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Un Centro di Documentazione sulle Memorie Coloniali: migliaia di foto e documenti dei modenese nel Corno d’Africa

Migliaia di foto, lettere, documenti, diari, corposa memoria storica della presenza modenese e italiana nel Corno d’Africa. E, adesso, una sede attrezzata nella quale il Centro di Documentazione Memorie Coloniali intende proseguire la ricerca e mettere a disposizione di studiosi e amanti della storia il materiale raccolto.

Il progetto Memorie Coloniali è partito nel 2007 da un insolito incontro fra ricerca storica e volontariato: due organizzazioni no-profit di Modena che operano in Etiopia, Moxa (Modena per gli altri) e Hewo, hanno commissionato a un docente universitario, Paolo Bertella Farnetti, una ricerca storica sull’esperienza dei modenesi che avevano partecipato all’avventura coloniale italiana nel Corno d’Africa. “Un modo non usuale di riflettere sul senso della propria missione, di ragionare sulla solidarietà odierna – spiega il presidente di Moxa, Marco Turci – confrontandola con l’aggressione passata, quando gli italiani avevano portato in Africa guerra, occupazione e repressione”.

Grazie a un appello pubblico che ha avuto una generosa risposta, dalle soffitte e dai cassetti modenesi è emerso un notevole patrimonio di memoria storica, soprattutto visiva: fotografie organizzate in album e sciolte, diari, lettere e altri memorabilia. “E’ lecito pensare, sulla base dell’esperienza modenese, che ci siano molti documenti privati di questo tipo che giacciono in nascosti depositi familiari – aggiunge Paolo Bertella Farnetti – Una miniera di immagini e testi che possono arricchire la nostra conoscenza della storia, integrando gli archivi pubblici e rendendo contemporaneamente la storia più “familiare”, più avvicinabile. Un patrimonio che se non viene recuperato rischia di andare perduto per sempre”. “E quanto sia importante la memoria come presidio – aggiunge Marco Turci – lo dimostra la recente vicenda del monumento inaugurato ad Affile, e finanziato dalla Regione Lazio, in memoria di Rodolfo Graziani, responsabile di numerose atrocità durante e dopo la campagna d’Etiopia”.

L’iniziativa si è concretizzata nel 2007 in una mostra (“Modena-Addis Abeba andata e ritorno”) e due pubblicazioni. Quindi la mostra si è trasferita in Etiopia, su invito dell’Istituto Culturale Italiano di Addis Abeba. Qui si è venuti a contatto con una realtà locale molto carente di memorie visive e non del periodo, a fronte della ricca documentazione che proveniva da Modena, una piccola frazione di quanto può essere disponibile in Italia.

In questo quadro, dopo avere preso contatto con archivisti e storici etiopi, è nata l’idea di “restituire”, e quindi di condividere, le memorie emerse dai fondi familiari modenesi. Si è chiesto ai possessori dei fondi di acconsentire alla donazione di una copia del loro materiale all’Università di Addis Abeba, da versare a loro nome in un fondo ad hoc, con la garanzia che venissero messi a disposizione di ricercatori e studenti.

Per proseguire e meglio organizzare la raccolta e la digitalizzazione di documentazione e assicurare continuità all’iniziativa è stato aperto alla Casa delle Culture il Centro di Documentazione ‘Memorie Coloniali’ e attivato il sito www.memoriecoloniali.org dove sono consultabili materiali, fotografie e studi.

E’ stata inoltre sottoscritta una convenzione tra Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, Università orientale di Napoli e Università di Addis Abeba per lo studio dei materiali. E nell’ambito di questa convenzione la scorsa primavera è arrivato a Modena un ricercatore dell’Università di Addis Abeba, Haile Muluken, per uno stage all’Università di Modena e attività di ricerca sulle memorie modenesi/italiane del periodo coloniale.

Ad oggi, il Centro di Documentazione Memorie Coloniali ha acquisito e riprodotto migliaia di documenti provenienti da fondi privati: dal fondo del tenente medico Pier Luigi Remaggi (2 album con 681 foto più centinaia di immagini sciolte) a quello del tecnico elettricista Edoardo Aprile impegnato nella costruzione di una base aerea vicino ad Assab (150 foto più un diario manoscritto), dal fondo di Gino Cigarini, fotografo ufficiale dell’esercito italiano (900 foto) a quello dell’ufficiale topografico Marcello Nencioni (275 foto più documenti) o di Pier Filippo Gomez (1500 immagini fotografiche).

