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Moschea, il Pd: “Sassuolo costretta a una perenne emergenza”

Domani a Sassuolo gli stranieri di fede musulmana scenderanno in piazza assieme a tanti cittadini sassolesi per chiedere alla giunta un luogo di preghiera che finora non è stato concesso. In proposito, una dichiarazione del segretario provinciale del Pd Davide Baruffi.

«Qual è il compito di una compagine di governo? Governare, appunto. Lo dice la parola stessa. A Sassuolo invece, le forze di governo non governano ma scendono in piazza; non ascoltano i cittadini ma tirano dritto; non propongono soluzioni ma pessima ideologia.

E’ questa la ragione per cui un problema non eclatante, quello di mettere a disposizione dei fedeli di religione musulmana uno luogo coperto dove ritirarsi in preghiera, è diventato a Sassuolo il problema politico per eccellenza, un simbolo del conflitto di civiltà, la bandiera della crociata leghista contro l’odiato nemico islamico, come se fossimo ai tempi della battaglia di Lepanto.

Sono ormai due anni, da quando Caselli si è insediato nel palazzo municipale, che Sassuolo è costretta a vivere in uno stato di perenne emergenza per colpa di questa ossessione xenofoba della giunta. Tutto il resto passa in secondo ordine: la crisi economica, la disoccupazione, l’assistenza messa a rischio dai tagli indiscriminati del governo. E, infine, la sicurezza.

Quello che il sindaco e la giunta non riescono a mettersi in testa, infatti, è che solo politiche serie d’integrazione possono garantire un buon livello di convivenza e quindi più sicurezza per tutti, italiani e stranieri. Lo capisce anche un bambino: a chi giova alimentare paure, conflitti, rotture, manifestazioni come quelle di domani a Sassuolo? Vale la pena pagare il prezzo dello scontro e della tensione continua in città per racimolare un po’ di consenso?

A questo punto sorge il fondato sospetto che in realtà Caselli e la sua giunta non siano minimamente interessati a governare e a risolvere i problemi ma piuttosto a tenere alta la tensione in città per lucrare voti sulla paura che loro stessi alimentano quotidianamente. E’ un gioco pericoloso e come tutti i giochi dura poco. I sassolesi cominciano a non poterne più di questa amministrazione incapace e la protesta del quartiere Braida contro il progetto del Centro pasti ne è una clamorosa conferma».

















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