Clelia Fano. Emancipazione e cultura al femminile. È questo il titolo dell’iniziativa, organizzato dal Forum provinciale delle donne insieme alla Deputazione di Storia Patria di Reggio Emilia, sabato 13 ottobre con inizio alle ore 9.30 nella sede di Palazzo Magnani in Corso Garibaldi 31.
La giornata di approfondimento dedicata alla figura di Clelia Fano sarà introdotta da Vera Romiti, coordinatrice del Forum delle donne, e Lorella Bonicelli, dirigente scolastico del liceo “Matilde di Canossa”. Sotto la regia di Gino Badini, presidente della Deputazione di Storia Patria, l’iniziativa di studio vedrà gli interventi di Alberto Ferraboschi (Clelia Fano e il suo tempo), Giulia Bassi (Di delicato sentire: l’attitudine a scrivere della signorina Clelia Fano), Anna Appari (Clelia Fano e i movimenti femminili fra Otto e Novecento), Antonio Petrucci (La scuola normale “Principessa di Napoli” e Clelia Fano) e Laura Margherita Alfieri (Clelia Fano, la prima donna ammessa nella Deputazione di Storia Patria per le Antiche Provincie Modenesi. Sezione di Reggio Emilia).
L’iniziativa è l’occasione per scoprire una figura di notevole interesse, considerata come una delle pioniere del movimento di emancipazione femminile a Reggio Emilia, in grado di lasciare anche un’importante eredità culturale.
Vissuta tra Otto e Novecento, la Fano fu una personalità di rilievo della vita intellettuale cittadina, segnalandosi per l’aspirazione ad una piena emancipazione da raggiungere attraverso l’impegno pedagogico e culturale, in particolare nel giornalismo e nel campo degli studi storici. Nata nel 1865 a Parma, ma reggiana d’adozione, la Fano legò il suo nome anzitutto all’istituto “Principessa di Napoli” (da cui deriva l’attuale liceo “Canossa”) e di cui fu vice-preside dal 1900 al 1935. Ma oltre all’attività educativa la Fano si distinse per l’impegno a favore del movimento di emancipazione femminile a Reggio Emilia, partecipando al dibattito con scritti e conferenze sulla questione dell’educazione femminile all’inizio del Novecento. Lo stretto rapporto tra cultura ed emancipazione femminile costituì il tratto specifico della riflessione della Fano. Accanto all’impegno diretto sulla questione femminile si dedicò ad un’intensa attività storiografica incentrata soprattutto sulla realtà locale. Questo attivismo culturale gli valse nel 1913 l’ingresso nella deputazione di Storia Patria di Reggio Emilia, diventando così la prima donna ed entrare nel sodalizio che annoverava i nomi più autorevoli dell’intellettualità cittadina (da Andrea Balletti a Naborre Campanini). Nel corso degli anni Trenta svolse importanti studi sul Risorgimento reggiano, portando a termine un’imponente trilogia che gli valse anche la segnalazione nel 1936 da parte della Reale Accademia d’Italia. Morì a Reggio nel 1940.