E’ prevista per Giovedì 10 Febbraio – alle ore 11,00 – inVia Brigata Folgore, in prossimità della sede del Commiss.to di Pubblica Sicurezza, – la cerimonia commemorativa dedicata alla tragedia delle Foibe e dell’esodo delle popolazioni Giuliano Dalmate, in Via “Martiri delle Foibe”, che lo scorso anno è stata ufficialmente così intitolata ed entrata nella toponomastica sassolese.La cerimonia pubblica e civile, sarà presenziata dal Sindaco Luca Caselli, dalle autorità Militari e religiose e dalle Associazioni d’Arma e combattentistiche con i Gonfaloni.
Sia in tutte le scuole che negli uffici pubblici alle 11,00 sarà osservato 1 minuto di silenzio.
Il programma, come ha sottolineato il Sindaco Luca Caselli e a cui hanno contribuito gli Assessorati alla Cultura e alla Pubblica Istruzione, intende dare così piena attuazione allo spirito contenuto nella legge, realizzando specifici momenti ed attività pubbliche di testimonianza, informazione e riflessione critica su questo particolare periodo storico, così drammatico e nel corso degli anni, non sufficientemente analizzata e compresa.
Queste le altre due iniziative:
Mercoledì 9 Febbraio- Auditorium comunale – via Pia – h.21.00 – “LA NAVE DEL RITORNO”. Azione scenica sull’eccidio delle foibe. A cura del Teatro dell’Aleph (giovedì 10 feb ore 9.30/10.00 Rappresentazione esclusiva per le scuole).
Sabato 12 Febbraio – Sala Biasin, via Rocca – h. 17,00 – Conferenza-dibattito del Prof. Luciano Monzani sul tema: “Gli Esuli Giuliano – Dalmati nell’italia repubblicana: problemi e momenti”. A cura dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia.
Tutte le iniziative sono ad ingresso libero e la cittadinanza è invitata a partecipare.
Com’è noto, con la Legge del 30 marzo 2004 n.92, la Repubblica ha riconosciuto il 10 febbraio quale “Giorno del ricordo, al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe – i crepacci naturali delle regioni carsiche dove vennero trucidati dalle truppe di Tito italiani, sloveni e croati – nonché dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.