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L’incontro a Lodi con le suore Figlie dell’oratorio per Villa Rossi

Cinque pullman e duecentocinquanta persone sono partite ieri da Spezzano e sono arrivate a Lodi, presso la sede principale dell’Istituto delle suore figlie dell’Oratorio, per chiedere un ripensamento sulla decisione di abbandonare la scuola materna Villa Rossi a partire dal 2013. L’intera comunità spezzanese era rappresentata, dal parroco don Paolo Orlandi, da tanti cittadini, dai bambini che la materna hanno frequentato. C’erano anche l’assessore alle politiche educative Maria Paola Bonilauri e l’assessore alla partecipazione Luca Vallone, il presidente dell’assemblea legislativa della Regione Matteo Richetti, spezzanese.

“E’ stata un’esperienza importante e coinvolgente – spiega Maria Paola Bonilauri – che ha dimostrato la forte coesione della comunità di Spezzano e la sua fiducia in valori comuni, molti dei quali derivati anche dall’educazione trasmessa da realtà come la scuola materna Villa Rossi. Un momento bello, in cui prima di tutto è stato manifestato dall’intera comunità il ringraziamento alle suore per questi novant’anni di storia: in tanti hanno parlato, ricordato e ripercorso questa lunga esperienza”.

A seguire si è tenuto un incontro più ristretto, con la Madre generale suor Marilena Borsotti, al quale hanno partecipato il parroco, rappresentanti della comunità spezzanese e i rappresentanti politici presenti: anche in questo caso un dialogo lungo e sereno nel quale sono stati affrontati tutti gli aspetti: i motivi che spingono la comunità delle Figlie dell’Oratorio a rinunciare a Villa Rossi, le ragioni per cui Spezzano chiede e spera in un ripensamento.

“Tutto è avvenuto nella massima cordialità e serenità – spiega l’assessore Bonilauri – e l’esistenza di un problema concreto è confermata, purtroppo: non ci sono vocazioni, le suore hanno un’età sempre più avanzata e progressivamente sono costrette a lasciare le loro attività. In prospettiva temporale la rinuncia a Villa Rossi è inevitabile. Abbiamo provato a chiedere alle suore ancora tre anni di servizio, in modo da cercare nel frattempo la migliore soluzione e organizzazione alternativa per la scuola materna. Ma anche tre anni sono troppi, mentre c’è l’impegno della Madre generale a portare al consiglio dell’ordine la proposta di restare almeno per un biennio ancora, che ci sarebbe comunque utile per trovare con più calma le soluzioni alternative. Anche per questa ipotesi non ci sono garanzie, ma c’è l’impegno a risentirci fra qualche mese, noi con un progetto futuro e le suore con una risposta a questa richiesta di una possibile dilazione del momento dell’addio”.

















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