Riduzione della produzione dei rifiuti urbani, aumento della quantità avviata al recupero grazie all’incremento della raccolta differenziata almeno al 65 per cento a partire dal 2012, riduzione progressiva del ricorso alle discariche che entro il 2019 riceveranno una quota residua pari all’1 per cento dei rifiuti urbani da smaltire (ora supera il 17 per cento) a seguito dell’entrata a pieno regime del termovalorizzatore di Modena. E’ questo, in estrema sintesi, lo scenario dei prossimi dieci anni per la gestione dei rifiuti modenesi delineato dal nuovo Piano provinciale per la gestione dei rifiuti (Ppgr) il cui iter di definizione è partito in questi giorni.
In base ai dati relativi alla raccolta differenziata nei primi sei mesi del 2010 tra i Comuni più “ricicloni” figura al primo posto Castelnuovo Rangone, con il 64,3 per cento, poi Nonantola con il 62,1 per cento; a seguire Maranello (61,1), Bomporto (59,9) e Sassuolo (58,6). Tra le realtà principali, Modena sale al 49,3 per cento e Carpi arriva al 56,5, mentre in montagna Zocca arriva al 45,8 e Pavullo al 43,5. Superano il 50 per cento anche Bastiglia, Campogalliano, Castelfranco Emilia, Cavezzo, Concordia, Finale Emilia, Fiorano, Formigine, Marano, Medolla, Mirandola, Novi, Ravarino, S.Cesario, S.Felice e Spilamberto.
Dall’analisi dei primi dati indicativi relativi all’intero anno 2010 si registra un incremento di produzione di rifiuti urbani, seppur contenuto, un ulteriore calo dei rifiuti urbani indifferenziati ed un aumento delle raccolte differenziate: durante il percorso di condivisione dei documenti di Piano saranno resi disponibili dati di maggior dettaglio.