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Domenica Mario Ventura ha presentato il suo terzo libro al Palazzo Astoria

Domenica pomeriggio, nella saletta al primo piano del Palazzo Astoria, il Viceprefetto Vicario di Modena Mario Ventura, accompagnato dalle letture di Franca Lovino e dall’intervento della critica letteraria Rita Ponticelli, ha presentato il romanzo “Il violino della Plaka” (Edizioni Artestampa).

Nato a Roma il 19 gennaio del 1956, sposato con Rosalba, ha conseguito la Laurea in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, città dove ha vissuto fino all’età di 23 anni. Dal maggio 1980 risiede a Modena, sua città di elezione. Entrato nella carriera prefettizia nel 1979, viene assegnato prima alla Prefettura di Bologna poi a quella di Modena. Dal 2003 ricopre l’incarico di Viceprefetto Vicario di Modena. Ventura coltiva una passione particolare per l’arte e la letteratura: collezionista di oggetti antichi e quadri, è alla sua terza esperienza editoriale dopo “La botte napoleonica” e “Momento di taglio”.

“Il violino della Plaka” è un libro di viaggio, ma non un viaggio convenzionale: quello in cui Mario Ventura trasporta il lettore è un vagabondaggio travolgente, in bilico tra sogno e realtà. Eppure il violino del titolo è reale, uno strumento prezioso nelle mani di una marionetta manovrata da un artista di strada: lo strumento esiste, gli spettatori si saziano della sua musica senza accorgersi che le note sgorgano da un magnetofono nascosto poco più in là. La domanda che serpeggia nell’animo di ciascuno è: che spettacolo sta andando in scena? Chi è il misterioso giovane biondo che crea un’illusione così simile a verità? Ventura trascina il lettore in un’allucinazione che scorre tra i vicoli della Plaka ateniese e l’Italia, svelando con lingua meticolosa e sapiente la surreale storia di Kurt, annoiato banchiere, e di Hans, tormentato musicista: un padre e un figlio, due facce della stessa medaglia, o forse, addirittura, la stessa persona.

Rita Ponticelli, nel suo intervento, ha sottolineato alcuni punti salienti dello stile ormai consolidato di Ventura: il rinvio continuo tra sogno e realtà, la struttura complessa e affascinante creata dal gioco di specchi di nomi e situazioni, l’estrema musicalità data dal linguaggio forte, quasi onomatopeico, utilizzato dall’autore, e dalla rilevante presenza della musica all’interno del romanzo (ci troviamo di fronte ad un musicista vero che fa suonare un musicista finto che suona un violino finto con una musica vera), la strategia narrativa dell’enigma, usata spesso da Ventura, e la capacità di creare innumerevoli cornici narrative, alcune reali, alcune oniriche, che riescono a mescolare in maniera mirabile l’inconscio con il vissuto quotidiano.

Alla domanda sulla genesi dei suoi scritti, l’autore ha risposto che vede la nascita di un’opera come un fatto istintuale: tutto nasce da un impulso che gli permette di dare il via alle danze, senza però sapere come si svilupperanno. E’ una scoperta anche per lui.

Inoltre, interrogato sulla frase che fa da dedica al romanzo, “Tempus tacendi, tempus loquendi”, Ventura ha ripercorso la storia della sua passione per la scrittura e la letteratura, ricordando come fosse viva e presente fin dai tempi della giovinezza, ma come sia diventata semplice hobby a causa della precarietà della condizione del letterato che vive scrivendo. Da quando però ha deciso che il tempus loquendi è finalmente giunto, è lui il primo a riconoscere di non riuscire più a smettere. Infatti Ventura è alla sua terza pubblicazione in tre anni e ha confessato di avere ben tre opere quasi pronte per essere date alle stampe.

All’incontro erano presenti anche Annalisa Lamazzi, Assessore alla Cultura e alle Politiche giovanili del Comune di Fiorano, che ha portato i saluti e i ringraziamenti dell’Amministrazione Comunale, e Sergio Romagnoli, segretario fioranese di Lapam Confartigianato Imprese, che è promotrice dell’evento insieme al Comitato Fiorano in Festa e al Comune di Fiorano Modenese. Ha coordinato l’incontro il giornalista Roberto Armenia.

















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