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Collaborazione tra ricercatori dell’Ateneo e la società Liu Jo per promuovere iniziative innovative nel merchandising

Una collaborazione tra ricercatori dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, attivi presso il Tecnopolo modenese-reggiano, e l’azienda di moda Liu Jo di Carpi porta alla creazione di un laboratorio avanzato per la realizzazione di soluzioni innovative di ricerca applicata nel settore dell’informatica.

L’iniziativa nasce dalla spinta della Regione Emilia-Romagna, che nei mesi scorsi ha lanciato il bando “Dai distretti produttivi ai distretti tecnologici”, a sostegno delle competenze e dei distretti produttivi regionali attraverso la creazione di reti fra mondo della produzione industriale e quello della ricerca, così da favorire forme di trasferimento tecnologico e produzioni ad alto contenuto innovativo.

È in questo contesto che nasce la collaborazione fra l’unità informatica del Tecnopolo di Modena, denominata Softech, e Liu Jo, che insieme hanno creato il Laboratorio E-FASHION, finanziato dalla stessa azienda carpigiana con un budget di circa un milione di Euro e cofinanziato dalla Regione Emilia-Romagna con circa 430.000 Euro. La responsabilità scientifica è affidata al prof. Flavio Bonfatti, docente di Progettazione del Software e di Informatica Industriale alla facoltà di Ingegneria “Enzo Ferrari” di Modena.

Scopo del progetto, ufficialmente iniziato lo scorso novembre e di durata biennale, è di individuare e realizzare soluzioni informatiche che possano dare ulteriore spinta innovativa al noto marchio carpigiano, in particolare per gli aspetti che riguardano la complessa gestione logistica della produzione e per quelli legati alla sfera della comunicazione fra la casa di moda carpigiana ed i clienti.

Per quanto riguarda il primo aspetto, il Laboratorio E-FASHION sta, infatti, lavorando ad una soluzione denominata “Identification and Tracking” dedicata alla tracciabilità di ciascun capo e accessorio prodotto da Liu Jo. L’idea è quella di inserire all’interno di ciascun oggetto un chip in grado di caratterizzare in maniera esclusiva l’abito o l’accessorio, su cui viene collocato, e garantire così la possibilità di conoscere il percorso che il prodotto fa dalla casa madre al cliente finale ovunque si trovi, sia esso a Roma, Shanghai o Parigi. Questa capacità di lasciare tracce è una caratteristica che cerca di dare risposta a uno dei principali problemi che Liu Jo, come i marchi di moda più importanti, si trova quotidianamente a combattere: la contraffazione.

Parallelamente, il Laboratorio E-FASHION punta a dare una risposta alle esigenze legate alla sfera “emotiva”, a quella dell’acquisto, mirando a rafforzare il dialogo e le forme di comunicazione fra Liu Jo e i suoi clienti reali e potenziali. A questo scopo sono previsti progetti di visual merchandising, in particolare di vetrine interattive dove i clienti possano non più limitarsi ad osservare abiti su un manichino, ma “assistere a sfilate” interagendo e dialogando con le immagini che appaiono sullo schermo per conoscere la disponibilità di un capo, la gamma di colori in cui è disponibile ed il prezzo, anche quando il negozio è chiuso.

















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