Il centro, dotato di due scanner per i formati A3 e A4, ha una biblioteca con circa 200 volumi e riviste dell’epoca coloniale.

“Per proseguire questo importante lavoro – conclude Marco Turci – non servono grandi finanziamenti. Le tecnologie, scanner e foto digitale, non richiedono particolari investimenti. Quello che ci serve per proseguire l’attività sono i volontari, oltre naturalmente al supporto scientifico dell’Università”.

E proprio l’Università supporta questo progetto con studi e workshop, come quello in programma il 9 e 10 novembre, ospitato dalla Facoltà di Economia.

L’INAUGURAZIONE DELLA SEDE VENERDì 9 NOVEMBRE CON UNA PERFORMANCE DI GABRIELLA GHERMANDI

Si inaugura venerdì 9 novembre alle ore 18,30 la sede del Centro di Documentazione Memorie Coloniali, presso la Casa delle Culture di via Wiligelmo 80.

La sede è attrezzata con computer e scanner per la riproduzione delle foto e dei materiali di documentazione. Per ogni elemento è stata elaborata una scheda descrittiva che indica, oltre alle caratteristiche, anche il luogo di conservazione. Il materiale, messo a disposizione nell’ambito di questo progetto a fini divulgativi e didattici, può essere utilizzato previa autorizzazione gratuita e con citazione della fonte. Migliaia le foto e i documenti già scannerizzati, consultabili liberamente.

Oltre a questo, il Centro di Documentazione Memorie Coloniali ospita anche una biblioteca “reale”, con un patrimonio di libri in costante accrescimento che è possibile consultare. Vi sono biografie, testi relativi ad avvenimenti militari, volumi su Albania, Eritrea, Etiopia, Libia, Somalia, sull’Africa e le colonie, oltre a decine di riviste, pubblicazioni e manuali.

La festa di inaugurazione si apre alle 18,30 di venerdì 9 novembre con il taglio del nastro e un aperitivo, seguito dalla performance di teatro e musiche popolari di Gabriella Ghermandi. L’ingresso è libero.

DUE GIORNI DI WORKSHOP ALLA FACOLTA’ DI ECONOMIA PER PARLARE DEL PROGETTO “RETURNING AND SHARING MEMORIES”

S’intitola “Italie coloniali: storie, memorie, rappresentazioni” il seminario permanente sulla storia delle occupazioni italiane fra Otto e Novecento che il 9 e 10 novembre 2012 propone a Modena, presso la Facoltà di Economia e il Palazzo del rettorato dell’Università, il workshop “Bilanci e prospettive del Progetto Returning and Sharing Memories”.

La sessione di venerdì 9 novembre con inizio alle ore 14, nell’aula seminari della Facoltà di Economia in via Berengario 41, si apre con una riflessione sul progetto guidata da Paolo Bertella Farnetti. A seguire una testimonianza sulle fonti etiopi dell’occupazione coloniale italiana con Shiferw Bekele, quindi il confronto con Silvana Palma e Adolfo Mignemi. Si passa poi a “Il recupero della memoria coloniale” con Elisabetta Frascaroli, “Il censimento dei fondi privati” con Cristiana Pipitone e la tavola rotonda finale con Chiara Dall’Olio, Valeria Depilano e Marzia Maccaferri.

Si prosegue sabato 10 novembre dalle ore 9 nell’aula 2 del Palazzo del Rettorato, in Università 4, con l’intervento di Gabriele Proglio “Verso un progetto nazionale”, “Ritorni e sviluppi” di Alessandro Triulzi seguito dagli interventi di Alessandro Pes e Augusta Castronovo. Quindi “Il futuro di Returning and sharing memories” con Adolfo Mignemi, “L’oltremare francese” con Sandrine Lemaire e la discussione finale con Shiferaw Bekele e Giulia Barrera.

Il workshop, promosso dal Dipartimento di Scienze del Linguaggio e delle Culture dell’Università di Modena e Reggio Emilia, è in collaborazione con Addis Abeba University, Anmig, Anpi, Casa delle Culture, Istituto Storico di Modena, Haewo e Associazione “Fratelli Ferenti”, con il Patrocinio del Comune di Modena e il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.

















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