Marco Biagini, capogruppo consiliare del Partito Democratico di Fiorano interviene con una nota che parte dalle parole del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per affrontare la necessità di prospettive per i giovani.
“Non vi stupirete, credo, se dedico questo messaggio soprattutto ai più giovani tra noi, che vedono avvicinarsi il tempo delle scelte e cercano un’occupazione, cercano una strada”, così il nostro Presidente della Repubblica ha aperto il discorso di fine anno, seriamente preoccupato e coinvolto nel tratteggiare un percorso di sviluppo italiano ed europeo, che tenga conto, in ogni sua sfaccettatura, del “futuro” e dei “giovani”, termini fin troppo spesso abusati a suon di slogan vuoti e mistificanti.
“Il futuro da costruire – guardando soprattutto all’universo giovanile – richiede un impegno generalizzato”; siamo dunque tutti chiamati a far sì che l’appello accorato del Presidente non cada nell’oblio tra gli scoppi dei tappi dello spumante e i tonfi dell’economia, locale e nazionale, tra i fasti del cenone e i digiuni a venire.
Urge un tavolo di confronto, una seria e lungimirante strategia condivisa dalle istituzioni locali e dalle rappresentanze della società civile, tra volontariato, impresa, mondo della scuola, società informale, per iniziare a connotare i principi, belli ma spesso evanescenti, con scelte concrete e coraggiose.
Ognuno a modo suo, secondo le proprie prerogative e competenze, nell’autonomia della propria libertà decisionale, sta certamente dando un contributo, ma il rischio è che la volontà dei singoli soggetti, siano essi imprenditori, amministratori, insegnanti o inseguitori di mulini a vento, rischi di incidere relativamente, a ridosso della frattura economica del momento e degli orizzonti torbidi dei giorni a venire; occorre mettere tra i primi punti delle politiche territoriali del distretto e soprattutto della nascente Unione dei Comuni, il tema giovani. E’ importante avanzare proposte sull’argomento, sfruttando i contenitori esistenti e creandone, se necessario, di nuovi, senza dimenticare di coinvolgere i giovani stessi nel dibattito e nella gestione attiva del progetto, affinché non siano solo fruitori, ma ne diventino i protagonisti.
Come istituzioni abbiamo il dovere di creare un terreno sul quale possano giocare la loro partita, senza essere ostacolati da cause economiche, dall’impossibilità di accesso ai poli della formazione, dell’innovazione e della ricerca, dalla difficoltà di fare impresa in Italia.
Tocca ai giovani porsi domande sul futuro, ma debbono sentirsi squadra, territorio, sistema: insomma usate la metafora che preferite, purché sulla barca si remi tutti nella stessa direzione. E a proposito di barche non importa chi sia il capitano. basta che la barca non affondi… non oggi, ma nemmeno domani.