Un passo avanti potrebbe essere l’Unione dei Comuni – ha detto – ma anche questa non è sufficiente se non la si riempie di contenuti. C’è bisogno di riconoscibilità vera del distretto, di creargli un’anima e credo che in un certo senso in questo si debba ripartire da zero, senza buttare via niente del passato, ma ponendosi di fronte alla situazione nuova che stiamo vivendo. Anche in questo è possibile arrivare rapidamente a un livello esecutivo regionale, realizzando qualcosa di concreto e realmente utile”.
I sei argomenti affrontati nei gruppi di lavoro hanno riguardato mobilità, welfare, energia, formazione, riqualificazione territoriale, governance.
Sul primo tema, quello della mobilità, è importante rilevare la scommessa, che qualche azienda è già pronta a raccogliere, di una sperimentazione del trasporto “franco destino”, impegnando cioè i trasportatori locali nella consegna delle merci agli acquirenti, in luogo dell’attuale sistema che vede arrivare sul territorio i trasportatori dei clienti. Questo consentirebbe ovviamente di creare lavoro, di migliorare la logistica e l’organizzazione dei trasporti. Una grande azienda si è detta pronta alla sperimentazione se in questa si riusciranno a coinvolgere almeno quattro grandi produttori. Nello stesso tempo si dovrebbe cercare di creare un sistema organizzato fra i piccoli trasportatori locali. Altra possibilità concreta, da subito, è quella di creare e rendere operativo un software per la gestione della logistica dei trasporti, che ottimizzi i percorsi e i carichi. Terzo, la consapevolezza che la cultura della logistica è carente e che ci vuole formazione specifica in azienda, anche per creare nuovi professionisti di questo settore.
Per quanto riguarda il welfare, i punti più immediatamente operativi sono legati a un welfare aziendale, senza però contenere al solo ambito dell’impresa le possibilità e le agevolazioni che questo prevede, ma cercando di estendere il sistema anche a indipendenti e partite Iva. Da rilevare l’esperienza del Nido interaziendale, che doveva essere realizzato da un pool di imprese mentre invece partirà con l’impegno di un solo grande gruppo, includendo una quota da destinare ai bambini non “aziendali”, tratti dalle liste di attesa comunali.
Per il tema dell’energia le azioni prioritarie cono tre: un piano energetico intercomunale, che venga inserito anche nelle programmazioni urbanistiche e territoriali dei Comuni; un servizio Green Energy, con la creazione di un soggetto territoriale (Energy save company) che promuova progetti ed esperienze di questo tipo riunendo conoscenze tecniche e iniziative in un unico soggetto, a beneficio di tutti; la cogenerazione e la micro-cogenerazione non solo per imprese ma anche per il settore pubblico.
La formazione dovrebbe puntare, secondo i partecipanti, a una iniziale mappatura delle risorse esistenti, per poi procedere a una vera rete di coordinamento dei centri di ricerca esistenti. I partecipanti hanno potuto rendersi conto che esistono già diversi centri di ricerca di eccellenza sul territorio a ogni livello (esempio l’Ipsia Ferrari), che spesso non lavorano in rete. Altra possibilità: l’incubatore di imprese, che consente a chi ha un’idea di avviarla in collaborazione col pubblico per poi realizzarla oppure venderla. Un sistema che è stato giudicato laborioso e costoso, ma alla portata del comprensorio.
Nella riqualificazione territoriale vanno inclusi protocolli per le nuove costruzioni con sistemi di bioedilizia e risparmio energetico; la riconversione dei capannoni e delle strutture esistenti in luogo di nuova cementificazione; la ricerca di una maggiore compatibilità fra i Psc del territorio, in particolare fra le province di Modena e Reggio Emilia che, pur con caratteristiche territoriali simili, presentano molti punti di discordanza.
Infine la “governance” di distretto si è confrontata su un unico, semplice ma significativo punto: la mancanza del distretto stesso come soggetto fisico e istituzionale. L’esigenza primaria quindi è creare un tavolo, un punto di riferimento, che identifichi l’idea stessa del distretto industriale.
Ulteriori informazioni e iscrizioni telefonando ai n. 0536.833.205 e 0536.833.270, inviando un fax ai n. 0536.830.240 e 0536. 832.446 o una email a: info@fabbricaideedistretto.it.