“La preoccupante conferma della diffusione esponenziale, nelle fasce più giovani della popolazione, della pillola del giorno dopo e della pillola abortiva, è figlia della propaganda sull’aborto facile e della relativa disinformazione portata avanti ideologicamente in questi anni nella nostra regione. Una propaganda che da tempo denuncio e contrasto e che ha soppiantato e calpestato nei fatti i principi basilari della legge 194 sulla disciplina dell’interruzione di gravidanza.
Basti pensare che già nel 2003, quando non era ancora commercializzata in Italia, la pillola RU486 per l’aborto farmacologico, veniva promossa con tanto di volantini all’interno dei consultori e somministrata velocemente e facilmente nelle strutture pubbliche. Negli anni la cultura dell’aborto facile in Emilia Romagna è stata consapevolmente diffusa e ha prevalso rispetto a quella della tutela della vita e della maternità. Insieme ad essa l’idea che la gravidanza sia un incidente ed un limite alla libertà personale o, ancora peggio, alla realizzazione economica contingente, che può essere facilmente eliminato con l’uso di una pillola.
Non a caso oggi i dati ci confermano come in Emilia Romagna, a parità di parametri con le altre regioni, si abortisce di più e con maggior facilità, ossia con minore impegno da parte dei consultori nel mettere in atto strategie per salvare la vita già in essere promuovendo percorsi alternativi.
E’ doveroso interrogarsi sul ruolo svolto e sulle responsabilità dei consultori che nel bene e nel male sono i veri punti nevralgici delle scelte a favore o contro la vita. Anche per questo, insieme ai colleghi del gruppo regionale del Popolo della Libertà, ho presentato una proposta di legge per modificare, proprio partendo dai consultori, l’approccio al problema.
Fatta salva la libertà di scelta della persona, l’obiettivo dei consultori non può più solo essere la riduzione delle liste d’attesa e la semplificazione delle procedure per abortire il più presto possibile, ma deve essere un luogo dove l’informazione, l’aiuto e la riflessione sulla scelta da compiere diventino la prassi. Siamo certi che se le donne saranno messe nelle vere condizioni di poter scegliere la conseguenza naturale sarà la riduzione degli aborti.
La vera sfida sta nel riuscire a predisporre, dinanzi a situazioni di crisi e di difficoltà ad accogliere la vita nascente, una rete di professionalità e interventi, sanitari, sociali e assistenziali mirati a rispondere ai problemi delle donne. Tutto questo nel pieno rispetto dello spirito della legge 194 che deve essere applicata nella sua totalità e non by-passata come uno scomodo ostacolo”