La collaborazione delle istituzioni a tutti i livelli, nella dimensione locale così come nel rapporto con il Governo nazionale, nella prospettiva di un rafforzamento delle politiche integrate di sicurezza. E’ una delle principali chiavi di lettura delle attività svolte nell’ambito del Patto per Modena sicura sul quale, a un anno di distanza dalla firma, il sindaco Giorgio Pighi esprime un giudizio positivo: “La collaborazione ha dimostrato di essere efficace, ma i patti locali non sono la bacchetta magica contro la criminalità, pur rappresentando l’unico strumento per provare a coordinare l’ente locale e gli organi decentrati dello Stato”.
In occasione della presentazione in Consiglio comunale, alla presenza del prefetto Benedetto Basile, dei risultati del primo anno di attività del Patto, il sindaco Pighi e l’assessore alla Qualità e alla sicurezza della città Antonino Marino hanno sottolineato tra gli aspetti positivi dell’iniziativa l’istituzione dell’organismo tecnico della Cabina di regia e della sua emanazione per il controllo del territorio (il Tavolo tecnico interforze) dove si realizza concretamente la collaborazione tra Questura, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia municipale.
“Il Patto – ricorda il sindaco Pighi – nasce da un percorso avviato a inizio mandato con l’assessore alla Sicurezza e tutta la giunta impegnati a ridefinire, attraverso un approfondito confronto con tutte le espressioni del tessuto economico e sociale, gli approcci di intervento sul terreno della sicurezza. Percorso poi sfociato nel maggio del 2010 nell’approvazione da parte del Consiglio comunale delle “Linee di indirizzo per le ‘Politiche di sicurezza della città’. Il Patto ha consentito di recepire sperimentazioni positive già attuate in passato, di realizzare nuove iniziative e progettarne altre che diventeranno operative nei prossimi mesi”.
Proprio in occasione del Consiglio, infatti, sono sottoscritti da Comune e Prefettura due nuovi protocolli d’intesa dedicati al potenziamento e alla gestione del servizio di videosorveglianza e al potenziamento degli interventi per la prevenzione dei reati e l’aiuto delle vittime. Quest’ultimo, sottoscritto insieme alla Questura, al Comando provinciale dei Carabinieri e alla Guardia di Finanza, prevede impegni nell’informazione ai cittadini vittime di reato rispetto agli aiuti che si possono ottenere dai diversi sportelli di assistenza (“Sos Truffa”, la rete “Non da soli”, il Fondo per il risarcimento) ma anche l’analisi dei dati relativi ai principali reati predatori per individuare le zone più a rischio della città e attivare azioni mirate di prevenzione.
“Un impegno che si inserisce in un’attività più ampia – aggiunge l’assessore Marino – che riguarda la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza attiva, insieme alle azioni di prevenzione sociale che hanno riguardato, appunto, il potenziamento dei servizi di aiuto alle vittime e le azioni di prevenzione dei reati; la prevenzione dei comportamenti a rischio della popolazione giovanile e l’educazione alla legalità; le azioni di prevenzione della violenza sulle donne e la presa in carico delle donne che subiscono violenza; la mediazione dei conflitti”.
LA POLIZIA MUNICIPALE NEL 2011
Dalle indagini alle sanzioni: prostituzione, spaccio e più controlli commerciali Maggiore impegno nei quartieri in un’ottica di prossimità, anche grazie ai volontari
Dallo sfruttamento della prostituzione allo spaccio di sostanze stupefacenti, dall’accattonaggio molesto all’abusivismo commerciale, fino agli insediamenti e alle occupazione abusive, al danneggiamento di patrimonio pubblico e privato, alle situazioni di degrado, anche legate all’abuso di alcolici, e alle illecite occupazioni di suolo pubblico. Sono i fenomeni criminosi che possono essere favoriti da situazioni di degrado e di isolamento alle quali è stata dedicata in particolare l’attività della Polizia municipale nell’ambito del Tavolo tecnico interforze per il controllo coordinato del territorio emanazione della Cabina di regia del Patto per Modena sicura. Un impegno che nel 2011 ha spaziato da attività di indagini e polizia giudiziaria fino alle sanzioni di carattere amministrativo, anche derivanti da specifiche ordinanze.
Per la lotta alla prostituzione i servizi mirati sono stati 36, con nove persone denunciate per sfruttamento, 112 clienti sanzionati per violazione della norma del regolamento comunale sulla turbativa al decoro e alla circolazione stradale, ma soprattutto cinque ragazze avviate al progetto di reinserimento sociale “Oltre la strada”.
Rispetto alla violenza familiare, è stata avviata anche l’attività di prevenzione al centro Ausl “Liberiamoci dalla violenza” che, nei primi due mesi di apertura (dicembre 2011 e gennaio 2012), ha registrato venti accessi di uomini di età compresa tra i 25 e i 55 anni.
