Il problema- moschea è tornato in consiglio, complice un’interrogazione firmata dal capogruppo del Partito Democratico Susanna Bonettini ed illustrata dal consigliere Sonia Pistoni. “Considerato che il Sindaco ha fatto sapere che non darà luoghi di culto in città, e considerato che c’era un accordo datato 26 aprile tra Sindaco e associazione El Huda, si chiede al Sindaco come si pensa di risolvere il problema”, chiede il PD attraverso Pistoni.
Questa la risposta del Sindaco, Luca Caselli: “Gli incontri con El Huda sono stati frequenti, e tutti diretti a individuare la sede fuori dal Comune.
Diversi i luoghi individuati, e tutti rifiutati da El Huda. Il dialogo è stato interrotto prima della manifestazione. El Huda dovrà, se vorrà, trovare un luogo di culto fuori dal comune. Ribadisco quanto avevo già detto e per me l’accordo di aprile è valido. Loro hanno prima manifestato e poi richiesto.
Sappiamo che un luogo di culto islamico non è una chiesa, ma ha caratteristiche sociali e politiche. Sappiamo che tutte le sedi da loro visitate sono state rifiutate e a questo punto, sentito dire che a loro andrebbe bene una sede anche fuori dal Comune ho già scritto agli altri Sindaci per individuare un luogo dove far sorgere un luogo di culto. Ho gli ok di Castellarano, Modena e Casalgrande, ma le nostre posizioni restano quelle espresse dal nostro odg.
Sassuolo ha già avuto due luoghi di culto e significa che altri dovranno, da qui in avanti, farsi carico del problema. Se credere – dice Caselli – possiamo anche fare un sondaggio per chiedere ai sassolesi quanti vogliono la moschea.
Se ci sono oltre 4000 stranieri a Sassuolo e la metà musulmani, è anche vero che i praticanti sono molto meno e che sabato, in piazza, c’era gente che risiede altrove: i tre che erano alla testa del corteo islamico vengono da Fiorano, Casalgrande e Formigine, e quindi sono anche gli altri comuni a doversi prendere carico del problema, visto che Sassuolo ha già dato e in braccio – ha chiuso Caselli – alla nonna si sta un po’ per uno”