Vent’anni fa a Modena gli stranieri occupati nell’edilizia erano meno di cinquanta; oggi sono 4.600 e rappresentano oltre il 40 per cento del totale degli addetti.
Se aggiungiamo i circa mille lavoratori autonomi o con partita Iva e i 7-800 immigrati che lavorano nei settori collegati all’edilizia (legno, lapidei e manufatti in cemento), possiamo calcolare che nelle costruzioni e affini lavorano 6.500 persone di nazionalità straniera. Della presenza degli immigrati in edilizia e della loro integrazione attraverso il sindacato si è parlato stamattina – sabato 27 novembre – in un convegno organizzato dalla Filca-Cisl, il sindacato dei lavoratori edili.
«Noi abbiamo complessivamente 3 mila iscritti, 1.650 dei quali stranieri; questo significa che oltre un terzo degli immigrati occupati in edilizia è iscritto alla Cisl – spiega il segretario provinciale della Filca-Cisl modenese, Domenico Chiatto – In questi anni abbiamo toccato con mano come il sindacato possa essere un luogo per favorire l’integrazione degli immigrati. Abbiamo una decina di rsu e delegati di nazionalità straniera e sono immigrati otto componenti del nostro direttivo provinciale; alcuni sono nostri iscritti da oltre vent’anni, cioè dall’epoca della prima ondata immigratoria. Affinché gli immigrati possano partecipare maggiormente nel sindacato occorre dare loro più formazione. Dobbiamo, inoltre, – conclude Chiatto – rafforzare gli strumenti formativi e informativi sulla sicurezza, per evitare che questi lavoratori siano i più colpiti dagli infortuni sul lavoro».
Per la Filca-Cisl è necessario favorire – come prevede l’ultimo contratto nazionale e come richiesto nella piattaforma del contratto provinciale – la tutela e riqualificazione dei lavoratori immigrati, i primi a essere espulsi dal mercato del lavoro in situazioni di crisi. «I nostri problemi sono la legge Bossi-Fini, il permesso di soggiorno, la cittadinanza per i nostri figli nati in Italia, ma oggi vogliamo discutere di come aumentare gli spazi di incontro e dialogo tra immigrati e italiani – aggiunge Abdelhak Rziqi, cittadino marocchino, da tre anni operatore degli edili Cisl a Carpi – Vogliamo dimostrare che l’immigrazione non è un problema di sicurezza e ordine pubblico, come spesso viene dipinta, ma un’opportunità di crescita per la società. Il sindacato costituisce per noi un grande strumento di partecipazione e democrazia che ci permette di apprendere diritti e doveri e di portare nella comunità modenese il nostro entusiasmo e la nostra voglia di essere nuovi cittadini».
Tornando alla presenza degli stranieri in edilizia, il 22 per cento proviene dal Marocco, il 21,6 per cento dalla Romania, il 20,5 per cento dall’Albania, il 15 per cento dalla Tunisia e Turchia; queste cinque nazionalità rappresentano complessivamente oltre il 90 per cento degli immigrati registrati dalle Casse Edili modenesi.