L’attività di contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti si è svolta spesso con servizi mirati e agenti in abiti civili e ha portato all’arresto di 42 persone per spaccio, su di un totale di 113 arresti. Per contrastare l’accattonaggio molesto, di frequente organizzato e controllato da vere e proprie reti criminali, sono stati effettuati 214 interventi, rispetto ai 180 dell’anno precedente, mentre per dissuadere l’abitudine dei gruppi nomadi a stabilirsi in zone della città è stato deciso l’allontanamento di 131 nuclei, rispetto ai 94 del 2010.
E’ proseguita anche l’opera di monitoraggio e sgombero di casolari e di aree dimesse, sia pubbliche che private, occupate abusivamente: 288 interventi rispetto ai 147 dell’anno precedente. In aumento anche i controlli commerciali, grazie all’attività dei Vigili di quartiere in affiancamento al nucleo specialistico: 3.049 nel 2011 rispetto ai 1.978 dell’anno precedente.
Rispetto alla polizia di prossimità, nella logica della integrazione e razionalizzazione delle risorse e in una situazione di dotazione organica e strumentale delle forze dell’ordine che presenta elementi di forte criticità, la Cabina di regia ha ritenuto di accentuare il ruolo svolto dalla Polizia Municipale e di indirizzare le risorse di Polizia e Carabinieri verso una maggiore presenza sull’attività investigativa. La Polizia municipale, quindi, ha organizzato il proprio lavoro sempre più con un’ottica di prossimità e vicinanza al cittadino: dalla valorizzazione del ruolo degli ispettori di quartiere alla rivisitazione dei percorsi appiedati (minor numero ma più frequenti e in zone maggiormente problematiche), dalla maggiore integrazione dell’attività dei diversi nuclei nella stessa zona (vigili di quartiere, motociclisti, nucleo commercio, edilizia, problematiche del territorio) all’impiego di una Unità mobile (con particolare attenzione ai parchi nel periodo estivo) che ha lo scopo di assicurare una presenza fissa in alcune zone determinate, in modo tale da costituire un punto di riferimento per i cittadini.
In questa logica della prossimità rientra anche il progetto Volontari della sicurezza, 65 operatori di tre associazioni (Vivere Sicuri, Ficiesse e Gev) che, debitamente formati, hanno realizzato 3.126 ore di attività.
Nel corso del 2011, inoltre, sempre in una logica di prossimità, è stato rilanciato il Posto di Polizia integrato con il Comune che è intervenuto per sopperire all’impossibilità da parte della Questura a tenere aperti gli uffici per una fascia oraria ampia. E’ stato completamente aggiornato e ampliato con ulteriori due telecamere la videosorveglianza, ora sono nove e integrate nel sistema cittadino quindi le immagini sono visibili dalle quattro centrali operative ed è stato installato un videocitofono per consentire ai cittadini di attivare la Polizia municipale o la Questura anche negli orari di chiusura degli uffici.
SEMPRE PIÙ VIDEOSORVEGLIANZA
Oggi sono 101 le telecamere che controllano in modo coordinato la città
Sono 101 oggi, rispetto ai 70 del 2009, gli “occhi” puntati sulle zone più problematiche di Modena che costituiscono il sistema cittadino di videosorveglianza, reso più efficiente nel 2011 con l’obiettivo di sostenere l’attività delle forze di polizia nel controllo del territorio. Il nuovo protocollo sottoscritto in occasione del Consiglio comunale del 17 maggio prevede, inoltre, la formalizzazione di un gruppo tecnico, già operante da tempo, col compito di valutare e sviluppare il coordinamento nell’azione di controllo. Nel corso dell’anno sono stati integrati in un unico sistema gli impianti di video sorveglianza con registrazione locale situati nel condominio R-Nord e nel Posto integrato di Polizia di viale Molza, quest’ultimo anche aggiornato tecnologicamente. Il sistema di gestione delle immagini dell’intero sistema cittadino è stato sostituito con un software più efficiente e sono stati formati conseguentemente tutti gli operatori delle quattro forze di polizia che gestiscono congiuntamente il sistema.
Due nuove telecamere sono state installate in via Padre Candido su richiesta della Questura, a integrazione delle telecamere utili al presidio delle manifestazioni sportive. Le immagini saranno studiate dalla facoltà di Ingegneria dell’Università di Modena e Reggio Emilia per la sperimentazione di un software per l’analisi della scena. Sono state installate tre telecamere presso le nuove scuole Marconi di via Canaletto. Sono state acquistate cinque telecamere facilmente spostabili a sostegno di indagini specifiche o per il monitoraggio di particolari fenomeni.
