Giorni fa il Presidente della Camera di Commercio Maurizio Torreggiani si è rivolto attraverso di me alla nostra Università per reclamare un’accelerazione sulla strada della trasformazione della ragione societaria di DemoCenter-Sipe, ai fini di migliorare l’efficacia e l’efficienza anche coordinandosi al meglio con ILO, l’Industrial Liaison Office dell’Ateneo preposto alla valorizzazione dei risultati della ricerca, alla gestione della proprietà intellettuale del personale universitario ed al trasferimento tecnologico all’impresa dei risultati da noi ottenuti. Inutile sottolineare a questo proposito la comunanza di finalità tra la nostra struttura e DemoCenter-Sipe, centro istituito e partecipato dai più significativi enti pubblici ed associazioni del territorio, oltre che dall’Ateneo, per promuovere innovazione e trasferimento tecnologico ed offrire alle aziende informazioni e conoscenze sulle nuove tecnologie così da sviluppare idee imprenditoriali e assicurare alla realtà modenese opportunità di crescita competitiva. E’, dunque, condivisibile la preoccupazione espressa in questo momento dal Presidente Torreggiani di chiedere a tutti i partner e, quindi, anche a noi di pensare ad una unificazione di questi centri dedicati alla promozione della innovazione onde realizzare una virtuosa sinergia in grado di accrescere la capacità del territorio di fare “massa critica” e produrre idee e progetti utili ad alimentare efficaci spin-off e nuove imprese e prodotti. In un momento di ristagno generale dell’economia e di difficoltà per le tante piccole e medie imprese locali a mantenere i livelli di competitività raggiunti prima della crisi dal “sistema Modena”, è compito delle istituzioni e delle associazioni economico-imprenditoriali farsi consapevolmente carico della situazione e indicare risposte adeguate alla gravità dei problemi sul tappeto. Non c’è dubbio che all’origine della complessità dei problemi che abbiamo davanti ci sia un cronico ritardo del nostro Paese nel considerare il valore strategico della ricerca, quasi sempre costretta a procedere in ordine sparso e per l’iniziativa illuminata di singole istituzioni o privati che faticosamente riescono a destinare risorse allo scopo. Qualcosa su questo fronte si sta finalmente muovendo grazie alla Regione Emilia Romagna che ha avviato un ampio programma di sostegno alla ricerca che porterà alla realizzazione di dieci Tecnopoli. Ma, sono convinto si possa fare molto di più, sia in ambito locale, sia – come auspicheremmo noi – anche in ambito di area vasta Modena e Reggio Emilia. Concordo con Torreggiani che non c’è tempo da perdere per giungere alla individuazione di una struttura unificata, sostenuta da una Fondazione, che metta assieme le competenze ed il patrimonio umano, nonché le risorse che – a vario titolo – a livello locale sono destinate alla ricerca finalizzata al trasferimento tecnologico. L’Università dà fin da ora la propria disponibilità a mettere a disposizione l’enorme capitale rappresentato dai suoi ricercatori, dai suoi laboratori e dai suoi brevetti. Questa è a nostro modo di vedere la strada da seguire per creare con unità di intenti quell’interfaccia unica, necessaria a coniugare Università e territorio, ricerca e bisogni dell’impresa, competitività di sistema e innovazione, valorizzazione del capitale umano e nuova occupazione, salvaguardando ed accrescendo lo spessore e la quantità delle eccellenze locali. Nessuno di noi pensa a questa Fondazione come ad una struttura chiusa, ma a qualcosa di “aperto” che si possa arricchire in progress degli apporti di tutti gli enti e istituzioni, locali e non (Comuni, Province, Regione, Associazioni, Imprese), interessati a migliorare l’interazione e la collaborazione di quanti concretamente vogliono offrire un contributo al recupero di quel “gap” che sta condizionando i tempi di fuoriuscita dalla crisi e minando l’inserimento di tanti nostri giovani “talenti” nel mercato del lavoro.
IL RETTORE, Prof. Aldo Tomasi