Si sono riunite nei giorni scorsi in seduta congiunta le Commissioni consiliari Istruzione dell’Unione, di Vignola, di Savignano e di Marano; oggetto il nuovo dimensionamento delle scuole italiane decise dal Governo con i provvedimenti economici di questa estate.
Da una parte la regione Emilia Romagna, attraverso la Provincia, ogni tre anni chiede ai territori se l’organizzazione scolastica deve essere confermata o modificata (in genere si modifica per l’aumento demografico e per nuovi indirizzi scolastici proposti), dall’altra il Governo con il Decreto legge 98 di luglio obbliga in tutta Italia a fondere le vecchie Direzioni Didattiche (materne più elementari) e le vecchie scuole medie nel modello dell’Istituto comprensivo, che sotto un unico dirigente guida i bambini dai 3 ai 14 anni all’interno di un percorso unitario.
Nell’Unione il modello dell’Istituto comprensivo è già attuato da diversi anni nei Comuni di Castelvetro, Castelnuovo, Guiglia e Spilamberto. E in forma sovracomunale a Savignano-Marano e Zocca-Montese (ricordiamo che Montese non è nell’Unione).
Come si capisce a prima vista è un modello che si applica con più facilità nei comuni medi e piccoli, mentre trova più difficoltà nei comuni grandi.
Ma visto che in Italia non ci facciamo mai mancare nulla, ricordiamo che oggi agli Istituti comprensivi esistenti si applica una legge del 98 che parla di minimo 500 e massimo 900 bambini che scendono a 300 per la montagna. Per ragioni specifiche e temporanee si può anche arrivare a numeri più alti come a Castelnuovo o Savignano-Marano con 1.450 bambini. Mentre alle nuove fusioni si applica il numero minimo di 500 per la montagna e 1.000 per la pianura. La regione poi ha definito che accetta tolleranze, sulle nuove fusioni, di +/- il 20%.
E per finire va ricordato che causa il patto di stabilità oggi i comuni incontrano infinite barriere finanziarie per le opere pubbliche, pur avendo le risorse in cassa.
Il percorso che la Provincia ha avviato in settembre ha trovato l’accordo delle Amministrazioni Comunali di Vignola, Savignano e Marano da una parte e degli Organi collegiali delle scuole dall’altra, su una proposta complessiva che l’Unione ha fatto propria e che verrà portata nel Consiglio dell’Unione il prossimo giovedì 17 novembre.
Ovvero la creazione di due Istituti comprensivi a Vignola, al posto della Direzione Didattica e della Scuola media e lo sdoppiamento dell’Istituto sovracomunale in due Istituti Comprensivi a Savignano e Marano.
E se da una parte lo sdoppiamento porterà subito a due Istituti in linea con la legge del ‘98: Savignano a 900-950 studenti; Marano a circa 600; dall’altra a Vignola la creazione dei due Istituti comprensivi, di circa 1.250 studenti ciascuno, che per legge dovranno essere attuati o nel 2012 o nel 2013, avranno una fase intermedia in cui le scuole Muratori saranno divise sotto due dirigenze. In attesa che venga costruita la nuova scuola media prevista nella zona tra via Barella e via per Sassuolo.
E’ un percorso importante e storico per il nostro territorio pur all’interno di forti ambiguità di fondo. Si continuano a spacciare come riforme della scuola meri provvedimenti del Ministero dell’Economia per fare cassa. Infatti questo provvedimento nasce per chiudere centinaia di piccole scuole specialmente presenti nelle regioni a statuto speciale, e che non trova nessuna utilità in Emilia Romagna, anzi noi siamo una Regione, e in particolare la provincia di Modena, dove il rapporto Istituto scolastico/bambini è il più alto d’Italia. Da noi, al contrario, mancano dirigenti e nuovi Istituti scolastici. Nonostante questo in Provincia di Modena, perderemo 3-4 autonomie scolastiche, con l’unica eccezione del nostro territorio che aumenterà di una. Resta poi il nodo irrisolto dei dirigenti che oggi seguono tutti, oltre alla propria, almeno un’altra scuola in reggenza. Il Ministero con un colpevole ritardo ha dato il via al concorso nazionale, chissà se ne vedremo il termine in tempi brevi…
(Francesco Lamandini- Presidente dell’Unione Terre di Castelli)