L’Emilia-Romagna chiudera’ il 2010 con il Pil in rialzo all’1,5%, una percentuale maggiore rispetto alla media nazionale che non superera’ l’1%. E’ questa l’indicazione che emerge dal Rapporto sull’economia regionale 2010 realizzato da Unioncamere e Regione Emilia-Romagna. Un dato positivo, quello del Pil, che induce ad elementi di fiducia in una situazione ancora difficile, con una crisi che continua a fare sentire i suoi effetti, specialmente in termini occupazionali.
“I dati sono chiari: il 2011 sara’ ancora un anno di difficolta’, in cui dovremo pero’ preparare al meglio, e gettare le basi, per la vera ripresa, attesa per il 2012. Sara’ un fattore chiave l’export, che gia’ ora e’ trainante per un PIL che nonostante la crisi, e’ in crescita”, ha detto l’assessore alle Attivita’ produttive della Regione E.Romagna, Gian Carlo Muzzarelli. “L’Emilia-Romagna e’ un territorio con un sistema imprenditoriale molto reattivo: la Regione – ha aggiunto Muzzarelli – e’ al fianco di chi con talento e creativita’ ha voglia di investire nel futuro, e non si arrende. Chi oggi continua a investire ha il supporto della Regione: nonostante i tagli, stiamo sostenendo con forza ricerca e innovazione negli assi fondamentali dell’Emilia-Romagna: agroalimentare; costruzioni; energia e ambiente; Ict e design; meccanica e materiali; scienze della vita, per un territorio sempre piu’ moderno, sviluppato, competitivo a livello internazionale”. La recessione dell’economia italiana e’ stata lunga. Non e’ stata, e non e’, una crisi passeggera: e’ durata sette trimestri, dal secondo del 2008 sino al quarto 2009. Tecnicamente, la recessione e’ finita all’inizio del 2010, ma la ripresa e’ incerta e debole.
“I segnali di ripresa, soprattutto delle esportazioni, lasciano intravedere una crescita contenuta per il 2011 che, secondo le previsioni, sara’ in Emilia-Romagna comunque meno debole rispetto al resto del Paese. – ha dichiarato il presidente di Unioncamere regionale, Andrea Zanlari – Per continuare ad essere una regione a forte vocazione manifatturiera, e proseguire nel cammino di sviluppo che tiene insieme crescita economica e coesione sociale, occorre che tutti gli attori continuino a remare nella stessa direzione con la capacita’ di leggere i problemi. Il Tavolo del Patto per attraversare la crisi, pilotato dalla Regione, a cui Unioncamere ha assicurato una convinta partecipazione, indica una strada da seguire. Competitivita’, sostenibilita’, dignita’ del lavoro e appartenenza al territorio sono le parole chiave per declinare lo sviluppo degli anni a venire.
L’Emilia-Romagna si contraddistingue per una grande apertura ai mercati esteri: questa caratteristica e’ tra le cause che hanno portato la regione a risentire piu’ acutamente della crisi, ma oggi proprio questa peculiarita’ sta offrendo maggiori opportunita’ di ripresa, grazie alla crescita del commercio internazionale: l’export emiliano-romagnolo e’ cresciuto infatti nei primi 9 mesi del 2010 del 14,7%, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo dato conferma la tendenza positiva avviata con l’inizio del 2010 e sensibilmente rafforzatasi nel corso del secondo trimestre, quando le esportazioni regionali hanno messo a segno un incremento del 19,3%, e ancora di piu’ nel terzo trimestre in cui sono salite del 20,7%. I notevoli incrementi conseguiti derivano anche dal confronto con i corrispondenti trimestri del 2009, che erano risultati sensibilmente negativi, ma trova conferma una marcata inversione di tendenza. Da evidenziare anche l’accenno di ripresa degli investimenti fissi lordi, che registrano un segno positivo (+1,9%), dopo la forte flessione del 2009, e, in misura piu’ contenuta, la lieve risalita dei consumi interni: alla diminuzione di quelli delle Amministrazioni pubbliche e delle Istituzioni sociali private, si e’ infatti registrato un leggero incremento della spesa delle famiglie (+0,8% nel 2010, a fronte del -0,3% del 2009). Sul versante dell’occupazione, anche il 2011 sara’ un anno difficile, con una crescita modesta, i cui effetti positivi saranno ulteriormente attenuati da una prevista ulteriore erosione della base occupazionale (-0,4% atteso nel 2011). A rendere ancora piu’ incerto lo scenario sono le forti tensioni che attraversano il mercato del lavoro: nel 2009 i disoccupati a livello mondiale sono aumentati di 212 milioni, un dato impressionante e destinato ad una ulteriore crescita. Gli occupati in Emilia-Romagna sono calati a circa 1.929.000 unita’: -2,2% rispetto al 2009 e in termini assoluti circa 44.000 persone. La regione presenta comunque dati occupazionali superiori sia alla media nazionale che a quella della piu’ omogenea ripartizione nord-orientale.
Per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali, nei primi dieci mesi del 2010 la Cassa integrazione guadagni e’ aumentata da 46 milioni di ore del 2009 a quasi 100 milioni di ore (soprattutto per il ricorso alla Cig in deroga). Le misure straordinarie previste dal “Patto per attraversare la crisi”, hanno tuttavia consentito di conservare welfare e modello sociale, salvando oltre 60.000 posti di lavoro e mantenendo saldo il legame tra imprese e lavoratori. Aumentano le imprese intenzionate ad investire: questo rappresenta un segnale di fiducia e di reazione alla crisi delle aziende emiliano-romagnole che ancora guardano al futuro. Gli investimenti dovrebbero aumentare del +2,1%, indice della reattivita’ del sistema economico. Le imprese investono soprattutto in formazione del personale, innovazione e modernizzazione.