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Bologna Estate 2011, domani la serata finale di ‘Tacadancer’

Domani venerdì 12 agosto all’Arena Orfeonica, via Brocaindosso 50, nell’ambito di Bologna Estate 2011, per la serata finale di “Tacadancer, quando la trasgressione era ballare abbracciati”, il festival itinerante dedicato alla riscoperta della musica da ballo, si terrà il concerto de “I violini di Santa Vittoria”.

Siamo giunti alla fine del terzo mese di programmazione estiva con “Tacadancer, quando la trasgressione era ballare abbracciati”, festival che sta colorando decine di piazze italiane di ballo popolare e musica di qualità da giugno a settembre. Questa volta sarà l’Arena Orfeonica, via Broccaindosso, Bologna, ad ospitare, nella serata di venerdì 12 agosto, un concerto di raffinata qualità musicale: “I violini di Santa Vittoria”.

La tradizione dei ‘cento violini’ è la massima tradizione musicale tuttora documentata in tutta la provincia di Reggio Emilia. Qui, in queste terre, tra le province di Reggio, Parma e Mantova si sviluppò un movimento musicale che dette origine, già all’inizio del XIX secolo, a quelle musiche che oggi noi conosciamo sotto il nome di ballo liscio. I “Violini di Santa Vittoria” rappresentano la massima tradizione musicale tuttora documentata nella provincia reggiana. Già a partire dalla metà dell’800 si sviluppa nella zona di Santa Vittoria (comune di Gualtieri ) una pratica musicale da ballo caratterizzata dall’uso dei soli strumenti ad arco. Il nome originario di queste formazioni popolari era “Il Concerto dei Violini”, e vedeva semplici braccianti divenire, nel corso del tempo, veri e propri professionisti, capaci di sviluppare interi repertori e di trasferirli alle generazioni successive.

“I Violini di Santa Vittoria” (Davide Bizzarri, primo violino ed arrangiatore; Orfeo Bossini, secondo violino e coordinatore; Roberto Mattioli, terzo violino; Luigi Andreoli, viola; Filippo Pedol, contrabbasso), hanno compiuto, negli ultimi anni, un lungo lavoro di recupero, coordinato dall’associazione “Sheherazade”, riproponendo nella forma più originale, il quintetto d’archi, tipici valzer, mazurche, polke, tango e one step, come testimonianza del gusto musicale dell’epoca. La ricostruzione storica di queste musiche non è stata effettuata solo su base strettamente filologica: il tentativo è stato piuttosto quello di ridare vita a musiche ormai dimenticate cercando di mantenere inalterata la loro musicalità e la loro funzionalità, ovvero il ballo.

L’ensemble è così composto da tre violini, una viola ed un contrabbasso, caratteristica principale degli organici “sanvittoriesi”, dalla sonorità unica e raffinata. La musica che viene eseguita è quella degli originali e le partiture utilizzate dai musicisti sono databili intorno agli anni ‘30 e ‘50 del XX secolo. Addirittura, alcune di esse sono state composte nei primi anni dell’Ottocento.

















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