Sono state aggiornate le centrali operative delle forze di polizia; in particolare la centrale operativa della Polizia municipale è stata riorganizzata per consentire a un unico operatore di gestire le immagini derivanti dal sistema integrato. Un intervento funzionale all’attivazione del servizio di monitoraggio delle telecamere su tutte le 24 ore, a partire dal febbraio 2011, per consentire l’attivazione in tempo reale delle forze di polizia in base alla problematica da affrontare.
IL PREFETTO IN CONSIGLIO
Basile: “Calano i reati ma crescono quelli predatori che fanno aumentare il senso di insicurezza dei cittadini”. I capigruppo al Comitato per l’ordine del 23 maggio
La seduta consiliare dedicata al Patto per Modena sicura, che si è svolta nel pomeriggio di giovedì 17 maggio, è stata aperta dalla presidente Caterina Liotti che ha sottolineato: “Questo confronto – previsto dal Patto stesso – è significativo per il riconoscimento del ruolo del Consiglio comunale in rappresentanza dei cittadini e delle cittadine, soprattutto di coloro che risultano più esposti come vittime di crimini reali e potenziali. Dobbiamo fare tutti uno sforzo per pensare la sicurezza della città in relazione ai diversi soggetti che la abitano, perché è soprattutto se misureremo la qualità delle risposte sui più deboli che Modena sarà più sicura per tutti”.
Infine, la presidente ha ricordato che il lavoro dei capigruppo consiliari continuerà nella riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica convocata per mercoledì 23 maggio.
Dopo la relazione del sindaco Giorgio Pighi, il prefetto di Modena Benedetto Basile è intervenuto sullo stato di sicurezza della città e l’attività delle forze di polizia. Il prefetto ha evidenziato come “a Modena il tema della sicurezza sia particolarmente sentito, più che in altre città e regioni dove le criticità sono tuttavia più gravi”, ma al tempo stesso che “il problema deve essere affrontato con un’azione sinergica di enti locali e statali, poiché la sicurezza non può essere demandata alle sole forze di polizia. Il concetto di sicurezza urbana – ha continuato – va oltre la lotta alla criminalità, perché riguarda la vivibilità dei luoghi e tutte quelle situazioni di degrado che contribuiscono a far crescere il senso di insicurezza dei cittadini”. Basile ha definito il Patto per Modena sicura “profondamente innovativo perché costituisce un approccio realizzato per la prima volta” e ha ricordato che appena una settimana fa è stato varato in Prefettura un nuovo piano coordinato di controllo del territorio che intende essere “un deciso passo in avanti nel coordinamento delle forze di polizia nel contesto della sicurezza urbana” soprattutto in direzione dell’attività investigativa.
Se invece si guarda ai dati, per il prefetto si scopre che nel primo quadrimestre del 2012 i reati sono calati rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, “anche se aumentano in modo preoccupante alcune tipologie di reati predatori che contribuiscono ad aumentare il senso di insicurezza dei cittadini”. Infatti, se il numero complessivo dei furti è in diminuzione del 5,75%, è invece aumentato del 62% quello dei furti in abitazione, alcuni dei quali compiuti con particolare efferatezza, e del 33% quello degli scippi. Crescono anche i furti di generi alimentari o di altra merce di scarso valore ai danni della grande distribuzione.
Sul fronte dell’azione delle forze dell’ordine, nel 2011 sono stati 575 gli arresti effettuati, in 416 casi si trattava di stranieri; 3.258 i denunciati a piede libero di cui 2.199 stranieri. Tra le cause dell’aumento della microcriminalità, il prefetto ha annoverato l’aumento della presenza di immigrati irregolari, soprattutto provenienti dal nord Africa, dediti ad attività connesse a spaccio di sostanze stupefacenti, sfruttamento della prostituzione e ricettazione. A fronte di questa situazione “è stata fatta una mappatura delle zone più a rischio di Modena – ha affermato Basile – dove è aumentata l’attività di prevenzione e controllo: soprattutto nella zona della Pomposa, oltre che di via Attiraglio, di piazzale Molza e della Bruciata” e in alcuni casi le forze di polizia hanno effettuato operazioni specifiche con numerosi arresti.
Per quanto riguarda il contrasto all’immigrazione clandestina, Basile ha rimarcato “l’importante ruolo del Cie nel consentire l’identificazione degli stranieri e quindi l’effettiva espulsione”. Nel 2010 furono 327 i clandestini identificati ed espulsi, saliti a 464 nel 2011, anche se sono diminuiti i provvedimenti di espulsione (da 610 nel 2010 a 363 nel 2011) che da soli, come ha evidenziato il prefetto, non garantiscono il concreto allontanamento degli irregolari dal Paese.