Domani 14 gennaio sarà passato un anno dallo sgombero della sede del Fassbinder, atto che mise fine ad un’esperienza di autogestione libera e diretta iniziata 25 anni prima col Collettivo Tribù Libere.
L’atteggiamento autoritario della Giunta sassolese nei nostri confronti, iniziato con ultimatum e false proposte di dialogo, e continuato con lo sgombero tramite ingenti quanto inutili forze dell’ordine, mandate poi a minacciare di manganellate un gruppo di ragazzi che protestava davanti al Comune, si è confermato durante quest’ultimo anno in varie forme: richieste negate per i presidi, controlli arbitrari da parte della polizia municipale, multe esorbitanti e del tutto ingiustificate.
Nel frattempo Sassuolo è rimasta una città dormitorio, dove le occasioni di libera aggregazione giovanile sono poche o nulle, i progetti dell’Assessorato per le Politiche Giovanili fallimentari, e i ragazzi sassolesi continuano a spostarsi nelle città vicine durante i weekend. Il Fassbinder era l’unico posto che richiamava centinaia di persone ogni sabato sera, anche da altre città e altre regioni. Non solo, era l’unico posto che offriva un’idea diversa di aggregazione e di socialità, dove non era l’interesse economico al centro delle iniziative, non vi erano gerarchie, e si sperimentava l’autogestione e l’organizzazione orizzontale dei rapporti umani. Tutto questo a costo zero per il Comune.
Il risultato dello sgombero è stato un luogo di aggregazione in meno a Sassuolo, e uno stabile inutilizzato e abbandonato in più.
Sabato 15 gennaio dalle ore 15.30 terremo un presidio davanti alla sede del Comune per protestare nuovamente contro le decisioni di questa Giunta. Cogliamo l’occasione per ribadire che, nonostante il Collettivo ritenga ingiusti le multe inflitte durante il corteo e i metodi della Giunta sassolese, il Gruppo di Autodifesa non fa parte del Collettivo del Fassbinder.
Tribù Libere – Fassbinder